Quantcast
Nicola Luciano Cipriani

Serie ordinarie di Repubblica

IL 300 LIRE SIRACUSANA CON IL COLORE VERDE FLUORESCENTE

Nicola Luciano Cipriani e Antimo (Nino) D’Aponte

 

 

Descrizione delle tirature

Il 4 gennaio 1988 (G.U. n° 288 del 6 ottobre 1987) la serie ordinaria “Italia Turrita” detta Siracusana venne dichiarata “fuori corso” e sostituita già dal 1980 dalla serie Castelli coesistendo per ben otto anni circa.

In particolare il valore da lire 300 fu emesso in data 18 luglio 1972 con filigrana Tappeto di Stelle 4 in posizione verticale e stampato con macchina Goebel 300 in 3 gruppi da 100, vale a dire che il cilindro portava tre fogli da 100 incisi. La stampa è stata realizzata su carta fluorescente con gomma arabica, dentellato 14×14¼ con perforatore a Pettine semplice orizzontale sinistro e bordo ornato a nastro lungo i lati verticali. Per questa emissione è nota una sola tiratura (figura 1).

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Tiratura unica con gomma arabica (da Biraghi 2009-2016).

 

 

Successivamente, nel 1974 lo stesso francobollo fu ristampato con le medesime caratteristiche della prima emissione, ma usando un tipo di gomma diversa, quella vinilica, il colore, verde smeraldo, in questa tiratura è leggermente più chiaro rispetto a quella precedente. È la prima tiratura con colla vinilica (figura 2).

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

I tiratura con gomma vinilica (da Biraghi 2009-2016).

 

 

Nel 1976 è posta in vendita una nuova tiratura riconoscibile dall’assenza del disegno a nastro sui bordi e le scritte sui bordi a caratteri più piccoli. Nella figura 3 la scritta fluorescente è visibilmente differente rispetto alle tirature precedenti. È la II tiratura con colla vinilica (Biraghi D., 2009-2016).

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

II tiratura con gomma vinilica (da Biraghi 2009-2016).

 

 

Da aggiungere all’esauriente lavoro di Daniele Biraghi alcune note sulla possibilità di distinguere i tre gruppi di 100 nelle due tirature con gomma arabica e vinilica I tiratura.

Nel I gruppo di entrambe le tirature si osserva la scritta fluorescente inclinata, sale infatti leggermente verso destra, e un piccolo puntino aderente il tratto inclinato della N nella tiratura vinilica (figura 4).

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Caratteristiche del I gruppo da 100 dell’emissione del 1972 e quella del 1974.

 

 

Nel II gruppo la scritta fluorescente in entrambe le tirature è quasi orizzontale e sale in modo impercettibile verso destra (figura 5).

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Caratteristiche del II gruppo da 100 dell’emissione del 1972 e quella del 1974

 

 

Infine nel III gruppo in entrambe le tirature la scritta fluorescente è quasi orizzontale, ma in questo caso scende in modo impercettibile verso destra (figura 6). Nella tabella che segue sono riassunti i dati diagnostici.

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Caratteristiche del III gruppo da 100 dell’emissione del 1972 e quella del 1974

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

tabella riassuntiva dei caratteri di ciasscun gruppo delle due tirature: quella con gomma arabica e quella con gomma vinilica

(*) Secondo un recente articolo di Biraghi le tirature con colla arabica sarebbero due e si distinguono per alcune varietà di riporto causate probabilmente dalla rigenerazione del cilindro

 

 

In quanto alla II tiratura con colla vinilica, questa si distingue molto bene dalle due descritte in dettaglio per le scritte sui bordi molto più piccole, compresa la parola fluorescente, la differenza è decisamente evidente, le sue misure sono mm 34 x 2,5 contro 52,5 x 3,7. Inoltre la posizione dei puntini di colore che contrassegnano i tre gruppi di cento sono posti sotto il 100° esemplare e non sopra il 10°.

Del 300 lire Siracusana è noto un falso stampato a Roma nel 1977 e, nello stesso anno (21/11/1977) a causa di questa falsificazione, venne messo fuori corso.

Altra nota recente: la scoperta di un nuovo passo della dentellatura (14 x 14,10) (Cipriani e D’Aponte, 2024). Le misure sono state effettuate su francobolli in affrancature SNAG a partire dal 1972 sia su valori stampati su carta con gomma arabica, sia con gomma vinilica. Potrebbe esser probabile che il nuovo perforatore fosse stato prima usato saltuariamente e più tardi in modo continuativo.

Al di là delle note distintive tra le varie tirature, che per altro sono decisamente da collezionisti delle specializzazioni, questo articolo è stato stimolato da una novità ed è stato necessario analizzare in dettaglio le tirature per poter capire a quale/li di queste attribuire la caratteristica dell’inchiostro reattivo alle radiazioni UV.

 

 

La novità

 

La scoperta è avvenuta per caso, mentre Nino si accingeva a sistemare e a verificare un piccolo lotto di questi valori, sia nella dentellatura che nella fluorescenza. Quest’ultima si mostra, come è noto, in varia tonalità: dal color avorio, al giallo limone e al bianco/azzurrina, tutte più o meno intense. E mentre alcuni esemplari, sotto l’effetto della Wood, facevano bella mostra della propria reattività, tra i tanti è emerso un francobollo che aveva qualcosa di anomalo. Presentava una risposta del verde agli UV molto scura e leggermente sfocata; la cosa ha incuriosito Nino ed ha analizzato l’esemplare per capire meglio le sue caratteristiche. Anche al verso, e sempre sotto gli UV, si palesava l’immagine speculare della vignetta (figura 7). Ovviamente in luce bianca il francobollo non è distinguibile dagli altri.

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Luce viola: la freccia verde indica il francobollo con il colore verde molto scuro leggermente sbavato che, visto sul retro, mostra l’immagine del verso in colore blu-violaceo

 

 

L’immagine che segue (figura 8) riproduce un confronto tra il francobollo (a destra) reattivo ai raggi ultravioletti ed uno normale (a sinistra) che non mostra alcuna risposta; per entrambi gli esemplari sono presenti sia il fronte che il retro osservati sia in luce bianca che UV.

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Il francobollo riprodotto a sinistra è normale, quello a destra risponde alla luce viola. In alto le visioni fronte/retro e in luce bianca dei due francobolli, in basso gli stessi in luce viola.

 

 

In luce bianca (parte alta della figura), si può vedere come i due esemplari appaino con le stesse caratteristiche, ma osservando bene, già in queste condizioni, il retro del francobollo di destra mostra una leggera immagine del fronte; probabilmente questa evidenza è da attribuirsi ad un diverso tipo di carta, forse leggermente più sottile dell’altro esemplare.

In luce viola, invece, (parte bassa della figura) si evidenziano le differenze delle risposte dei due francobolli. Mentre l’esemplare normale (a sinistra), a parte la fluorescenza gialla, non mostra alcuna differenza rispetto alla luce bianca, l’esemplare di destra, sia per l’immagine del fronte che del retro, si differenzia notevolmente per la reazione alla radiazione UV. Sul fronte si osserva un tono di verde molto più scuro, quasi nero-verde, e gli stessi tratti di colore appaiono leggermente sbavati. Sul retro, l’immagine della stampa appare accentuata e ben visibile nelle sue varie parti.

L’immagine di colore scuro che appare sul retro a seguito del trattamento in luce viola è del tutto simile a quello che è stato osservato in altri francobolli da parte di vari autori (Cipriani, D’Aponte, Borgogno, Spampinato, vedi bibliografia).

La prima scoperta fu per il 1000 lire Castelli (Cipriani, 2014). Per questo francobollo fu evidente una forte risposta del colore nero del maniero che sul retro mostrava il suo fantasma di colore scuro. Date le similitudini cromatiche, si pensò che l’immagine sul retro fosse dovuta alla fluorescenza del colore nero. Nel tempo però questo fenomeno è stato notato anche per altri colori: il marrone del 900 lire (Cipriani, 2015), il marrone, verde e azzurro nel 750 (Cipriani e Borgogno, 2016), il grigio della cornice del Castello da 350 lire (Cipriani, 2016, su segnalazione di G. Spampinato), il grigio bluastro ed altri colori negli Alti Valori lire (Cipriani, 2017), il blu ed il rosso nel segnatasse da 500 lire (Cipriani, 2017, su segnalazione di G. Spampinato), Il marrone nell’800 lire Donne Nell’Arte (Cipriani e D’Aponte, 2016), il colore metallizzato dorato a base di ottone utilizzato in alcuni francobolli degli anni ’70 dello scorso secolo (D’Aponte, 2020, aggiornato su segnalazione di G. Spampinato).

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Fantasma del Castello di Montagnana sul retro del francobollo. Il fronte è speculare per agevolare il confronto con la sagoma del castello sul retro.

 

 

Sin dal ritrovamento dei primi colori diversi dal nero si pensò che questo strano fantasma sul retro dei francobolli (figura 9) non poteva essere legato al pigmento, anche se in molti colori è spesso presente una certa percentuale di nero. L’effetto doveva necessariamente interessare altri componenti dell’inchiostro. È da questa considerazione che abbiamo indirizzato le nostre osservazioni sugli inchiostri e tentare di giocare al piccolo chimico. La storia degli inchiostri è semplicemente fantastica e ci mostra uno spaccato della genialità umana veramente sorprendente. Abbiamo sempre sottovalutato i nostri predecessori, specialmente quelli più antichi; abbiamo sempre pensato di essere in qualche modo “superiori”. Ma è solo un pensiero molto arrogante. L’unica differenza è soltanto il livello di conoscenza tecnologica; si dovrebbe essere coscienti che gli antichi erano di certo superiori a noi per il livello di inventiva che gli consentiva di “costruire” con nulla e dal nulla tutto ciò che era loro occorrente. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo il piacere di riportare un po’ di storia essenziale sulla fabbricazione degli inchiostri. Ci scusiamo naturalmente con chi ne è già a conoscenza e confidiamo di fornire notizie utili agli interessati.

 

 

Lo stato dell’arte e gli inchiostri nella storia

 

La scoperta dei colori fluorescenti visibili sul retro dei francobolli, che presentano un colore blu-violaceo molto scuro, ha prodotto un cospicuo impulso alla osservazione dei colori con cui sono stampati i francobolli per scoprire nuovi valori con questa caratteristica e per capire quale componente degli inchiostri potesse generare la fluorescenza descritta.

Per meglio affrontare questa ricerca, si è reso necessario conoscere la composizione degli inchiostri e la loro evoluzione nel tempo. Mediamente un inchiostro moderno ha una composizione molto complessa nella quale ogni componente ha proprie e specifiche funzioni, inoltre la composizione, la densità ed altre caratteristiche variano a seconda della tipologia e del metodo di stampa. A mo’ di esempio si riporta una composizione generica espressa con intervalli percentuali.

  • pigmento dal 13 al 20%, nel caso di pigmento bianco coprente (biossido di titanio) si arriva al 50%;
  • resine alchidiche (vegetali da lino, soia, ecc) 10-15%;
  • resine dure (da colofonia) 25-30%; oli minerali o vegetali 30-35%;
  • cere 5%; essiccanti 1-2% e antiessiccanti 1-2%.

I pigmenti moderni, che conferiscono il colore all’inchiostro, sono stati per lo più inorganici fino a qualche decennio fa; negli ultimi anni sono stati modificati molti componenti ed attualmente sono tutti prodotti di sintesi. Generalmente i pigmenti naturali non sono fluorescenti oggi, invece, con i prodotti di sintesi si riesce a fare di tutto, ma questo è tutto un altro mondo.

