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Nicola Luciano Cipriani

CMP

LA LOGISTICA DI POSTE ITALIANE – parte terza

Verso una organizzazione centralizzata europea

A cura del perito filatelico Nicola Luciano Cipriani, Giovanni Leone e Claudio Ernesto Manzati

Quando abbiamo iniziato gli articoli su questo argomento avevamo notizie di tipo bibliografico, vi abbiamo infatti detto in un precedente articolo che ci siamo avvalsi di informazioni tratte da tesi di laurea e dalla rete, specialmente dallo stesso sito di Poste Italiane. La messa a punto del sistema di lavorazione della corrispondenza ha avuto inizialmente una evoluzione abbastanza veloce con conseguenti variazioni anche a breve tempo di alcune parti dell’organizzazione; ora il sistema sembra abbastanza assestato a livello nazionale, invece, a livello europeo esso è ancora in evoluzione in quanto le “intenzioni” per il futuro vorrebbero un coordinamento unico centrale. Già adesso il processo postale tra i paesi europei viene gestito dal Logistic Control Room di Ginevra. La cabina di regia centralizzata è incaricata di monitorare 24 ore su 24 l’efficienza  e la qualità dell’intero processo postale sul territorio europeo, dal punto di raccolta della corrispondenza nazionale fino a quello del destinatario. I Centri di Scambi Internazionali (CSI) sul territorio italiano sono, per la corrispondenza in uscita (inbound), Milano Peschiera Borromeo e Roma Fiumicino,mentre, per la corrispondenza in entrata (inbound) è solo Milano Peschiera Borromeo. La posta destinata all’estero viene trasportata in contenitori di colore blu, mentre la corrispondenza per l’Italia viaggia in contenitori gialli. Ad ogni modo, restando all’attuale stato dell’arte e per completare la descrizione della logistica di Poste Italiane, abbiamo ritenuto utile visitare un CMP al fine di verificare le notizie in nostro possesso. La visita è possibile su prenotazione e siamo riusciti ad avere l’opportunità con il CMP di Firenze. Lo stabilimento è ubicato nell’area industriale di Sesto Fiorentino e al nostro arrivo non abbiamo avuto assolutamente la sensazione di essere in un luogo deputato alla lavorazione della corrispondenza se non fosse per la presenza dell’insegna delle Poste, per la verità anche abbastanza piccolo in relazione alle dimensioni del complesso aziendale. L’edificio è tipicamente a carattere industriale ed al suo interno potrebbe essere svolta qualunque altra attività. È stato un po’ come scoprire un mondo nuovo e per certi versi affascinante. Certamente per chi ci lavora la sensazione non è certamente questa, ma di sicuro per appassionati di storia postale entrare in questi locali può sprigionare fantasie particolari. All’ingresso si viene registrati come visitatori e viene fornito un badge di riconoscimento. La prima e doverosa tappa è stata con il direttore, dott. Fabio Toniolo, responsabile dell’Area Logistica Territoriale (ALT) Centro 1, che ci ha accolto con molta cordialità ed anche curiosità; ha manifestato interesse cercando di capire le nostre ricerche e le loro finalità. Dopo un piacevolissimo colloquio durante il quale abbiamo fornito ampie spiegazioni sull’attività della nostra associazione e sull’attenzione che molti soci hanno per la storia postale passata e contemporanea, siamo stati presentati al Dott. Tiziano De Pasqual, responsabile del settore SIACS – nel quale si lavora in linee altamente automatizzate sia la posta prioritaria che massiva non voluminosa- che ci ha mostrato con ampie spiegazioni tutta la filiera della lavorazione della corrispondenza che, come vedremo più avanti, è suddivisa in due linee, una per la posta prioritaria ed una per quella massiva. Al termine di questo percorso, siamo stati presentati alla dott.a Susanna Bernini, responsabile dei settori “posta voluminosa” e “ posta registrata”. Anche la dott.sa Susanna Bernini,responsabile del settore della Posta Voluminosa e Posta Registrata, ci ha mostrato con dovizia di particolari i complessi macchinari che lavorano gli enormi quantitativi quotidiani. Tutti i settori sono organizzati con tre turni lavorativi a coprire le 24 ore. Le foto di questo articolo sono ufficiali e sono state cortesemente fornite dal Dott. Carlo Angelini della sede centrale di Roma in quanto non è consentito l’uso della macchina fotografica personale. Cogliamo l’occasione per porgere un sentito ringraziamento da parte del CIFO e di tutti i nostri associati ai dottori Toniolo, De Pasqual e Bernini del CMP di Sesto Fiorentino e Carlo Angelini e Marco Mastroianni della sede centrale di Roma.

Posta Prioritaria e Posta Massiva non voluminosa

la visita è iniziata dal SIACS (Sistema Integrato di Accumulo Codifica e Smistamento; CIFO, Il Francobollo Incatenato, n. 212, novembre 2011) (figura 1)

 

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Figura 1 – Struttura di un Sistema Integrato di Accumulo Codifica e Smistamento (SIACS)

dove abbiamo preso visione della linea di lavorazione della posta prioritaria e massiva per entrambe non voluminosa: la CFC (Culling, Facing, Cancelling = Selezione, Raddrizzamento, Timbratura) (figura 2).

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Figura 2 – schema di una linea CFC

Al momento della visita questa linea era ferma in quanto questa categoria di corrispondenza arriva nel pomeriggio. Come, infatti, abbiamo descritto nel secondo articolo, la raccolta delle missive avviene tra le 12 e le 15 per essere al CMP dalle 16 in poi in dipendenza della lontananza dei punti di raccolta.

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Figura 3 – cernita manuale delle dimensioni non idonee per la lavorazione meccanizzata ed avvio alla linea CFC della posta prioritaria

La corrispondenza in arrivo viene incanalata su un nastro trasportatore (figura 3) per separare manualmente le missive aventi dimensioni non idonee per questa linea che lavora buste e cartoline con dimensione massima fino a 120 x 235 mm, spessore massimo di 5 mm; grammatura cartoline massimo 190 g/mq.

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Figura 4 – impianto di raddrizzamento della corrispondenza: il cesto (sinistra) ed il sistema a specchi del lettore ottico per il riconoscimento dell’affrancatura

Le missive fuori norma seguiranno invece il percorso della posta voluminosa. Il nastro avvia la corrispondenza ad una macchina raddrizzatrice (figura 4) che, come dice la parola, raddrizza le singole missive attraverso un sistema di lettura ottica del francobollo/label che funge da riferimento. Il sistema ha inserito un data base di tutte le emissioni in corso che riconosce in tempo reale. I sensori di rilevamento dell’affrancatura coordinati dal data base dovrebbero essere in grado di riconoscere l’affrancatura e valutarne l’esattezza dell’importo in relazione al peso. Questo sistema però non ha ancora raggiunto i requisiti ottimali; molti di noi che seguono la storia postale attuale sanno infatti che spesso ci capita tra le mani qualche missiva sotto affrancata o addirittura con francobolli falsificati. C’è però da riconoscere all’azienda che in molti casi l’attenzione del personale addetto riesce a sventare molte situazioni non pertinenti.

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Figura 5 – impianto di lettura e memorizzazione dell’immagine

Dal “cesto” e dopo essere state raddrizzate, le missive passano, una dietro, l’altra ad altissima velocità, attraverso un sofisticato sistema di lettori ottici (figura 5) in grado di memorizzare le immagini delle buste e leggere istantaneamente gli indirizzi e di interpretare ogni tipo di scrittura. Le immagini delle missive con indirizzo non identificato vengono inviate per via telematica ai centri di lettura OCR dove sofisticati software di interpretazione dei dati, sono in grado di riconoscere in tempo reale gli errori presenti nella scrittura e di suggerirne la correzione. Ogni missiva che passa ad alta velocità attraverso questa parte della linea CFC viene codificata attraverso l’impressione di due codici a barre, uno nero posto a destra in basso ed uno rosa-arancio fluorescente a sinistra. Questi due codici sono ormai oggetti quotidiani a cui siamo un po’ tutti abituati, ma pochi ne conoscono il significato. Quello nero si legge da destra verso sinistra e rappresenta il CAP della località di destinazione a cui è aggiunto un numero di servizio, quello fluorescente, chiamato ID-TAG, invece è la carta d’identità di ciascuna missiva. I due codici hanno compiti differenti ma fondamentali nel flusso della corrispondenza sia nell’ambito del CMP di partenza che in quello di arrivo. Il codice fluo (come viene chiamato nel gergo della lavorazione) consente di identificare senza ambiguità una missiva lungo il percorso della logistica postale, la quale missiva è tracciabile fino alla consegna al destinatario. Mentre del codice a barre nero se ne conosce la decodifica, per quello fluo sappiamo solo che esso consente di conoscere la classe del prodotto, la data e la denominazione dell’impianto di lavorazione, ed identifica il CAP di destinazione e, dove previsto, il portalettere del destinatario.