Tornando al nostro fantasma fluorescente e per svelarne il mistero bisogna cercare di capire quale componente organico possa causare la fluorescenza di alcuni inchiostri usati nella seconda metà dello scorso secolo. Certamente la fluorescenza è argomento tecnico-scientifico moderno, ma ci ha incuriosito molto conoscere in modo un po’ più approfondito l’evoluzione subita dagli inchiostri nel corso del tempo e sono venute fuori notizie molto interessanti che abbiamo il piacere di raccontare.

Ci siamo rivolti ad alcune tipografie, attraverso conoscenze personali, ma le risposte non sono state affatto utili. Lo studio sugli inchiostri da stampa, spazia in campo molto vasto e non è stato facile orientarsi. Inoltre la composizione di molti inchiostri è piuttosto complessa e può essere caratterizzata da molti componenti di origine sia organica che inorganica. Le caratteristiche dei componenti inorganici (essenzialmente pigmenti minerali) degli inchiostri sono noti a Cipriani per il suo trascorso da mineralista presso l’università di Firenze; i componenti organici invece sono tutto un altro mondo. Non siamo riusciti a trovare informazioni sulla loro fluorescenza, nemmeno chiedendo ad esperti del settore. Abbiamo allora pensato di fare un tentativo di analisi sul componente più frequentemente usato negli inchiostri sia recenti che del passato: l’olio di lino.

Abbiamo fatto un tentativo di prova con olio di lino, sia cotto che crudo. Abbiamo bagnato alcuni francobolli con entrambi i tipi di olio ed abbiamo fatto osservazioni alla lampada di Wood ripetute nel tempo ad intervalli lunghi. Sono passati ormai oltre tre anni, ma le osservazioni non hanno mai mostrato effetti cromatici dovuti alla ossidazione dell’olio. Abbiamo testato anche la colofonia solida agli UV. Questi tentativi sono stati solo una delle tante strade percorribili data la variabilità composizionale degli inchiostri; ma la logica ci ha fatto scegliere i componenti più frequentemente utilizzati nel tempo. L’ossidazione avrebbe dovuto manifestarsi in tempi relativamente brevi perché i francobolli che mostrano sul retro il colore nero-bluastro erano quasi “freschi di stampa” al momento della scoperta, avvenuta negli anni ‘90 e non scovati in un vecchio cassettone in soffitta. Non è facile individuare il componente reattivo agli UV, potrebbe essere un componente sempre usato ma di produzione moderna, oppure uno moderno mai usati prima; potrebbe anche essere un particolare additivo di uno specifico produttore o un additivo specifico in un periodo limitato di una produzione aziendale.

È interessante notare che l’olio di lino è stato adottato nella fabbricazione degli inchiostri sin dai tempi della nascita dei processi di stampa messi a punto da Gutenberg.

Si legge in Storia degli antichi inchiostri per scrittura e per stampa (https://reinol.it/it/):

….. i primi tentativi di utilizzo di inchiostri acquosi fatti con ricette storiche furono vani a causa della mancata aderenza dei liquidi alle forme metalliche delle lettere preparate dal famoso stampatore. Egli capì la necessità di utilizzare un liquido più viscoso dell’acqua e fece ricorso agli oli. L’idea fu quella giusta anche se la soluzione idonea fu trovata con il tempo e con tentativi. Si pensa che inizialmente gli oli fossero addizionati all’inchiostro ferrogallico a base acquosa, pur non esistendo prove in merito.

L’inchiostro ferrogallico per ossidazione produce una colorazione marroncina (figura 10) rivelatrice della presenza di ferro, colore ben presente in molte prefilateliche (n.d.a.).

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

20 luglio 1544, bolgetta del Cesareo Corriere del Ducato di Milano, da Alessandria indirizzata al Governatore di Milano, Marchese Del Vasto

 

 

Di certo la giusta “ricetta” per l’inchiostro fu il risultato di aggiustamenti successivi. Ed ancora:

Le notizie storiche intorno ai primi inchiostri tipografici sono particolarmente scarse, occorre però sottolineare il fatto che l’inchiostro della celebre Bibbia delle 42 righe (1450-52) (figura 11) è già sostanzialmente perfetto, certamente frutto di una lunga ricerca che collega Gutenberg ai pittori olandesi-fiamminghi, che inventarono la pittura con colori ad olio (di lino) nel XV secolo. Sta di fatto che le prime opere stampate impiegano già inchiostri neri e densi, privi di nuances marroni, come capita ancora per molte opere dei secoli successivi….

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Una delle circa 40 copie rimaste delle 180 stampate della Bibbia a 42 righe di Gutemberg

 

 

….Un documento della fine del Quattrocento, nel Diario della Stamperia di Ripoli, elenca i materiali acquistati da una tipografia gestita dalle monache del convento fiorentino di Ripoli (ripreso da Vincenzo Fineschi nel 1781, figura 12, n.d.a.). Sappiamo così che il convento acquistava olio di lino e trementina, ragia, vernice linoleica solida o liquida a seconda della stagione, dal momento che la temperatura influisce enormemente sulla viscosità dell’inchiostro tipografico, che dev’essere più viscoso se la temperatura cresce….

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

in figura si riporta il frontespizio con il titolo e la pag 49 dell’opera “Notizie Storiche Sopra la Stamperia di Ripoli” scritta dal padre domenicano Vincenzo Fineschi nel 1781. La pagina riporta un elenco degli acquisti per fabricare gli inchiostri. La Stamperia di Ripoli è stata attiva a cavallo tra il ‘400 ed il ‘500

 

….Una generica antica ricetta per inchiostri tipografici indica una composizione contenente tre parti di nerofumo da macinare con circa 15 parti in peso di vernice di olio di lino o di noce cotti. Tutte le mattine i torcolieri erano obbligati a prepararsi la quantità di inchiostro nero necessaria per la giornata, perché tale inchiostro essicca in poco tempo, essendo gli oli impiegati (lino e noce) appunto siccativi….

….Recentissime analisi (2003-2004), basate sulle più moderne tecniche, sono state eseguite su fogli originali della Bibbia stampata da Gutenberg nel 1452, la famosa Bibbia delle 42 righe, primo libro completo stampato con tecniche tipografiche. Il risultato di queste ricerche, … per le quali si sono impiegate le tecniche di spettroscopia IR nella banda micro Raman, … consente di affermare che l’inchiostro impiegato da Gutenberg nella Bibbia delle 42 righe contiene proprio olio di lino, olio di noce e nerofumo. L’olio di noce, rispetto a quello di lino, ingiallisce prima, ma, se viene riscaldato, essicca più lentamente, fattore determinante per la produttività tipografica.

 

Tornando alla produzione degli inchiostri moderni, l’uso dell’olio di lino è durato fino ad alcuni decenni fa, gradatamente questo, ed altri componenti organici, sono stati sostituiti da resine ed oli di sintesi in quanto gli organici, anche se non sempre, spesso subiscono processi di alterazione (ossidazione) i cui effetti diventavano visibili sulle parti stampate. Gli oli e le resine di sintesi invece hanno caratteristiche fisiche e chimiche molto più stabili ed i prodotti a stampa risultano più durevoli nel tempo, ma anche loro hanno problematiche di altri tipi. Le ricerche storiche hanno permesso di capire alcuni aspetti della produzione degli inchiostri e studi relativamente recenti hanno consentito di conoscere le caratteristiche fisiche e chimiche degli oli, ma non siamo riusciti a sapere nulla in merito alla loro fluorescenza.

Ora possiamo riprendere il nostro francobollo da 300 lire. Abbiamo rovistato tra il nostro materiale e qualcosa è venuto fuori (figura 13) inoltre scambiando con Daniele Biraghi alcune informazioni abbiamo ricevuto la coppia di figura 14. I tre francobolli sono tutti con gomma arabica della prima tiratura e presentano la caratteristica reazione agli UV. Le due immagini parlano da sole dopo aver trattato questo argomento più volte.

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Un esemplare nuovo del 300 lire Siracusana con il colore verde reattivo agli UV.

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Coppia del 300 lire con gomma arabica (III gruppo), angolo di foglio destro-alto e colore verde reattivo agli UV.

 

 

Abbiamo verificato il nostro materiale ed è stato possibile riscontrare che il colore verde è reattivo agli UV solo in una parte della prima tiratura con gomma arabica ed è subito arrivata la domanda: ma in quale periodo è stata immessa questa variante? Siamo allora ripartiti con le verifiche, ma questa volta, analizzando le buste viaggiate. Il campione non è stato particolarmente grande, ma sufficiente a capire che le date più vecchie trovate risalgono a novembre 1972 (figura 15) ed hanno avuto continuazione nel 1973. Informazioni più dettagliate in merito al periodo d’uso potranno scaturire con l’analisi di ulteriori campioni di storia postale.

 

 

Il 300 lire Siracusana con il colore verde fluorescente

Servizio Notificazioni Atti Giudiziari inviati da Vitulano (BN) il 6.11.1972 per Roma e affrancato in tariffa con un 300 lire ed un 50 lire Siracusana. Il 300 lire presenta reattività agli UV come messo in evidenza dalla immagine sovrapposta alla busta.

 

 

Sono stati trovati anche alcuni esemplari, sempre su SNAG, con date del 1975, possono essere considerati la solita coda durante lo smaltimento delle vecchie distribuzioni. L’emissione è del 18 luglio 1972, quindi la produzione con inchiostro reattivo è del primo periodo, Probabilmente vennero stampati quasi in contemporanea con l’emissione tipo. Non abbiamo riscontro di reattività in esemplari con colla vinilica che sono stati distribuiti sin dal gennaio 1974. Non ci sono ancora note le caratteristiche di quella che si potrebbe chiamare tiratura B della colla arabica recentemente individuata da Daniele Biraghi; sarà interessante verificare quale delle due tirature, o se di entrambe, sia/no interessata/e dal colore reattivo alla radiazione UV.

 

 

Bibliografia

Biraghi D., 2009-2016 Collezione “La Siracusana”

Biraghi D. e Biraghi B., Le tirature del 300 lire Siracusana fluorescente.

Cipriani N. L., 2014. Uno strano 1000 lire Castelli. http://www.peritofilatelicocipriani.it

Cipriani N. L., 2015. Anche il 900 lire Castelli ha colori fluorescenti. http://www.peritofilatelicoci-priani.it

Cipriani N. L., 2016. 750 lire Castelli: ancora colori fluorescenti. http://www.peritofilatelicoci-priani.it

Cipriani N. L., 2016. Ancora nuove scoperte sui Castelli: anche il 350 lire ha l’inchiostro fluorescente. Su segnalazione di G. Spampinato. Il francobollo Incatenato n. 266.

Cipriani N. L., 2017. Gli Alti Valori Lire con colori fluorescenti. http://www.peritofilatelicocipriani.it

Cipriani N. L., 2017. Un inedito 500 lire segnatasse. http://www.peritofilatelicocipriani.it

Cipriani N. L., D’Aponte A., 2016. Donne Nell’Arte: marrone fluorescente? Il francobollo Incatenato, n. 266.

D’Aponte N., 2018 – Il colore metallizzato usato in alcune emissioni degli anni ’70 del 1900. Il postalista https://www.ilpostalista.it/filatelia/295.htm. Con aggiornamento di comunicazione da parte di G. Spampinato. Pubblicato anche su: L’occhio di Arechi, Il Corriere Postale, e La Ruota Alata.

Fineschi V., 1781. Notizie Storiche sopra la Stamperia di Ripoli.                                                                                                             https://books.google.it/books?id=Nbpsc8t7C9QC&pg=PR1&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=1#v=onepage&q&f=false

Riggi G., 1990. La Fluorescenza nei Francobolli d’Italia. edizioni CRAL SIP sez. Torino.

Riggi G., 1995. La Fluorescenza nei Francobolli d’Italia 1944-1994. Vaccari edizioni

Storia degli antichi inchiostri per scrittura e per stampa. https://reinol.it/it/.

ALTI VALORI CALCOGRAFICI SIRACUSANA: UNA NUOVA DENTELLATURA

Nicola Luciano Cipriani e Nino D’Aponte

 

Nell’articolo “La Siracusana Calcografica del 1968” (2024) Nino D’Aponte ha comunicato il ritrovamento dei valori 100 e 200 lire Siracusana con la dentellatura 14 x 14,10 (14 x 14), Su questi francobolli ho effettuato una analisi peritale (figura 1) confermando i valori trovati da Nino. Questo ritrovamento ha innescato la curiosità di verificare i valori delle perforazioni degli alti valori stampati in calcografia della serie Siracusana emessa su carta fluorescente. Sono stati analizzati numerosi esemplari degli altri valori, della medesima serie, stampati in calcografia: 150, 300, 350 e 400 lire.

certificato peritale attestante la dentellatura 14 x 14,10 dei due valori da 100 e 200 lire nuovi con gomma originale e perfetti

Come è noto, le macchine da stampa che hanno prodotto questi valori sono:

le macchine che hanno stampato gli alti valori calcografici della Siracusana fluorescente

Ricapitolando si ha il seguente schema semplificativo di quale macchina ha stampato i vari valori calcografici della Siracusana (ricostruito in base ai dati della Collezione Biraghi,).

tabella riassuntiva di quale macchina ha stampato ciascun alto nvalore Siracusana fluorescente

La tabella mostra un quadro molto semplice; solo per il 100 lire sono note differenze eclatanti sulle cimose dei fogli in quanto per ciascuna macchina è stato inciso il proprio cilindro. Per la verità piccole differenze in cimosa sono possibili quando viene riprogettato il foglio per alcune tirature di questi valori, ma questa è un’altra cosa.

L’aver ritrovato una dentellatura con passo, non troppo, ma comunque ben distinto da quello ufficiale riportato nei vari cataloghi, non può essere motivata se non con la sostituzione del perforatore. Una macchina da stampa deve necessariamente avere più perforatori in quanto la capacità di perforazione degli aghi diminuisce con l’usura e conseguentemente dopo un certo numero di ore di lavoro, il perforatore deve essere rigenerato e sostituito con un altro. Dopo tanti cicli di rigenerazione il perforatore deve essere sostituito con uno nuovo. È possibile che negli ultimi anni di produzione degli alti valori della Siracusana sia stato utilizzato un nuovo perforatore dal passo molto simile a quello tradizionale ma sostanzialmente differente. In effetti, proprio per la vicinanza dei valori del passo, da 14 x 14,25 a 14 x 14,10, il nuovo perforatore è passato totalmente inosservato. È proprio il caso di dire che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Lo stimolo di conoscenza che è alla base del collezionismo in generale porta sempre alla scoperta di tante informazioni che per motivi vari non vengono comunicati in origine.

Di seguito si riportano alcuni esempi di documenti spediti sui quali sono stati trovati gli alti valori calcografici della Siracusana con la dentellatura 14 x 14,10. Allo scopo di fornire dati riscontrabili velocemente dai nostri lettori, le immagini sono state effettuate con la sovrapposizione dell’odontometro a righe divergenti disponibile presso lo Studio Carraro. Si fa presente che sono stati trovati diversi documenti viaggiati con questi valori, sarà nostra cura valutare il periodo postale del loro uso al fine di fornire ai lettori ed in particolare ai collezionisti di storia postale informazioni il più complete possibile.

 

Valore da 150 lire

il 150 lire è stato ritrovato su Notificazione Atti Giudiziari (Figura 1) spedita il 17.4.76 dall’U.P. di Napoli-2 Castelcapuano, è presente in coppia verticale accompagnata da una striscia di tre esemplari da 200 lire della stessa seria ordinaria, dentellati anch’essi 14 x 14,10, per un totale di lire 900 ad assolvere la tariffa del periodo.

Il valore da lire 150 con dentellatura 14 x 14,10, quindi 14 x14 in quarti (Figura 3), presenta colore di fluorescenza bianco brillante.

Valore da 300 lire

Questo valore è stato trovato su Servizio Notificazioni Atti Giudiziari spedito da Castelcapuano il 15.06.76 (Figura 4) affrancata con tre esemplari da 300 lire di cui due in coppia verticale per un totale di 900 ad assolvere la tariffa del periodo.

Il valore da lire 300 con dentellatura 14 x 14,10, quindi 14 x 14 in quarti (Figura 4), presenta colore di fluorescenza bianco brillante.

Valore da 350 lire

Il valore da 350 lire è stato trovato ancora su Notificazione Atti Giudiziari (Figura 6) inviato da Castelcapuano il 15.12.79 ed affrancata con coppia orizzontale del 350 lire e tre esemplari del 100 lire di cui due in coppia orizzontale, tutti della Siracusana per un totale di lire 1000 a coprire la tariffa del periodo. Tutti i francobolli hanno dentellatura 14 x 14,10.

Il valore da lire 350 con dentellatura 14 x 14,10, quindi 14 x 14 in quarti (Figura 7), presenta colore di fluorescenza bianco brillante.

 

Valore da 400 lire

l’ultimo documento, sempre Notificazione Atti Giudiziari (Figura 8), inviato da Castelcapuano l’8.10.76 ed affrancata con una coppia verticale del valore da lire 400 e due valori sempre della serie Siracusana da 30 e 70 lire (dentellati 14 x 141/4) per un totale di lire 900 a coprire la tariffa del periodo.

Il valore da lire 400 con dentellatura 14 x 14,10 (14 x 14) (Figura 8), presenta colore di fluorescenza bianco brillante.

Conclusioni

Quanto presentato in questo articolo conferma che lo studio della filatelia premia sempre la soddisfazione di noi divulgatori e consigliamo ai collezionisti di guardare sempre con attenzione il materiale che può capitare loro tra le mani. L’argomento presentato in questo articolo venne fuori pochi anni fa, si trattava però di un solo esemplare che non fu preso molto in considerazione dalla persona che lo analizzò. Bisogna riconoscere che la differenza di passo dello 0,15, è molto vicino a quello ufficiale, non entusiasma più di tanto; se ci fosse stata una differenza maggiore certamente avrebbe ricevuto un’attenzione maggiore. Probabilmente questo è stato l’atteggiamento al primo ritrovamento che, proprio per la differenza minima non ha fatto scattare le solite domande per cercare una risposta. Anche a noi capitò di parlarne tempo addietro, ma una rondine non fa primavera. Lo stimolo giusto viene con il tempo, è capitato nuovamente e abbiamo dedicato un po’ di tempo alla verifica di un discreto quantitativo di materiale per avere, non solo certezze, ma anche per valutare le quantità e il periodo d’uso. Sarà nostra premura approfondire questo argomento e fornire ulteriori e più dettagliate informazioni agli interessati.

Vorrei aggiungere una breve nota per ribadire il concetto che a volte approfondire un determinato argomento potrebbe dare buoni frutti. si tratta del 100 lire Democartica  con la dentellatura 13,80; prima inserita in catalogo e poi esclusa. Ma sarà stata fatta una ricerca per capirne la realtà? Penso che l’eliminazione dal catalogo dimostri che nulla sia stato fatto eppure questa dentellatura esiste ed è reale con esemplari di entrambe le tavole. Forse meriterebbe una maggiore attenzione dedicandovi del tempo e portare dimostrazioni concrete.

 

 

Bibliografia

D’Aponte Antimo (Nino) (2024) – La Siracusana Calcografica del 1968 – Indagine su due francobolli al di sopra di ogni sospetto. Corriere Postale, n. 29, 2024.

Biraghi Andrea – Collezione “La Siracusana”

PIAZZA DEL PLEBISCITO – NAPOLI, FALSO


Nicola Luciano Cipriani – perito filatelico

Come previsto nel precedente articolo su Piazza della Signoria di Firenze in merito alla possibilità che fosse stata falsificata l’intera serie, ecco che è comparso un secondo valore, quello per il primo scaglione di peso della zona 1, Piazza del Plebiscito – Napoli.

Questa volta il caso mi ha fatto trovare un invio affrancato con tre francobolli in questione in affrancatura plurima (figura 1) che descriverò poco oltre. Ringrazio naturalmente per la collaborazione il collezionista che ha pensato di passarmi la busta dalla quale purtroppo, ma giustamente nel rispetto della privacy, sono state tolte le etichette del mittente e destinatario, sulle quali doveva esserci anche l’etichetta della registrazione.

.

Figura 1 – lettera inviata il 7.12.20 ed affrancata per € 8,25. Purtroppo l’annullo non è leggibile, a parte la data, ma il valore dell’affrancatura è tipico di una assicurata convenzionale del terzo scaglione di peso (50 – 100 gr).

.

Poco male, qualcosa si può sempre ricostruire con gli elementi a disposizione. I francobolli che compongono l’affrancatura hanno origine piuttosto variegata. I tre commemorativi sono recuperati da invii non annullati, i Posta Italiana sono falsi ad eccezione del valore da 0,25 ed infine i tre valori di Piazza del Plebiscito – Napoli, tariffa B zona 1, anch’essi falsi.

Innanzitutto i francobolli applicati ammontano ad un totale di € 8,25 che nell’ultimo tariffario corrispondono ad una sola voce, quindi senza ambiguità, ad una Assicurata Convenzionale del terzo scaglione di peso che corrisponde ad un invio compreso tra 50 e 100 grammi.

In quanto ai francobolli e tralasciando i commemorativi riciclati, i Posta Italiana falsi sono: i cinque pezzi da 0,05 ed i due 0,70 euro. I 5 cent sono facilmente riconoscibili dalle caratteristiche “graffiature” sulle scie verdi e rosse, mentre i due 70 cent dalla caratteristica copertura di embossing digitale su tutte le parti a stampa. Ricordo che l’embossing è una vernice plastica trasparente caratterizzata da un certo spessore e forma di stampa che possono essere controllati. L’embossing utilizzato sino ad oggi dai falsari presenta gibbosità caratteristica per simulare la leggera rugosità della calcografia. Nei due francobolli da € 070 di Posta Italiana la gibbosità è molto grossolana, tipico della prima tiratura di queste imitazioni, tanto grossolana da simulare una calcografia irreale. Successivamente da parte dei falsari sono stati fatti alcuni tentativi correttivi che hanno portato alla riduzione della gibbosità dell’embossing fino a questa applicata sulle imitazioni attuali della Piazze d’Italia. Ma il risultato, benché abbastanza buono, non sembra proprio sufficiente a far passare inosservati questi francobolli.

Passo alla presentazione di questo nuovo falso (figura 2). a destra l’originale.

.

Figura 2 – confronto tra l’imitazione e l’originale (a destra). La luminosità molto bassa dell’imitazione non ha riscontro con gli originali.

.