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Figura 6 – linea IMC

In parallelo alla linea CFC lavora la linea ICM (Immage Capturing Machine) (figura 6) nella quale viene smistata la posta già lavorata proveniente da un altro CMP oppure la Posta Massiva del proprio bacino di appartenenza (figura 7).

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Figura 7 – un operatore alimenta la linea ICM con la posta già lavorata di provenienza da un altro bacino e la Posta Massiva proveniente dal proprio bacino di appartenenza

L’ing. Di Pasqual ha brevemente illustrato come funziona il servizio della Posta Massiva facendo presente che il CMP di Sesto Fiorentino è anche un centro SAP LES, ciò significa che il cliente può scegliere di usufruire del monitoraggio della corrispondenza e, alla fine della consegna, riceve  il file di reporting.
Al momento della nostra visita questa linea stava lavorando la posta massiva. L’orario della visita, ore 11,30, non era l’ideale in quanto in quel momento l’impianto lavorava al minimo della capacità produttiva essendo arrivata solo una consegna del proprio bacino di utenza.
Come molti sapranno, “Posta Massiva” è il servizio dedicato alla clientela commerciale che spedisce grandi quantitativi di corrispondenza. La tempistica nella consegna è di “J+3” (recapito entro tre giorni successivi a quello di postalizzazione), di conseguenza le tariffe applicate sono inferiori a quelle della Posta Prioritaria. Per accedere al servizio è necessario rispettare le condizioni tecniche imposte dalla Società postale che assicura la qualità del servizio. Gli invii devono rispettare tassativamente le dimensioni dei formati P (piccolo) e M  (medio) e l’indirizzo sulla busta deve corrispondere alle loro specifiche di Poste Italiane. La corrispondenza lavorata sia su questa linea che su quella parallela CFC prosegue verso la linea di smistamento STAR per una suddivisione secondo il CMP di destinazione.

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Figura 8 – schema della linea STAR

La linea STAR (Sistema di Trasporto, Accumulo e Routing) è parte integrante del SIACS (figura1) ed è la linea di stoccaggio momentaneo per l’accumulo della corrispondenza suddivisa per aree di destinazione (figura 8 e 9).

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Figura 9 – linea STAR: particolare

Le corrispondenza provenienti dalle due linee sopra descritte (CFC e IMC) vengono immagazzinate per al massimo due ore all’interno delle caselle di stoccaggio della linea STAR; ogni volta che una casella di destinazione è stata completata, tutte le missive in essa contenute vengono avviate alle linee finali LSF. Contemporaneamente questa linea ha anche la funzione di regolare l’afflusso della corrispondenza alle linee finali LSF
Che divideranno le missive secondo il portalettere oppure secondo il CMP di destinazione. Su questa linea sosta anche la posta non riconosciuta dalle linee d’ingresso, in attesa di codifica. La movimentazione di tutte le missive avviene tramite il codice a barre fluorescente arancione applicato sulle buste e sulle cartoline.

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Figura 10 – particolare del settore di incasellamento SFF

La linea LSF è la parte finale della lavorazione della corrispondenza; questa linea è suddivisa in due settori: Smistamento Finale Fine (SFF) che incasella la missive secondo la località di destinazione (figura 10) e Scasellamento e Impacchettamento Mazzetti (SIM) (figura 11). Per queste operazioni il sistema si avvale del codice fluo (ID-TAG) con cui viene riconosciuta ogni singola missiva.

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Figura 11 – linea di impacchettamento secondo i portalettere

Dalle caselle per destinazione omogenea il contenuto di ogni casella passa al secondo settore Scasellamento e Impacchettamento Mazzetti (SIM); qui, sempre in automatico, vengono allestiti i singoli mazzetti suddivisi per zona di consegna. In altre parole la macchina prepara e chiude in un involucro di cellofan la corrispondenza destinata ad ogni portalettere. Alla fine di questa prima parte della visita al CMP fiorentino, il Dott. Di Pasqual ha passato le consegne alla Dott.sa Bernini che ci ha cortesemente guidati alla vista del settore Posta Voluminosa e Posta Registrata.

Posta Registrata e Posta Voluminosa.
Questi due settori sono trattati insieme, ma essi, all’interno del CMP, sono fisicamente separati ed indipendenti. Per quanto riguarda il settore  della Posta Registrata (raccomandate, assicurate, contrassegno ecc.) la visita si è realizzata dall’esterno in quanto la zona operativa è accessibile solo dagli addetti. Tutte le registrate arrivano in contenitori destinati e vengono lavorate manualmente; esse vengono suddivise per CMP di destinazione e continuano il loro viaggio separatamente dalle altre corrispondenze. La movimentazione delle registrate può essere seguito attraverso il proprio computer grazie alla registrazione che viene fatta ad ogni passaggio che la posta registrata subisce. All’interno del settore c’è un controllo molto attento ed efficace sui singoli operatori.

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Figura 12 – linea di smistamento della posta voluminosa

La Posta Voluminosa invece è visitabile e i macchinari per la lavorazione degli invii (CFSM-V: Compact Flats Sorting Machine)  non sono molto differenti da quelli visti poco prima e che compongono il SIACS. Essi hanno necessariamente l’aspetto differente dovendo lavorare plichi con dimensioni variabili, superiori a 120 x 235 mm che corrispondono grosso modo ad un mezzo foglio A4. Questa dimensione è quella che nei tariffari di Poste Italiane è definita “formato medio”. A differenza del piccolo formato, la lavorazione delle voluminose è parzialmente manuale, manca infatti il settore del raddrizzamento; questa operazione è fatta manualmente a causa delle grandi variazioni di dimensione delle missive, si va infatti da quel “formato medio” che corrisponde a poco più di un mezzo foglio, fino quasi ad un A3 (il doppio di un A4); nel gergo dell’azienda la busta voluminosa viene chiamata flat. Alcuni operatori predispongono le buste in appositi scaffali mobili orientate tutte con l’indirizzo dalla stessa parte e, sempre manualmente, le buste vengono trasferite ad una macchina con gli alloggiamenti più capienti, ma molto simile alla linea ICM del SIACS. Le missive vengono anche qui memorizzate e codificate attraverso il sistema OCR e la videocodifica (VDC) e passano poi alla linea finale di smistamento (figura 12) che le incasella in appositi contenitori (figura 13) disposti lateralmente alla macchina. Ogni contenitore contiene missive destinate ad un’unica località, che può essere un ufficio di recapito del proprio bacino o di un altro CMP.

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Figura 13– particolare della linea di smistamento

Le capacità di produzione di questa smistatrice è di circa 26.000 pezzi l’ora (tecnologia del 2012). La smistatrice  CFSM  è usualmente interfacciata con il Tracking & Tracing (Inseguimento & Tracciatura), che è una procedura elettronica del percorso del plico fino al destinatario.  La tracciabilità del percorso avviene tramite il codice ID. Il servizio Tracking & Tracing (T&T) ha elevato il livello qualitativo dei servizi postali di maggior valore aggiunto quali raccomandate, assicurate, pacchi di valore e urgenti. Questo sistema è basato su un centro di gestione e su una serie di centri periferici ad esso collegati tramite la rete di telecomunicazioni. Le fasi di lavorazione avvengono in tre tempi: a) l’identificazione dell’invio tramite un codice a barre applicato al momento dell’accettazione; b) la registrazione del passaggio dell’invio presso i punti nodali della rete postale mediante la lettura del codice (Tracing); c) la raccolta e l’elaborazione dei dati relativi alla storia dell’invio (Tracking).
Alla fine della visita abbiamo approfittato a fare alcune domande alla Dott.sa Bernini in merito ad argomenti più specifici quali l’uso di francobolli falsificati, missive sotto affrancate, posta non consegnata ed inviata al macero ecc. In particolare per quest’ultimo quesito è stato specificato che Poste Italiane ha una procedura ben definita per gli invii da portare al macero. Le spedizioni senza esito (rifiutate sia dal destinatario che dal mittente, o che sia impossibile recapitare per indirizzo insufficiente, errato, destinatario sconosciuto o trasferito, ecc..), sono inviate al macero decorso il termine di 30 giorni di giacenza presso il Gateway di competenza.
La visita ha avuto una durata di 3 ore circa, complessivamente un po’ stancante, ma decisamente molto utile non solo per la verifica delle informazioni in nostro possesso, ma anche per aver avuto l’opportunità di visionare il complesso sistema di macchinari che, pur sapendo di grandi dimensioni, si sono rivelati al di sopra della nostra immaginazione. Siamo sinceramente grati ai nostri interlocutori del CMP di Sesto Fiorentino per questa meravigliosa esperienza.