Già a colpo d’occhio si può notare la differente luminosità del disegno. Ho confrontato l’imitazione con quasi tutte le tirature originali di questo francobollo e la differenza è sempre evidente e costante.

.

La fustellatura

Ha le stesse caratteristiche del falso Piazza della Signoria e riporto gli angoli mettendo in evidenza solo i dentoni (figura 3).

.

Figura 3 – i quattro dentoni d’angolo sono arrotondati nell’imitazione (a sinistra), mentre nell’originale sono leggermente lanceolati.

.

Si noti la differente geometria dei dentoni angolari tra i due esemplari, l’originale è sempre a destra. Inoltre nell’imitazione la rotondità dei dentoni si mostra leggermente differente nelle quattro posizioni.

.

La carta e la fluorescenza

I tre francobolli su busta non consentono di fare osservazioni esaustive, ma il colore della carta che emerge dalla scansione mostra già di per sé una differente risposta come evidenziabile dalle due figure precedenti le quali mostrano un colore grigino della carta dell’imitazione rispetto a quella dell’originale. Questa differenza era stata evidenziata anche nel falso di Piazza della Signoria.

Anche la fluorescenza è decisamente identica (figura 4) a quella del falso “fiorentino”, sarebbe stato strano il contrario.

.

Figura 4 – la risposta alla lampada di Wood è decisamente identica nei due falsi.

.

La stampa

Questo secondo falso, direi che è stato realizzato con minore attenzione rispetto a Piazza della Signoria. Infatti la vignetta dell’imitazione è più stretta, e non di poco, rispetto all’originale. Nella figura 5, le vignette sono allineate a sinistra e l’originale è in alto. L’imitazione è decisamente meno larga ed i punti di confronto evidenziati dai segmenti rossi mostrano come la differenza tra elementi uguali cresce procedendo verso destra; ciò sta ad indicare che l’immagine è stata riprodotta fotograficamente o con uno scanner e che non è stata posta la giusta attenzione nella riproduzione delle dimensioni.

.

F igura 5 – la larghezza delle due vignette è visibilmente differente: più corta nell’imitazione, in basso.

.

Lo stesso si può evincere dal confronto dei particolari in altezza (figura 6) i quali mostrano un generale accorciamento.

.

Figura 6 – la vignetta dell’imitazione ha altezza minore rispetto a quella dell’originale.

.

Ma non sono solo queste le differenze che si possono evidenziare. Ad esempio il colonnato sinistro della figura 5, nell’originale è posto secondo la gravità, cioè le singole colonne sono verticali mentre, nell’imitazione, i “muratori” hanno dimenticato di usare il filo a piombo.

Al di la dei particolari, quello che salta subito agli occhi è la scarsa luminosità dell’immagine rispetto a quella dell’originale. Tale differenza macroscopica è dovuta essenzialmente al colore decisamente nero del tratto ed al suo spessore. In molte parti, dove si ha un reticolo dei tratti neri, il quadratino bianco contenuto all’interno degli incroci è generalmente più piccolo. Credo che questo sia il particolare maggiormente determinante per la resa più scura di tutta la vignetta. Ci sono però anche le ombre di particolari architettonici che sono state disegnate senza “movimento”, sono limitate rigidamente senza tener conto del graduale passaggio verso la fine dell’ombreggiatura. Questo carattere è comune anche al suo parente stretto Piazza della Signoria. Altri particolari sono offuscati dalla rigidezza delle forme, tra queste la scritta D.O.M.D. FRANCISCO DE PAULA FERDINANDUS I EX VOTO A MDCCCXVI, posta sul frontone, che nell’originale è comprensibile e parzialmente leggibile mentre nell’imitazione è totalmente incomprensibile.

Sono da mettere in risalto altri due punti, la trama della pavimentazione e la luminosità del cielo in alto e a destra del timpano triangolare della facciata del tempio dedicato a S. Francesco di Paola.

La trama della pavimentazione nell’originale (figura 7 in alto) è molto delicata, è di colore grigio e sfuma dolcemente verso il bianco. Nell’imitazione invece è molto dura, di colore nero e senza sfumature di addolcimento verso i bordi ma, soprattutto, ha una trama molto differente. La mancanza di sfumature è dovuta all’uso di retini che sono stati utilizzati al posto dell’incisione.

.

Figura 7 – la pavimentazione molto sfumata nell’originale (in alto) molto più dura e differente nella trama nell’imitazione.

.

Per quanto riguarda invece la luminosità del cielo sopra e lateralmente al timpano triangolare (figura 8), notiamo ancora la totale mancanza di sfumature che invece caratterizzano l’originale (a destra).

.

Figura 8 – il bagliore luminoso del tramonto che sovrasta il timpano è sfumato nell’originale (a destra) mentre nell’imitazione è composto da tre retini che irrigidiscono l’immagine.

.

Anche in questo caso, la variazione di luminosità prodotta dagli ultimi raggi del tramonto è costruita con tre differenti retini, puntinato in basso, segmentato nella fascia di transizione e rigato per la restante parte del cielo. Queste tre fasce retinate sono rigide e costanti al loro interno; nell’originale invece la mano dell’incisore ha fornito vitalità al tratteggio che sfuma gradatamente senza interruzioni.

.

I colori e le vernici

quanto detto per le leggere differenze cromatiche nel precedente articolo sulla piazza fiorentina, vale anche per questa seconda imitazione, però in questo caso si possono notare altre differenze (figura 9).

.

Figura 9 – la lettera B dell’imitazione (a sinistra) si riconosce per il rigato obliquo e per essere un carattere bold rispetto all’originale.

.

La dimensione della B dell’imitazione è di pochissimo più bassa di circa 1-2 decimi di millimetro, ed inoltre il reticolato interno appare più un rigato obliquo a causa del maggiore spessore di una delle due famiglie di tratti. Questi due particolari sono in linea con il falso fiorentino; ciò che distingue questa imitazione è la B che appare essere un carattere grassetto rispetto all’originale, si notino le due grazie a sinistra.

Anche la scritta mini, identica a quella della piazza di Firenze, ha caratteri leggermente più piccoli rispetto a quelli originali e con tono di colore più smorto, in questo caso, spinto verso il marrone (figura 10).

.

Figura 10 – la miniscrittura dell’imitazione (a sinistra) ha corpo leggermente più piccolo e colore decisamente più marrone rispetto all’originale.

.

Differenze, anche se solo nel tono cromatico, si riscontrano anche nella scritta italia. Il verde dell’originale è un colore metallizzato (figura 11 a destra) ed è stato imitato con un comune verde marcio ben distinguibile.

.

Figura 11 – La scritta italia ha le stesse dimensioni dell’originale (a destra), ne differisce per la tipologia di inchiotro non metallizzato da cui ne consegue una tonalità di verde differente.

.

Concludo la descrizione della stampa con, l’ormai classico, embossing digitale, la vernicetta plastica che conferisce spessore alla stampa. Come accennato all’inizio dell’articolo, questo è un elemento dirimente nel riconoscimento di queste imitazioni (figura 12).

.

Figura 12 – la luce riflessa dalla superficie dell’embossing digitale conferisce una certa nebulosità all’immagine; nell’originale invece, nelle stesse condizioni mantiene sempre chiara la propria immagine.

.

Infatti, come si può osservare, la luce riflessa dell’imitazione nel suo complesso interferisce con l’immagine tendendo ad offuscare il disegno tanto da farlo apparire come se fosse immerso nella nebbia. Al contrario, l’originale ha una riflessione più metallica e l’immagine ne viene esaltata. L’effetto nebbia è prodotto dalle gibbosità dell’embossing la quale interferisce con la luce incidente che in parte viene assorbita dalle bollature per rifrazione, in parte viene riflessa in tutte le direzioni.

Osservando l’imitazione ad un maggiore ingrandimento si osservano, non solo la fitta puntinatura delle bollicine di embossing, ma anche dei veri e propri segmenti paralleli alle linee oblique del cielo (figura 13), sembra di vedere Napoli sotto una pioggia di gocciolone giganti.

.

.

L’embossing viene stampato alla fine del processo ed è quindi al di sopra di tutti gli altri colori. Questa particolare vernice plastica viene utilizzato in vario modo, generalmente serve per conferire un effetto di rilievo alla stampa in modo da enfatizzare alcuni aspetti cromatici o del disegno. I falsari invece l’hanno applicato per simulare l’effetto debolmente rugoso della calcografia regolando le dimensioni delle bollicine. Purtroppo per loro, ma positivo per noi, l’embossing riflette la luce in modo particolare e questo carattere ne rende molto facile rilevarne la presenza.

PIAZZA DELLA SIGNORIA -FIRENZE FALSO

Ketty Borgogno e Nicola Luciano Cipriani

Premessa

Oggi vi parliamo di un nuovo ritrovamento relativo al francobollo di Piazza delle Signoria (figura 1) della serie ordinaria Piazze d’Italia.

Figura 1 – Piazza Signoria di Firenze, il valore maggiore della serie ordinaria piazze d’Italia.

Di questo francobollo ne sono stati trovati alcuni esemplari falsi. Non è una grande novità, prima o poi sarebbe uscito. Perché? Per il semplice fatto che mai come negli ultimi anni l’attività dei falsari è stata così intensa. Dal 1999, con l’emissione dei francobolli dedicati al servizio prioritario, la produzione delle imitazioni per frodare il servizio postale si è intensificata in modo esponenziale. Mentre le altre serie ordinarie come Alti Valori euro e Donne nell’Arte hanno visto saltuarie imitazioni, con i prioritari è iniziata una ascesa che ha avuto il culmine nelle imitazioni del 2011: furono riprodotti in grandi quantitativi tutti i valori in corso. Con l’emissione della bustina che vola, nota come ordinaria Posta Italiana, sono stati imitati quasi tutti i valori, in pratica quelli di uso più comune compreso i due valori alti per le registrate. Le imitazioni di questa serie hanno avuto una evoluzione anche nelle caratteristiche di stampa; è stata variata la forma di stampa dell’embossing digitale usata per simulare l’effetto rilievo della calcografia. Prima molto grossolana, poi molto più minuta, infine eliminata completamente. Ma ora che la bustina volante ha lasciato il testimone alla nuova ordinaria Piazze d’Italia, è rimasto in uso essenzialmente il valore da 95 cent falsificato usato tranquillamente in parallelo con quello originale. Sicuramente ci sono ancora molti “invenduti” falsi di Posta Italiana a disponibili sul mercato; questo non toglie però che anche i falsari si siano dovuti aggiornare ed hanno iniziato a falsificare la nuova ordinaria. Qualcuno asserisce che questi falsi siano indirizzati più ai collezionisti che per frodare la posta. Pensiamo invece il contrario perché in ambito filatelico il mercato si saturerebbe molto velocemente.

Per certo ci era giunta notizia di un falso del valore più comune, piazza della Repubblica di Roma, ma non lo abbiamo ancora mai visto. Se ora è saltato fuori Piazza della Signoria che è il valore maggiore, è possibile pensare che probabilmente sia stata falsificata tutta la serie. Il livello raggiunto dai falsari è piuttosto buono se lo paragoniamo a quello delle imitazioni dei primi prioritari, però come tutte le imitazioni, qualcosa che consente di riconoscerle c’è sempre. L’unico modo per farle identiche agli originali è l’uso dello stesso sistema di stampa e dello stesso cilindro, ma vista questa impossibilità, continueremo anche per il futuro ad individuare quei caratteri distintivi che ad uno sguardo frettoloso sfuggono facilmente. Una considerazione di Cipriani: “Quando con i miei articoli ho cercato di informare i collezionisti, sia per metterli in guardia sia per chi li colleziona, mi rendevo conto che a seguito di ogni mio articolo, dopo un po’ di tempo usciva un falso da cui era stato eliminato qualche difetto macroscopico che avevo denunciato. Sarà stata una sensazione, ma l’ho realmente sentita”.