LA LOGISTICA DI POSTE ITALIANE – parte seconda

Verso una organizzazione centralizzata europea

Di Nicola Luciano Cipriani perito filatelico, Giovanni Leone e Claudio Ernesto Manzati

Le informazioni di carattere generale che abbiamo fornito nel primo articolo, ci consentono di iniziare a raccontarvi il viaggio di una nostra busta dal momento in cui la imbuchiamo in una cassetta postale. Vi spiegheremo come la nostra busta, tra centinaia di migliaia, attraversando le macchine di smistamento del CMP possa arrivare a destinazione finale in così breve tempo. Queste macchine sostituiscono tutta la lavorazione manuale di lettura degli indirizzi, separazione per destinazioni principali, trasferimento al CMP di arrivo e seconda lavorazione per la distribuzione locale.

Il percorso semplificato del processo di lavorazione è riportato in Figura 1 in cui oltre al flusso schematizzato sono indicati anche i tempi previsti per alcuni intervalli della lavorazione che prevedono il prelievo alle ore 9 e la consegna entro le 13 del giorno successivo. Sono riportate anche le due definizioni dei nuovi acronimi

la logistica di poste italiane - verso una organizzazione centralizzata europea – parte seconda

Figura 1 – Schema di flusso della lavorazione della corrispondenza.

Prima di procedere alla descrizione dettagliata, descriviamo brevemente i passaggi dello schema di Figura 1. La raccolta (1) viene effettuata una sola volta al giorno e ad orario prestabilito, entro le 10,00 presso le cassette distribuite sul territorio, entro le ore 12 per le cassette ubicate presso gli uffici postali. L’automezzo che ha prelevato la nostra lettera la trasporta (2) al Centro di Smistamento in Partenza (CRP, settore del CMP di partenza) (3). Da qui dopo la selezione meccanizzata per destinazione viene timbrata e vengono apposti i due codici a barre (nero e rosa-arancio fluorescente) dopo di che viene caricata su automezzi o velivoli (4) per il trasporto al Centro di Smistamento in Arrivo (CRA, settore del CMP di arrivo) (5). Qui la nostra lettera viene rilavorata e separata per destinazione ed insieme a poche altre confezionata per ciascun portalettere e trasportata agli uffici di destinazione (6) i quali la distribuiscono ai singoli portalettere per il recapito (7). Questo riassunto si è reso necessario per poter meglio comprendere la nomenclatura e gli acronimi della logistica postale italiana (figura 2).

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Figura 2 – Definizione degli acronimi

Iniziamo il nostro racconto dettagliato partendo dalla cassetta delle lettere e seguiamo il furgone che l’ha svuotata: la nostra lettera inizia il suo viaggio. Di seguito il testo sarà suddiviso in paragrafi relativi a ciascun passaggio che subirà la nostra lettera, tralasciamo altre tipologie quali la posta registrata che segue un percorso simile ma attraverso canali paralleli.

Raccolta e trasporto

La raccolta dalle cassette postali avviene di norma tra le ore 10 e  le 12 di ogni giorno feriale ad esclusione del sabato. Nelle zone più periferiche (piccoli centri sparsi in zone di campagna) il giro di prelievo di ciascun automezzo è tortuoso ed a volte il rientro al centro di raccolta è intorno alle ore 15. Il personale addetto a ciascun percorso preleva anche la posta registrata e voluminosa presso gli uffici postali. Nei grandi centri invece lo svuotamento delle cassette sulla pubblica via è generalmente separato dal prelievo delle registrate. Dai centri di raccolta locali, la posta viene trasportata al Centro di Meccanizzazione Postale (CMP) del bacino di utenza.

Lavorazione al Centro di Meccanizzazione Postale (CMP)

Cos’è un Centro di Meccanizzazione Postale? È il centro a livello regionale (Figura 3) (in alcune regioni ve ne sono due, solo in Lombardia tre, alcune regioni di piccole dimensioni sono inglobate in altre) dove arriva la corrispondenza in partenza raccolta sul territorio afferente e quella in arrivo da altri CMP per la consegna sul territorio. Si tratta di un ambiente di tipo industriale molto vasto all’interno del quale ci sono i vari settori di competenza per ciascuna attività e tipologia di corrispondenza divisi in posta meccanizzabile, posta voluminosa e posta registrata.

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Figura 3 – Struttura di un Centro di Meccanizzazione Postale (CMP).

Nel proseguo del testo per semplificare la lettura e le descrizioni, facciamo uso di acronimi il cui significato è riportato nella Figura 2.

Il cuore di un CPM è il Sistema Integrato di Accumulo, Codifica e Smistamento della corrispondenza (SIACS) (Figura 4) che riceve tutta la posta meccanizzabile; è un sistema di macchine molto complesso in cui vengono fatte passare tutte le corrispondenze non registrate e non voluminose sia in arrivo che in partenza. Il sistema è composto da tre fasi di lavorazione costituite da macchine, tutte collegate ad un cervello elettronico (SISC) in cui un complesso sistema di software e data-base svolge la funzione di riconoscimento automatico (OCR) e di codifica semiautomatica (VCS) delle immagini acquisite dalle linee di ingresso. La prima fase è composta da due linee di ingresso che entrambe effettuano la videocodifica veloce, l’acquisizione dell’immagine ed il presmistamento per inviare la busta verso la seconda fase di lavorazione (STAR).

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Figura 4 – Struttura di un Sistema Integrato di Accumulo Codifica e Smistamento (SIACS).

Delle due linee di ingresso, la prima è chiamata CFC ed ha la funzione di selezionare le corrispondenze per dimensione e  le raddrizza per la timbratura. All’interno di questa prima linea vengono memorizzate le immagini delle missive mediante sistema OCR (Optical Character Recognition); le immagini vengono inviate al cervello elettronico (SISC) che fornisce indicazioni sulla destinazione della lettera. A questo punto il sistema stampa il codice a barre fluorescente (ID-TAG), tale codice, d’identificazione fisico-informatica, consente di riconoscere ciascuna missiva come unità fisica. La seconda linea d’ingresso è chiamata ICM (Macchina di registrazione delle immagini) dove vengono smistate le corrispondenze provenienti da un altro CMP e quindi già codificate. Anche in questo caso la macchina procede alla memorizzazione delle immagini delle missive.

Dalle due linee d’ingresso le lettere vengono trasferite alla seconda fase di lavorazione che è costituita da una macchina (STAR) composta da più piste in cui le missive transitano e vengono lavorate dal cervello elettronico (SISC) che le raggruppa per destinazioni omogenee (Posta Buffer). Tutta l’operazione avviene utilizzando i dati del codice a barre rosa-arancio fluorescente (ID-TAG).

I gruppi di missive suddivisi per località omogenee vengono trasferiti alla terza fase di lavorazione finale (LSF) che è costituita da macchine che interagiscono ancora con il cervello elettronico (SISC) tramite l’ID-TAG e stampano sulle missive il codice a barre nere (CAP + numero di servizio) dopo di che le incasellano pronte per essere inviate  a destinazione. La linea di smistamento finale (LSF) è suddivisa in due fasi di lavorazione. Le missive entrano prima nello Smistamento Finale Fine (SFF) e la macchina interagisce ancora con il cervello elettronico (SISC) per la verifica del codice fluorescente (ID-TAG). Dopo entra nel Sistema Impacchettamento Mazzetti (SIM) in cui le missive per destinazione omogenea vengono selezionate ed impacchettate per ciascun portalettere.

Il sistema SIACS non è perfetto, esso presenta carenze per lo più nella lettura dell’indirizzo tramite sistema OCR ed elaborazione da parte del cervello elettronico (SISC). Infatti molte missive, in cui gli indirizzi sono scritti sia mano sia stampati, non sono riconosciute dal sistema e vengono momentaneamente stoccate in un buffer della seconda fase di lavorazione (STAR) pur avendo ricevuto il codice a barre fluorescente (ID-TAG). Per la ripresa della lavorazione di queste missive stoccate, entra in azione il Centro di Videocodifica (CSC). Questi Centri non sono necessariamente ubicati all’interno del CMP; molti ex uffici provinciali per la lavorazione della corrispondenza sono stati trasformati per le operazioni di videocodifica. Alla fine del 2009 i Centri operanti erano 34 con circa 500 postazioni di terminali. I centri e le postazioni di Videocodifica sono cresciuti nel tempo per risolvere i problemi dell’OCR/SISC e raggiungere l’obbiettivo di qualità (J+1) del Servizio Postale Universale posto all’89% delle consegne. Gli operatori dei Centri di Videocodifica lavorano ad un terminale in cui si susseguono le immagini delle missive accantonate nel buffer; l’operatore digita il CAP per ciascuna missiva il quale viene inviato al cervello elettronico (SICS) del CMP che recupera la missiva dal buffer e la rimette in lavorazione all’interno del SIACS per procedere all’invio a destinazione. La codifica remota da parte di operatori si svolge a turni e per orario continuato. A dimostrazione della parziale capacità di lettura del sistema OCR/SISC notiamo il continuo incremento del numero di postazioni di videocodifica che Poste Italiane ha operato nel 2008 (+ 78) e nel 2009 (+252) pur avendo un volume di missive lavorate che possiamo considerare costante nel tempo se non addirittura in diminuzione, visto l’incremento di altri sistemi di comunicazione e di privati autorizzati alle spedizioni. Molto probabilmente il non perfetto funzionamento del sistema OCR/SISC è da imputare ai software di elaborazione che utilizzano modelli matematici non sufficienti per far operare il sistema in modo funzionale in quanto si basano sulla compilazione di algoritmi non ancora in grado di decifrare in pieno i caratteri della scrittura sia corsiva che stampata. Probabilmente in futuro lo studio di nuovi algoritmi consentirà al sistema di operare in modo più rispondente alle funzioni da svolgere.