Ma veniamo al nostro francobollo fiorentino (nel soggetto). Elencheremo tutte le differenze per argomento anche se il riconoscimento della fustellatura potrebbe essere l’elemento più evidente visto che si tratta sempre della stessa in auge dal 2011 e descritta in tanti articoli precedenti di Cipriani. Questo elemento rivela la comune origine di tutte queste imitazioni. Sono passati ben nove anni e sembra che nessuno sia interessato a scoprire questa rete fraudolenta. Sembra di essere nel 1948 con il falso da 10 lire grigio della democratica: è bastato un semplice controllo per far scattare la polizia postale che in breve tempo bloccò il falsario.

Il confronto tra l’originale e l’imitazione (figura 2) può certamente far passare per buono anche il secondo senza destare dubbi per la sua buona realizzazione, ma un occhio attento si rende conto subito che ci sono strane differenze che presentiamo in progressione.

Figura 2 – confronto originale (a destra) e falso. A prima vista sembrano identici anche se con leggere differenze cromatiche che possono passare inosservate, ma sono visibili alcuni caratteri che stimolano dubbi.

.

La fustellatura

Come accennato, questa tipologia di taglio è abbastanza differente da quella utilizzata dal Poligrafico tanto da avere alcuni elementi che aiutano anche i meno esperti a riconoscerne la non originalità. La fustellatura nell’imitazione ha i quattro dentoni d’angolo arrotondati (figura 3), mentre quella originale li ha leggermente sagomati quasi a punta di lancia.

Figura 3 – Fustellatura laterale destra, in alto l’originale. i dentoni d’angolo nella fustellatura originale sono leggermente lanceolati, mentre in quella dell’imitazione i dentoni angolari sono palesemente arrotondati.

.

Questo carattere, negli originali, non si ripete pedissequamente e perfetto su tutto il foglio, a volte può apparire leggermente meno sagomato, ma dentoni angolari di questo tipo sono pochi sull’intero foglio tanto che su almeno tre il carattere leggermente lanceolato è sempre evidente. Oltre ai dentoni angolari, sono differenti anche i singoli denti, più stretti nell’imitazione e talora a punta, ed anche più incisi, come se il fustellatore fosse più grossolano di quello originale. La minore larghezza dei denti si può vedere bene in prossimità delle punte.

.

La carta

Spessore e pesantezza della carta sono molto simili, circa 20 grammi a foglio e molto simile è anche l’elasticità del duplex di carta. Differente invece è il colore (figura 4) che nell’imitazione è decisamente bianco brillante (nelle scansioni mostra un colore celestino), mentre l’originale ha una carta leggermente avorio.

Figura 4 – L’imitazione, a sinistra, ha carta bianca, l’originale l’ha invece avorio chiaro.

Il dato del colore della carta potrebbe subire variazioni in dipendenza della tiratura sia per l’imitazione che per l’originale. Una cosa possiamo dire sul colore della carta di questo ultimo, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che questo valore non abbia ancora avuto ulteriori tirature in quanto stampato in numero consistente nel 2016 e lo scarso uso postale (2° porto per l’oceania) non ne hanno richiesto ristampe. E’ stato usato sporadicamente per affrancare alcune registrate, ma per lo più procurate da collezionisti desiderosi di averlo su busta o usato. Negli uffici postali non è stato usato che raramente. Questo per dire che il colore della carta dell’originale dovrebbe essere quello descritto.

All’analisi in luce viola (Wood) è risultato che l’imitazione risponde un po’ di più sul lato stampato rispetto alla carta originale (figura 5), mentre sul retro, il supporto siliconato fornisce una risposta invertita. L’originale è leggermente più brillante del supporto dell’imitazione.

Figura 5 – Alla luce viola, l’imitazione (a sinistra) reagisce maggiormente dell’originale. Il supporto siliconato sul retro invece inverte la reazione al viola.

.

la stampa

Bisogna riconoscere che la vignetta è stata riprodotta piuttosto bene e questo è l’elemento che fa certamente passare questo falso inosservato agli occhi dei più. Ma con uno sguardo attento si notano alcune differenze che potrebbero far pensare a piccola curiosità dovute alla stampa calcografica, altre invece che fanno venire realmente il dubbio: ma è un falso o un nuovo cilindro? Passiamole in rassegna.

Il colore grigio è più scuro, tendente al nero e con i tratti stampati in offsett più grossolani che fanno perdere l’eleganza del tratto inciso e sottile dell’originale. Quest’ultimo è molto più elegante e sono maggiormente percettibili gli effetti di profondità dell’immagine.

I differenti particolari della stampa che abbiamo rilevato sono riprodotti nelle sette figure che seguono, l’originale è in alto o a destra.

1- L’angolo sinistro della sommità di Palazzo Vecchio manca (figura 6), potrebbe sembrare una perdita di inchiostro dovuto al sistema calcografico, in realtà manca perché, con ogni probabilità squadrando il riquadro della B è stato mangiato l’angolo del palazzo.

Figura 6

.

2- La statuta del Nettuno (figura 7), noto ai fiorentini come Biancone, ha la testa più diritta e larga, nella mano destra manca una piccola parte di scultura, nel complesso è completamente differente.

Figura 7

.

3- La parte alta della facciata al di sopra degli archetti aggettanti (figura 8), nella imitazione presenta numerose piccola chiazze bianche che non sono presenti nell’originale. Queste falle di stampa credo siano volute perché la stampa offsett non dovrebbe produrle in quanto derivata da un clicè fotografico ed anche perché abbiamo otto esempalri e sono tutti perfettamente identici. L’imitazione potrebbe anche derivare da una foto di un foglio difettato.

Figura 8

4- La torre di Arnolfo (figura 9) nell’originale presenta una differenza chiaro-scuro delle due pareti, illuminata ed in ombra, maggiore rispetto all’imitazione più scura. Le finestre dell’imitazione sono meno evidenti.

Figura 9

.

5- La trama della pavimentazione di Piazza della Signoria (figura 10) è differente. Nell’imitazione il gioco delle ombre è meno contrastato rispetto all’originale e le alternanze tra linee e punti sono stati realizzati con retini nell’imitazione, incisi invece uno per uno nell’originale tanto che non ci sono tratti uguali ma piccoli segmenti.

Figura 10 – Particolare della pavimentazione.

.

6- La Loggia dei Lanzi (figura 11) nella quale sono esposte alcune opere famose tra le quali il Perseo di Benvenuto Cellini, Ercole e il Centauro ed il Ratto delle Sabine del Giambologna (la seconda è una copia) più altre statue di origine romana; l’unica relativamente moderna è l’ottocentesco gruppo di Polissena di Pio Fedi. Questo splendido luogo nell’imitazione, pur avendo meno contrasto luci/ombre rispetto all’originale, appare più marcato per le parti nere.

Figura 11 – La loggia dei Lanzi.

.

7- dulcis in fundo, lo sfondo del cielo (figura 12). Nell’originale si parte dall’alto con linee saltuariamente interrotte ed inclinate verso destra; le linee passano abbastanza repentinamente ad un tratteggiato obliquo che si dirada verso il basso. In questo cielo inciso non si notano interruzioni nette. Nella imitazione invece tutto il cielo è stato fatto con un retino composto da quattro strisce orizzontali. In alto con linee continue inclinate come nell’originale ed avente altezza di circa 11,5 mm, segue la seconda fascia avente altezza di 3,25 mm costituita da linee segmentate con la stessa inclinazione. La terza è a piccoli segmenti molto corti, mentre quelli della fascia più bassa sono veri puntini. Le freccette verdi indicano il passaggio di retino tra una fascia e l’altra.

Figura 12 – Le fasce retinate del cielo.

.

8- Anche le dimensioi totali del disegno sono differenti, 18,4 x 31 nell’imitazione e 18,8 x 31,4 nelloriginale, in millimetri naturalmente.

9- Non è possibile tacere del tipo di stampa dei codici presenti sul bordo di foglio destro.

Iniziamo dal codice prodotto (figura 13), più noto come codice a barre tanto amato da alcuni collezionisti e che ha rianimato per un certo periodo le vendite delle novità.

Figura 13 – Il codice prodotto.

.

Questo codice (detto appunto prodotto) indica il prodotto, vale a dire il tipo di francobollo. Per tutti i fogli stampati dal Poligrafico del francobollo Piazza della Signoria, il codice prodotto è sempre uguale perché indica questo e solo questo francobollo. Tale codice differisce per francobolli di diverso valore e diversa emissione. Come si vede molto bene dall’immagine, il codice è stato realizzato bene nel carattere e dimensione (imitazione in basso), ma non corrispondono assolutamente le successioni delle barre. Questa successione non è altro che la traduzione in barre del numero arabo sottostante e quindi devono necessariamente coincidere.

Il codice alfanumerico (figura 14, in alto) e quello a barre (figura 14, in basso) che invece contraddistinguono ciascun foglio corrispondono alla numerazione progressiva e tutti i fogli stampati dal Poligrafico sono in successione numerica, indipendentemente dal tipo di emissione.

Figura 14 – Il codice alfanumerico in alto e la sua traduzione a barre in basso.

.

Si chiama Codice Alfanumerico cioè composto da una parte in lettere ed una in cifre arabe. La forma a barre, anche in questo caso è la traduzione del codice alfanumerico e quindi cresce di una unità per ogni foglio successivo.

Il codice alfanumerico originale, questa volta è a sinistra in quanto dell’imitazione abbiamo solo l’ultima cifra: il 4. Per quanto riguarda la versione a barre invece, come al solito, è in alto l’originale.

La differenza di tipologia di stampa è talmente chiara che non necessita di spiegazioni. È importante invece spiegare perché. Rappresentando una numerazione crescente, questo codice non può essere inciso su un cilindro di stampa, ma deve necessariamente essere stampato da un sistema indipendente. Si tratta infatti di un sistema laser controllato che numera in modo progressivo tutti i fogli. Questo tipo di stampa non può essere assolutamente perfetto e pulito. La perfezione di questo codice nell’imitazione ne rivela tutta la sua falsità. Nei falsi infatti tale codice è parte integrante del cliché di stampa ed in tutti i fogli è sempre uguale.

.

I colori e le vernici

Come per tutti i francobolli ordinari, ma non solo, abbiamo assistito a leggere varianti cromatiche tra lotti di stampa differenti, quindi osservando in parallelo l’imitazione e l’originale notiamo, ponendovi attenzione, una leggera differenza cromatica del verde, ma potrebbe anche passare inosservata proprio per quanto detto sopra. Però se accostiamo le due lettere B notiamo che non siamo solo di fronte ad un leggero diverso cromatismo, ma a due lettere completamente differenti (figura 15).

Figura 15 – le due lettere B mostrano chiaramente differenze di stampa, a destra l’originale.

.

Innanzitutto la B dell’imitazione è più bassa (5,1 mm) di quella dell’originale (5,3 mm), la largheza invece è identica (4,7 mm); non solo, è diversa anche la retinatura: tratti più marcati e quadratini più piccoli nell’imitazione.