LA LAVORAZIONE DELLA CORRISPONDENZA

di Nicola Luciano Cipriani, perito filatelico.

Cari amici, l’idea di scrivere qualcosa su questo argomento mi gira nel cervello da un po’ di tempo, quando mi capitò di leggere l’articolo “Quattro chiacchiere sul CAP e sull’automazione postale” di Marino Bignami (da: Il Postalista, 5/2/2009). Questo autore ha studiato le modalità di registrazione del CAP e dei dati necessari alla consegna della corrispondenza ed ha spiegato il significato dei codici a barre riportati sulle buste; informazioni che ne agevolano la lavorazione meccanica e che, attraverso lettori ottici ne consentono lo smistamento. Rimando all’esauriente articolo citato chi volesse informazioni in merito ai codici (barrette nere e rosse) che accompagnano tutta la nostra corrispondenza.

Le modalità di lavorazione della corrispondenza

Qui voglio invece parlarvi più specificatamente delle modalità di lavorazione della corrispondenza. Per scrivere su questo argomento, come potete immaginare, sarebbe stato utile reperire informazioni presso i vertici del settore specifico, o comunque ad un livello che potesse fornire informazioni circa la strutturazione a livello nazionale. Purtroppo sapete come vanno le cose in Italia: sembra tutto segreto di Stato.

All’inizio, nello scorso mese di luglio e prima di rendermi conto di questa incomprensibile chiusura nella diffusione delle informazioni, avevo incontrato a Grosseto una persona molto gentile che mi ha dato poche notizie di interesse a livello locale. Lì ho avuto informazioni in merito al lavoro che viene svolto sia per la corrispondenza in partenza, sia in arrivo. Poco prima, avevo notato su una corrispondenza proveniente da Grosseto, il timbro annullatore meccanico ad ondine di Pisa. Infatti dalle informazioni avute, in quel periodo era appena iniziata la concentrazione della lavorazione della corrispondenza presso il CMP di Pisa.

Dall’incontro con il gentile personaggio ho saputo che la Toscana era stata suddivisa in due grandi aree: una costiera ed una interna. La prima è costituita dalle province di Grosseto, Livorno, Pisa, Massa Carrara e Lucca la cui corrispondenza converge tutta al CMP di Pisa, mentre la parte interna (province di Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo e Siena) la fa convergere al CMP di Firenze. Vi ricordo che il CPM è il Centro di Meccanizzazione Postale. L’Italia da tempo sta cercando di automatizzare la lavorazione della corrispondenza i cui caratteri peculiari sono: rilevazione del CAP e dell’indirizzo del destinatario, separazione dei plichi per località.

Per raggiungere meccanicamente questo scopo, bisognava dotarsi di macchine adeguate che potessero “leggere” e “registrare” i dati necessari in modo da suddividere la corrispondenza per destinazioni. Attualmente la maggior parte della corrispondenza ha l’indirizzo di destinazione scritto in caratteri a macchina, solo in parte è scritta ancora a mano sia in caratteri stampatello che in corsivo. È facile pensare che in passato la quantità di indirizzi scritti a mano sia stata molto superiore e più abbondante di quella scritta a macchina. Sicuramente la scrittura corsiva a mano è stato un ostacolo per la lettura elettronica, infatti se ricordate, diversi anni fa, furono stampati nuovi bollettini di C/C postale (attualmente ancora in uso) che riportano una serie di caselle all’interno delle quali siamo tutti invitati a scrivere i dati inserendo una lettera per ciascuna casella ed in carattere stampatello. È stato l’inizio della lettura elettronica dei prodotti postali.

L’era della scansione elettronica

Oggi la tecnologia ci ha consentito di costruire macchine in grado di leggere e tradurre anche la scrittura manuale. Si tratta di macchine molto complesse, dotate di lettori ottici, scanner, stampa di codici a barre e quant’altro serve per smistare la corrispondenza.

Lavorazione della corrispondenza

Nella immagine è riportata una di queste macchine ripresa da Marino Bignami (Il Postalista 5-2-2009). Come potete vedere si tratta di macchine di dimensioni enormi che sono capaci di:

– leggere l’indirizzo ed il CAP
– trascrivere i dati trasformandoli in codice a barre
– separare la corrispondenza per località di destinazione
– separare la corrispondenza per rione di competenza per ciascun portalettere
– fotografare e separare la corrispondenza non identificata
– riprendere la corrispondenza non identificata e smistarla dopo il riconoscimento

Gli ultimi due punti sono molto interessanti e penso noti a pochi. La corrispondenza che i lettori elettronici non sono stati in grado di riconoscere viene accantonata e scansionata, l’immagine viene inviata in tempo reale, attraverso la rete, agli ex CPM provinciali in cui ci sono operatori 24 ore su 24 che lavorano al computer sui cui monitor scorrono le immagini della corrispondenza accantonata. Ciascun operatore digita l’indirizzo riportato nell’immagine e lo ritrasmette al CMP da cui era stato inviato.

Con la nuova trascrizione dell’indirizzo, la macchina del CMP è in grado di riprendere la corrispondenza accantonata e rimetterla nel ciclo dello smistamento. Molto probabilmente queste grandi macchine non sono ancora perfette in quanto i non pochi plichi accantonati hanno l’indirizzo scritto sia a mano che a macchina. Nel CMP da me visitato ho visto passare moltissima corrispondenza sui monitor ed erano attivi 5 operatori.

Potrebbe quasi sorgere il dubbio che tutta la corrispondenza inoltrata al CMP territoriale sia trasmessa sui monitor dei CMP provinciali che, in questo caso funzionano da operatori di inserimento degli indirizzi che vengono trasmessi al CMP territoriale. Purtroppo, in mancanza di informazioni ogni dubbio è lecito. Non tutti i CPM provinciali potrebbero essere stati abilitati a questa operazione di controllo e correzione (quello di Grosseto è attivo) in quanto questa operazione è molto veloce; alcuni sicuramente sono stati chiusi.

Non è dato sapere da quanto tempo è iniziata questa operazione di ammodernamento della lavorazione della corrispondenza; sicuramente è iniziata dalle città più grandi e progressivamente altrove. Non è nemmeno dato sapere se ad oggi l’Italia è totalmente coperta da questo nuovo sistema. Come potete capire la lavorazione della corrispondenza in Italia ha finalmente raggiunto (o sta raggiungendo) un livello decisamente moderno. In questo modo possiamo anche capire come sia possibile che la corrispondenza ci giunga ormai in tempi molto brevi. Non sono a conoscenza delle statistiche, ma, per mia esperienza nella zona di Grosseto la posta prioritaria viene consegnata in genere in due giorni, talora anche il giorno dopo; la posta registrata invece richiede 2-3 giorni per la consegna. Le cose sono un po’ diverse a Firenze dove ho potuto constatare che la consegna richiede generalmente non meno di un giorno in più.

Sicuramente alcuni di voi avranno osservato tempi di consegna diversi da quelli che ho esposto, la cosa è però troppo legata alla realtà locale o perché la città è molto grande, o perché nelle campagne il territorio di competenza di ciascun portalettere ha le abitazioni sparse su un’area ampia. Naturalmente ci sono ancora casi poco spiegabili e legati sostanzialmente a disfunzioni locali e/o individuali. Mi sarebbe piaciuto fornirvi informazioni a livello nazionale, ma le ho richieste ufficialmente in settembre, in veste di articolista per giornali del settore, all’Ufficio Relazioni Esterne delle Poste Centrali di Firenze, ma non ho avuto alcuna risposta.

Possiamo solo ipotizzare (almeno ce lo auguriamo) che ad oggi dovrebbe essere stata completata la suddivisione nazionale per aree sopraprovinciali e che ciascuna area fa riferimento ad un CMP attrezzato con almeno una moderna macchina come quella mostrata in foto; il CMP di Milano probabilmente ne avrà più di una. Le regioni italiane, se piccole, dovrebbero fare riferimento ad un solo CMP, se grandi a più di uno. In Toscana ce ne sono due (Firenze e Pisa), mi risulta che in Sicilia ce ne siano altri due (Catania e Palermo), in Sardegna uno (Cagliari), la Liguria probabilmente dovrebbe avere un solo CMP (Genova).

Di altri non so, con il vostro aiuto però possiamo ricostruire la mappa degli attuali CMP in funzione. L’invito a voi tutti è esplicito, inviate via mail o come commento il numero dei CMP della vostra Regione, lo potete ricavare dal timbro della corrispondenza che ricevete.

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