Anche la minuta scritta laterale (figura 16) mostra piccole differenze nella dimensione e nella maggiore intensità di colore delle lettere mini. Molto più marcate nell’originale (a destra) ed anche di maggiori dimensioni rispetto all’imitazione.

Figura 16 – la microscrittura.

.

La scritta italia ha dimensioni identiche in entrambi (7,4 x 2 mm), quello che le distingue è il tono di colore (figura 17), decisamente marrone nell’imitazione, metallizzato dorato scuro nell’originale (a destra).

Figura 17 – La scritta italia.

.

Le macchie di colore in testa alle lettere nell’originale sono una modestissima varietà di stampa.

.

Il coronamento della descrizione dei colori lo facciamo con l’embossing digitale, la solita vernicetta plastica trasparente a spessore che viene utilizzata per dare rilevo a molte scritte pubblicitarie su biglietti da visita, depliant ecc. nel caso di questo falso, è stato utilizzato un embossing molto fine che nulla ha a che vedere con i primi tentativi di imitare la calcografia nella serie della bustina che vola. Su questo francobollo l’embossing è tanto fine da non percepire differenza passando il polpastrello su entrambi, originale e imitazione. Però l’embossing è molto ben visibile, è sufficiente farci riflettere la luce e compare come per incanto (figure 18).

Figura 18 – la visione in luce radente dell’imitazione ne mette in risalto la vernice plastica trasparente (embossing digitale).

.

La luce radente ne mette in evidenza la sua presenza grazie al potere riflettente della sua superficie simile a quella del vetro anche se con piccolissime asperità.

La carrellata di ingrandimenti (figure 19, 20 e 21) è molto utile per verificare la presenza di questa vernice che evidenzia anche dove è presente: su tutte le parti a stampa nel tentativo di produrre lo stesso effetto della calcografia.

Figura 19 – L’embossing digitale sovrapposto alle parti stampate, particolare della lettera B e della parte alta del palazzo.

.
Figura 20 – L’embossing digitale sovrapposto alle parti stampate, particolare della microscrittura, dello sfondo del cielo e della scritta nera.
.

Un’ultima cosa è ancora da evidenziare sui colori descritti, abbiamo infatti asserito che il colore dell’imitazione è più scuro, ma guardando entrambi con un confronto visivo diretto, l’imitazione appare con un tono leggermente più beige, quindi sembrerebbe più chiaro. Questo è solo un effetto cromatico dovuto alla sovrapposizione dell’embossing sul nero della stampa.

.

La tracciatura

è un elemento che Cipriani da tempo ha messo in evidenza per distinguere i falsi adesivi. La tracciatura verticale (figura 22) è ruotata di 90 gradi per utilità di impaginazione.

Figura 22 – la tracciatura laterale, in alto l’originale. Si noti la dimensione del lato corto di ciascun rettangolo che contiene un differente numero di incisioni, maggiore nell’originale.

.

Come si può notare, quella originale (in alto) è leggermente più lunga dell’imitazione ma ciò che maggiormente deve essere notato è la differenza del numero dei taglietti della tracciatura (perce en ligne). Nell’imitazione sono 9, nell’originale uno in meno.

Parimente differente è la tracciatura orizzontale (figura 23), in questo caso l’originale (in alto) ha ben due tagli in più anche se la lunghezza totale è molto simile.

Figura 23 – la tracciatura orizzontale, in alto l’originale. In questo caso si tratta del lato lungo ed ancora si nota un maggior numero di incisioni nell’originale. .

.

Da dire anche che nell’originale le incisioni verticali sono più lunghe di quelle orizzontali, di conseguenza, in corrispondenza delle intersezioni si ha sempre una croce simmetrica con il tratto verticale più lungo tipo croce di San Giorgio a sviluppo verticale, nelle bandiere invece ha sviluppo orizzontale. Nella imitazione invece, la croce è ancora simmetrica, ma con i tratti verticale ed orizzontale esattamente uguali come nella croce greca.

Conclusioni

La descrizione di questo falso è stata decisamente lunga ma necessaria per sviscerare tutti i punti di discordanza che sono emersi nel confronto con l’originale. Riteniamo quindi che sia più utile per i collezionisti estrarre ed evidenziare gli elementi di maggiore visibilità per snellire il riconoscimento dei falsi. Riteniamo che i punti più direttamente riconoscibili siano tre: la fustellatura, il codice alfanumerico e la riflettanza dell’embossing digitale

1- la fustellatura ed in particolare i quattro dentoni angolari sono gli elementi di visione immediata (figura 24).

Figura 24 – I dentoni angolari .

.

2- Il codice alfanumerico (figura 25) e la sua traduzione in codice a barre, nell’originale (a destra), hanno caratteristiche di stampa peculiari, sono stampati con sistema laser e sui fogli aumentano di una unità in progressione.

Figura 25 – I caratteri del cod. alfanumerico.

.

Nei falsi invece, il codice alfanumerico è parte integrante del cliché di stampa ed è fisso e uguale per tutti i fogli. Oltre al tipo di stampa, è differente anche il carattere (figura 25 a sinistra).

3- Infine l’embossing, presente solo nel falso, è anch’esso molto ben visibile a luce radente. È sufficiente infatti posizionarlo in modo adeguato per fargli riflettere la luce, per altro molto semplice da eseguire, per riconoscere molto facilmente l’imitazione (figura 26).

Figura 26 – L’embossing digitale.

Si notino i punti che brillano, sono concentrati sulle parti stampate e radi in quelle bianche. In questo caso si nota anche un leggero fuori registro tra la scritta italia in marrone e l’embossing, spostato leggermente a sinistra

2000 LIRE ALTI VALORI DOPPIA INCISIONE – TROVATO IL SECONDO MINIFOGLIO

Nicola Luciano Cipriani – perito filatelico

ANTEFATTO

Recentemente è stato ritrovato un secondo mini foglio da 20 esemplari del 2000 lire Alti Valori con la varietà doppia stampa della testa e dello stemma repubblicano (figura 1 e 1a).

Figura 1 – il minifoglio con la doppia stampa della testina e dello stemma recentemente trovato.

figura 1a – particolare della posizione 20 della figura 1

Di questa varietà sono abbastanza comuni i francobolli usati e non sono affatto rari su busta; nuovi invece ne era noto un solo minifoglio che ho descritto in un mio articolo (Cipriani N.L., 2014a) e l’ho menzionato in altri in cui ho descritto altri valori di questa serie (Cipriani N.L., 2014b, 2018, 2020). In tutti questi anni passati, l’ho cercato durante molti eventi commerciali e nelle accumulazioni e collezioni che mi è capitato di visionare. Allo stato di nuovo singolo o in blocchi non l’ho mai incontrato tanto che mi ero quasi convinto che esistesse il solo minifoglio intero da me descritto. Credo che esista anche un minifoglio usato, ma di questo non ne ho certezza.

L’ASSETTO DEL CILINDRO ED IL METODO DI STAMPA

Ricordo che gli Alti Valori lire sono stati stampati in calcografia con un doppio passaggio di stampa secondo il metodo calco su calco. Tale metodo di stampa è stato utilizzato per incisioni complesse che non potevano essere eseguite agevolmente. Per rendere più semplice l’operazione di incisione della piastrina di acciaio, l’immagine da incidere è stata divisa in due parti incidendo due differenti piastrine, complementari tra loro. In questo modo si semplifica il lavoro di incisione ed il risultato su stampa risulta più pulito eliminando localmente eccessive concentrazioni di incisioni che potrebbero causare una eccessiva concentrazione di inchiostro.

Nel caso specifico degli Alti Valori lire, su una piastrina è stata incisa la testina della siracusana e lo stemma della repubblica nella metà superiore dell’immagine, nella metà inferiore sono invece state incise le linee orizzontali che compongono parte del grigliato (figura 2 a sinistra).

Figura 2 – le due immagini incise nelle due piastrine per la stampa con sistema calco su calco, ossia della doppia calcografia

Nella seconda piastrina sono stati incisi tutti gli altri elementi a completare il disegno da stampare (la cornice ornata esterna, il valore in lettere sovrapposto allo stemma repubblicano, le linee verticali del grigliato, il contorno delle cifre del valore e la scritta in ditta) (figura 2 a destra).

Ciascuna piastrina è stata utilizzata per trasferire l’incisione su altrettante molette utilizzate poi per l’incisione del cilindro. Cilindro, al singolare, perché la stampa calco su calco eseguita con la macchina Goebel BRM S 300 K utilizzata presso l’IPZS il cilindro era unico ma diviso in due metà. In ciascuna delle due metà sono state mantenute separate le incisioni prodotte dalle due molette in modo che la bobina di carta, larga 14-15 cm, metà della direttrice del cilindro (circa 32 cm), passasse prima sulla metà con l’incisone della prima piastrina (testina, stemma repubblicano e linee orizzontali) e con un secondo passaggio sulla seconda metà a completare la stampa finale del francobollo.

In figura 3 sono visibili le differenti incisioni sul cilindro, nella parte bassa si riconoscono bene i gruppi di 20 incisioni della prima moletta, mentre nella metà superiore quelle della seconda.

Figura 3 – il cilindro di stampa degli alti valori per il sistema di stampa detto calco su calco.

Ben palesi i gruppi di 20 cornici e sulla loro sinistra anche i cinque spezzoni di greche e la parola fluorescente.

Da notare anche che tra la prima colonna di incisioni a sinistra e quella centrale la distanza è maggiore rispetto a quella tra le due colonne di destra ed inoltre accanto alla colonna di sinistra si notano le barrette di registro, due nella parte alta e due in quella bassa; le due coppie sono relative ai due colori utilizzzati per le due differenti incisioni.

LA NUMERAZIONE PROGRESSIVA

Il cilindro portava incisi ben sei minifogli completi delle due parti incise. Non si conosce il sistema di numerazione progressivo, però osservando i fogli da 50 frb, vediamo che la numerazione è stata effettuata in modo alfanumerico con una lettera iniziale seguita da sei cifre (figura 4).

Figura 4 – codice alfanumerico per la numerazione dei fogli da 50 francobolli.

Tale codice non occupa sempre la stessa posizione, abbastanza centrata tra il 40° ed il 60° francobollo. Può essere anche traslata sia verso l’alto che verso il basso.

La numerazione dei mini fogli invece non è facile da vedersi e, quando lo è, si notano per lo più 2-4 cifre in alto o in basso lungo il bordo destro. Nella figura 1 si leggono tre cifre, 624, come di norma quando il codice è presente; nella figura 5, invece mostro un angolo di foglio basso di un minifoglio da 1500 lire in cui è presente una sola cifra, 1.

Figura 5 – angolo di foglio basso con una sola cifra del codice alfanumerico.

Sulla base di queste evidenze, Se ne dedurrebbe che la numerazione cadesse a cavallo di una coppia di minifogli quando il codice alfanumerico era abbastanza centrato; sta di fatto però che la maggior parte dei minifogli non ha alcun numero e personalmente non ho mai trovato un minifoglio con il codice alfanumerico completo. Questo però non vuol dire che non debbano esistere.

LE DIFFERENZE TRA I DUE FOGLIETTI

Detto questo, mostro ora le differenze tra i due minifogli da 2000 lire con doppia stampa.

Figura 6 – confronto tra i due angoli bassi destri dei due fogli noti con doppia stampa della testa e dello stemma repubblicano.

In figura 6 riporto i due angoli destri bassi, a sinistra il primo ritrovamento, a destra l’attuale. La differenza evidente a colpo d’occhio sono le tre cifre nere del codice alfanumerico che caratterizzano il nuovo ritrovamento. Ce ne sono anche altre: la centratura del riquadro superiore rispetto alla cornice esterna, molto più fuori registro il primo ritrovamento; anche le greche di bordo foglio hanno la trama differente, la parte che torna su se stessa è alta nel primo esemplare a sinistra e bassa nel secondo.

Le greche

Confrontando le due greche (figura 7), appare evidente lo sfasamento di un settore, ma a ben guardare le differenze sono ancora maggiori.

Figura 7 – le greche sul bordo di foglio basso nei due fogli con doppia stampa della testa e dello stemma repubblicano.

La lunghezza di ciascun settore è differente e ciò comporta anche differenze agli estremi di ciascuno di essi. Le greche venivano stampate secondo un disegno più ampio che continuava in fogli contigui generando le differenze esposte.

Le barre di registro

Infine, un’ultima differenza sono le barrette colorate di registro che sono presenti normalmente sul bordo di foglio superiore, ma non in tutti. Anche per questa differenza utilizzo i fogli da 50 che hanno quasi sempre i segmenti di registro sul bordo superiore (figura 8), ma possono averli saltuariamente su quello inferiore (figura 9).

Figura 8 – foglio da 50 frb del 1500 lire con le barre colorate di registro in alto ed un piccolissimo accenno in basso delle due inclinate.
Figura 9 – foglio da 50 frb del 1500 lire con le barre colorate di registro in basso ed un piccolissimo accenno in alto delle due inclinate.

Solo per un fuori registro del taglio dei fogli spostato in basso, caso per altro non raro ma nemmeno particolarmente comune, le barrette di registro compaiono sul bordo di foglio basso.

Traslando questa situazione sui minifogli da 20 ed osservando il cilindro di figura 3 si può pensare che le barrette colorate di registro fossero o in corrispondenza del primo in testa o essere presente ogni due minifogli. La figura 3 mostra solo una metà del cilindro e non è dato di verificare l’altra faccia della luna. Ritengo però che la larghezza della parte di cilindro in cui sono presenti le barrette colorate di registro non possa essere ripetuta altre due volte per mancanza di spazio sul cilindro e ritengo quindi più probabile che esse siano state presenti solo in corrispondenza del primo minifoglio.

Figura 10 – barrette colorate di registro sui due minifogli con doppia stampa; presenti nel primo, assenti nel secondo ritrovamento.

Sulla base di queste considerazioni, è possibile affermare che i due foglietti occupassero posizioni differenti sul cilindro ed è anche probabile che appartenessero a due distinti lotti di stampa come indicherebbe la differente centrature delle due fasi della doppia calcografia, più a registro nel secondo ritrovamento.

Bibliografia

Cipriani N. L., (2014a) – Varietà inedite degli Alti Valori (parte prima). https://www.peritofilatelico-cipriani.it/varieta-inedite-degli-alti-valori-parte-prima/

Cipriani N. L., (2014b) – La doppia stampa nell’alto valore da 1500 lire. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/la-doppia-stampa-nellalto-valore-da-1500-lire/

Cipriani N. L., (2018) – A. V. 3000 lire la doppia incisione. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/la-doppia-incisione-nellalto-valore-da-3000-lire/

Cipriani N. L., (2020) – 1500 lire Alti Valori – Ancora novità? Si. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/1500-lire-alti-valori-ancora-novita-si/

PIAZZE D’ITALIA – CODICE ALFANUMERICO E TIRATURE

Nicola Luciano Cipriani

con la collaborazione di Giuseppe Preziosi

Questo articolo è apparso su quifilatelia, n. 89 luglio-settembre 2017

Il codice alfanumerico

Dall’autunno del 2003 la produzione del Poligrafico è cambiata in modo drastico grazie all’acquisto di due nuove macchine da stampa Goebel (Brm-t-350p per la stampa rotocalcografica e Brm-p-350p per quella calcografica) che hanno sostituito tutte le precedenti. L’acquisto è stato concomitante al trasferimento della sede da piazza Verdi a via Salaria n. 691. Le nuove macchine producono fogli di francobolli adesivi, e non, la cui numerazione avviene mediante un sistema alfanumerico costituito da due lettere seguite da 9 cifre (figura 1).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 1 – la cimosa destra dei fogli stampati dal Poligrafico a partire dall’autunno del 2003. Con l’ellisse verde è evidenziato il codice a barre che contraddistingue l’emissione (in altre parole è il codice prodotto presente in tutte le metà destre del codice a barre utilizzato industrialmente; esso è sempre uguale in tutti i fogli della stessa emissione), con riquadro rosso i registri dei colori e con riquadro azzurro il sistema di numerazione progressiva del codice alfanumerico.

.

.

La prima lettera contraddistingue l’anno di produzione, la seconda la macchina di stampa (A rotocalcografica e B calcografica) e le nove cifre il numero progressivo di conteggio dei fogli. Il codice alfanumerico è posto sulla cimosa destra del foglio ed è leggibile dal basso verso l’alto. Esso è stato stampato in inchiostro nero con sistema a getto d’inchiostro fino al dicembre 2014 e sostituito nello stesso mese da un sistema laser (Cipriani, 2016). Le differenze sono ben visibili dai caratteri e dalla tipologia d’inchiostro, lucido nel sistema laser. Il codice alfanumerico è accompagnato dalla sua traduzione in codice a barre, sempre in colore nero, ed avente dimensione 5,9 x 0,9 cm posto a circa 3 cm dopo il codice alfanumerico; compare infine al di sotto delle lettere del codice, un rettangolo nero (al limite del bordo di foglio) che può apparire integro o parziale, a seconda della centratura della stampa rispetto alla bobina della carta. Il codice alfanumerico è una grande novità per Poste Italiane, ma anche una ottima opportunità per gli studiosi e i collezionisti; esso infatti oltre a numerare in successione i fogli dei francobolli consente di riconoscere le produzioni annuali ed inoltre ciascun lotto è così meglio definito e riconoscibile. Prima dell’introduzione di questo sistema, il conteggio dei fogli era solo numerico e solo dagli anni ’80 circa è stata aggiunta anche una lettera il cui significato sembra al momento poco comprensibile a causa della sua non regolarità. Ad ogni modo, il mio rammarico è di non aver dato la giusta importanza al codice alfanumerico quando iniziò con i prioritari tanto che nella relativa monografia questo argomento non è trattato e sarà molto difficile ricomporlo a posteriori. Tornando alla nuova numerazione, questa è iniziata nell’autunno del 2003 con la sigla AA+9 cifre, numerazione che per quell’anno è stata utilizzata solo per i francobolli commemorativi a partire dall’emissione per la rivista Leonardo (Antonio Vallecchi) del 27 settembre e termina con l’emissione Natale del 24 ottobre. Le ultime emissioni dell’anno sono costituite da minifogli che non riportano visibile alcun codice, pur avendolo. Continuando con il 2004 e tralasciando i commemorativi, la serie ordinaria interessata è la seconda emissione dei francobolli prioritari i quali segnano la sostituzione del sistema tipografico con quello rotocalcografico; quest’ultimo sarà utilizzato in parallelo con il metodo calcografico. La scelta da parte del Poligrafico di utilizzare questi ultimi due metodi di stampa traspare dall’acquisto delle due macchine di cui sopra.

.

.

L’inizio della produzione con il nuovo codice alfanumerico

I francobolli prioritari, quindi, sono stati stampati in rotocalcografia a partire dal marzo 2004 e fino al 2009 e riportano il codice alfanumerico caratterizzato dalle due lettere BA, nel 2004, fino a GA nel 2009 (figura 2). La lettera A contraddistingue la macchina rotocalcografica.

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 2 – il codice alfanumerico dal 2004 (BA) al 2009 (GA) nei francobolli prioritari.

.

.

Nel luglio 2009 i prioritari vengono sostituiti dall’ordinaria Posta Italiana il cui codice inizia con le lettere GB (2009) e termina nel 2016 con le lettere NB (figura 3).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 3 – Posta Italiana: il codice alfanumerico tra il 2009 (GB) e il 2016 (NB). Si noti la differenza dei caratteri del codice alfanumerico.

.

.

Il 95 cent del 2016 dovrebbe segnare l’ultima tiratura di questa serie ordinaria. In questo caso la lettera B corrisponde alla Goebel calcografica.

In parallelo alla serie ordinaria Posta Italiana sono state emesse le due serie for ever Leonardesca, per il servizio prioritario, e Piazze d’Italia per il servizio ordinario.

La prima è stata emessa l’1 ottobre 2015 ed è contrassegnata dalla lettera maiuscola A ad indicare la tipologia del servizio. A causa del basso uso postale di questa emissione, dovuto all’alto costo del servizio, essa ha avuto una sola tiratura; fino ad oggi quindi abbiamo individuato solo il codice alfanumerico caratterizzato dalle lettere MB (figura 4).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 4 – il codice alfanumerico (MB) nella leonardesca corrispondente alla produzione del 2015.

.

.

La seconda è stata emessa il 2 luglio 2016 ed è contrassegnata dalla lettera maiuscola B; questa emissione ha già avuto, per alcuni valori, più di una tiratura sia lo scorso anno (NB) che in questo in corso (OB). Questi francobolli sono definiti for ever perché saranno sempre validi anche a seguito di variazioni tariffarie; infatti, questi sono caratterizzati da una lettera anziché il valore in euro. La lettera B sta ad indicare il servizio ordinario (piazze d’Italia) ed è presente su due serie di quattro francobolli, una per il primo porto (con un francobollo per l’interno e per ciascuna delle tre zone postali definite da Poste Italiane) e l’altra per il secondo porto nei cui quattro francobolli compare la scritta 50 g a sinistra della lettera B (figura 5).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 5 – La successione di stampa della prima tiratura delle piazze d’Italia (2016, codice alfanumerico NB). La maggior parte dei dati sono stati gentilmente forniti da Giuseppe Preziosi; personalmente ho aggiunto la primissima tiratura di Piazza della Repubblica (Roma) e le stime di fogli prodotti. Le stime sono state ricavate dagli intervalli dei codici in possesso di un piccolo gruppo di amanti di questo argomento e dai quali ho ricevuto le immagini dei bordi di foglio.

.

.

Non è stato facile seguire le tirature delle piazze d’Italia come si può dedurre dall’analisi dei codici alfanumerici riportati nella tabella di figura 5. Da notare che nella tabella la successione non è secondo i valori, ma secondo il codice alfanumerico che così rivela la successione di stampa.

.

.

Le nuove emissioni oggi

Pensando ad una nuova emissione, si pensa che questa venga stampata per tempo e distribuita sul territorio nazionale in modo da poter essere disponibile alla data di emissione stabilita da Poste Italiane. In realtà questo era valido fino a poco tempo fa, oggi sembra che le moderne visioni commerciali tendano a coprire appena le necessità e, di volta in volta, vengono ristampati i minimi quantitativi necessari. Questa visione tenderebbe a contenere moltissimo le riserve di magazzino, intese come danaro immobilizzato; questo può essere vero per le aziende private e di dimensioni non molto grandi. Se Poste Italiane ritiene di seguire questo principio, mastodonte quale è, penso che comunque avrà surplus di magazzino da qualche parte e disfunzioni in altre. Questo si potrà tradurre facilmente con un disservizio nei confronti degli utenti e con difficoltà di reperimento delle informazioni da parte di studiosi della materia e dei collezionisti. Ma torniamo al nostro argomento. Se analizziamo i codici alfanumerici di figura 5, possiamo notare che il francobollo per Piazza della Repubblica di Roma (€ 0,95) è stato stampato per primo con un quantitativo non elevato, probabilmente per far fronte alle prime necessità. Ricordo che questo francobollo è l’omologo di Posta Italiana di medesimo valore ed ancora ampiamente diffuso e ristampato nel 2016. Seguono gli altri valori a completare la serie, ma, subito dopo il completamento della serie è stata rifatta una nuova ristampa/tiratura (v. codice alfanumerico) che è stata distribuita in contemporanea con la primissima tiratura. È seguita una nuova ristampa/tiratura dello 0,95 di posta italiana e a seguire altre ristampe/tirature delle piazze con quella di Napoli, Torino, Roma ed infine ancora Napoli. Quindi riepilogando, Piazza della repubblica (Roma) ha avuto ben cinque ristampe/tirature durante il secondo semestre del 2016 (figura 6); Piazza del Plebiscito (Napoli) ne ha avute tre (figura 7) ed infine Piazza S. Carlo (Torino) ne ha avute due (figura 8).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 6 – le cinque tirature di Piazza della Repubblica (Roma). Si noti la diversa posizione del codice alfanumerico rispetto al registro triangolare ed al codice emissione (codice a barre).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 7 – le tre tirature di Piazza del Plebiscito (Napoli). Si noti la diversa posizione del codice alfanumerico rispetto al registro triangolare.

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 8 – le due tirature di Piazza S. Carlo (Torino). Si noti la diversa posizione del codice alfanumerico intuibile dallo sfasamento dei francobolli.

.

.

Ristampa o tiratura?

Ho utilizzato la dizione “ristampa/tiratura” (nel proseguo userò solo tiratura) poiché, in merito a questo argomento, ci sono due linee di pensiero. C’è chi ritiene che la distinzione, possibile dal codice alfanumerico, non sia determinante e che tutte le reiterazioni di stampa siano esclusivamente da considerarsi “ristampe”. Secondo l’altra linea di pensiero, per la quale mi sono adoperato a portare pezze d’appoggio, ciascuna reiterazione di stampa è comunque distinguibile e come tale considerabile a rango di “tiratura” (Cipriani e Manzati, 2014; Cipriani, 2014). Mi rendo conto che la facile distinzione basata sui codici alfanumerici moltiplica il numero delle tirature; bisogna però ricordare quante volte abbiamo battuto tutti la testa contro il muro quando non esistevano possibilità di distinguere le tirature dalle ristampe. Basti pensare solo ai Castelli d’Italia o a una qualunque delle nostre serie ordinarie. Ad ogni modo la discussione è ancora ampiamente aperta e tutti sono invitati a dire la propria, purché supportata da dati.

Durante i primi sei mesi del 2017 sono stati reiterati alcuni francobolli delle piazze d’Italia. In particolare Piazza della Repubblica (Roma), Piazza del Plebiscito (Napoli) e Piazza del Duomo (Milano), ma devo specificare che le tirature sono state più di una, come riportato nella tabella di figura n. 9.

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 9 – la successione di stampa delle tirature del 2017 (OB) delle piazze d’Italia. Anche in questo caso, le stime sono state ricavate dagli intervalli dei codici in possesso di un piccolo gruppo di amanti di questo argomento e dei quali ho ricevuto le immagini dei bordi di foglio.

.

.

Come riportato in tabella, Piazza della Repubblica (Roma) ha avuto ben tre tirature (figura 10), due Piazza del Plebiscito, Napoli (figura 11) ed una Piazza del Duomo, Milano (figura 12).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 10 – le tre tirature del primo semestre 2017 di Piazza della Repubblica (Roma).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 11 – le due tirature del primo semestre 2017 di Piazza del Plebiscito (Napoli).

.

.

Piazze d'Italia codice alfanumerico e tirature

Figura 12 – la tiratura del primo semestre 2017 di Piazza del Duomo (Milano).

.

.

Non è affatto facile stimare i quantitativi di fogli prodotti e, in base ai dati della tabella, fornisco valori che sicuramente sono inferiori, e non poco, alla realtà, specialmente per la II tiratura di Piazza del Plebiscito (Napoli). Questo non vuol dire tirare dei numeri a caso, bisogna invece vedere questi dati nel contesto di una ricerca evolutiva che porterà, con nuovi ritrovamenti, ad un affinamento continuo dei risultati e consentirà di avvicinarci per integrazioni successive ai dati reali.

.

.

Le informazioni principali

Come il lettore avrà ben capito, la numerazione dei fogli attraverso il codice alfanumerico è un dato fondamentale che consente di distinguere le produzioni annuali ed anche le tirature all’interno di uno stesso anno. Due sono le informazioni principali che a tale scopo fornisce il codice alfanumerico:

.

1- Gli intervalli dei codici di ciascuna emissione sono piuttosto complicati da individuare. Per averne un’idea non proprio esatta, si richiede il controllo di tutte le emissioni stampate da una stessa macchina. In particolare per la macchina calcografica (contraddistinta dalla lettera B) bisogna seguire le produzioni commemorative, e non, in modo da tenere sotto controllo la successione dei codici di tutta la produzione. Il controllo della produzione filatelica è stato operato in modo abbastanza preciso da Giuseppe Preziosi e Sergio Mendikovic i quali hanno riportato questo immenso lavoro di registrazione dei codici in un prontuario che viene aggiornato periodicamente (Preziosi e Mendikovic, 2016). Il Prontuario fornisce, oltre alla descrizione di ciascuna emissione, numerose informazione, tra cui tutti gli intervalli numerici, empiricamente individuati, indicativi di ciascuna emissione. Più volte è stato richiesto, unendo le voci mia e di Preziosi, a Poste Italiane, tramite il suo responsabile per la filatelia, di fornire gli intervalli numerici di ciascuna emissione, ma sembra che questi dati rientrino nei famosi segreti di Stato che difficilmente verranno desecretati anche in futuro.

.

2- La posizione verticale del codice sulla cimosa dei fogli e del suo corrispondente a barre è stampato da un sistema non vincolato al sistema di stampa della Goebel su cui è montato; esso quindi viene messo a registro tutte le volte che viene sostituita la produzione della macchina da stampa. La messa a registro può essere richiesta per più motivi, sicuramente uno è il formato dei fogli da stampare. Generalmente per una stessa produzione, ancorché realizzata con più bobine di carta, il codice alfanumerico resta sempre in posizione costante, a meno di altri interventi che richiedano lo spostamento del sistema inkjet/laser. Questa costanza è stata notata fino al 2016. Segnatamente con le piazze d’Italia, sono stati notati spostamenti lenti e continui (ordine del millimetro) della posizione del codice alfanumerico verso l’alto (o in basso) in fogli contigui; saltuariamente la differenza tra due fogli consecutivi può raggiungere il centimetro ed oltre. Questo scombussola un po’ le nostre conoscenze e la posizione del codice non garantisce più, come un tempo, di essere uno strumento discriminatorio. D’ora in poi questo carattere avrà sempre bisogno di essere verificato in parallelo con il numero progressivo del codice per avere la certezza che un determinato lotto non sia intercalato da altre emissioni.

.

.

Cosa e come collezionare

Dalla Giornata della filatelia del 10 ottobre 2008, l’Italia ha adottato l’uso del codice a barre per identificare ciascuna emissione. I collezionisti si sono tuffati su questo nuovo elemento posto sul bordo del foglio collezionando il francobollo ad esso adiacente. Tale elemento è definito commercialmente codice prodotto, è tipico di ciascuna emissione ed è presente sempre identico su tutti i fogli. Al di là delle considerazioni di rarità del francobollo con il bordo che lo ha, questo elemento rientra esclusivamente nella sfera della fantasia e dell’edonismo che ciascuno di noi ha in modo più o meno accentuato. Invece il codice alfanumerico è un elemento determinante per riconoscere ciascuna tiratura di una stessa emissione. Naturalmente mi riferisco essenzialmente a chi collezione serie ordinarie perché, a parte qualche evento accaduto pochi anni or sono, la stampa dei commemorativi avviene con un unico lotto. A questo proposito si deve anche tenere presente che proprio grazie al codice alfanumerico sono state riconosciute differenti tirature per i commemorativi che sono stati stampati in più di un lotto. Sono quindi le serie ordinarie quelle in cui il codice alfanumerico riveste molta importanza. Ma chi colleziona seguendo argomenti limitati, sicuramente segue anche alcune specializzazioni. La distinzione delle tirature è senz’altro una tra le tante che molti collezionisti seguono.

È noto che seguire le serie ordinarie da quando vengono emesse, si possono allestire delle belle collezioni con poca spesa, sia per l’aspetto filatelico senso stretto, sia per la storia postale. Basta infatti seguire i mercatini di vario livello per imbattersi in bordi di foglio mancanti o belle affrancature a basso costo. C’è poi chi le affrancature se le costruisce appositamente, ma questo è un divertimento decisamente personale. Nell’ottica di quanto esposto in questo articolo, una collezione filatelica delle due ordinarie attuali può essere improntata curando le distinzioni tra le varie tirature. A questo scopo si possono acquistare i bordi destri interi che contengono i tre codici (a barre, figure di registro e l’alfanumerico) oppure limitare l’acquisto alla parte bassa del bordo destro che contiene la base del foglio ed il codice alfanumerico, oppure acquistare solo i 2-3 francobolli con il bordo che lo contengono. La seconda possibilità consente di registrare l’altezza del codice alfanumerico rispetto agli altri due; questa scelta consente anche di contenere i costi e di avere tutte le informazioni utili alla completezza della collezione.

.

.

Ringraziamenti

Da circa 7-8 anni si è creato, strada facendo, un piccolo gruppo di collezionisti studiosi che registrano, quanto più possibile, i codici alfanumerici delle emissioni italiane. Le persone coinvolte sono cresciute di numero un po’ nel tempo. All’inizio eravamo io e Giovambattista Spampinato, poi ci siamo accorti che in parallelo anche Giuseppe Preziosi e Sergio Mendikovic stavano operando nella stessa direzione. Abbiamo quindi unito le nostre forze. Nel tempo abbiamo coinvolto anche Pasquale Fiumanò, Marco Marchini, Leonardo Cavallaro e Massimo Massetti. Poi ci sono altri amici che, pur non seguendo strettamente la ricerca, comunque si sono resi disponibili a fornire le loro informazioni relative alla numerazione del codice alfanumerico come Stefano Proserpio, Roberto Cruciani, Claudio Manzati, Antimo D’Aponte ecc. Mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno, desidero comunque ringraziare tutti questi amici per il loro contributo a tenere sotto osservazione la produzione dell’IPZS. Ritengo che poter registrare e pubblicare quella parte dei dati relativi alla produzione dei francobolli ordinari, che altrimenti verrebbe persa senza alcuna possibilità di ritrovarne traccia in futuro, sia un atto fondamentale per chi ama la diffusione delle informazioni in filatelia e non solo. Anche i commemorativi sono stati oggetto di differenti tirature e la conferma arrivò a suo tempo proprio da Poste Italiane che fu costretta ad affermare che alcuni valori furono stampati in più di una volta. Ciò comportò la distribuzione di numerose emissioni in cui era palese una differenza cromatica mal giustificabile con un’unica tiratura.

.

.

Bibliografia

Cipriani N. L. e Manzati C. E. (2014) – Tiratura? Ristampa? Tipo? Cerchiamo di fare chiarezza, Il Francobollo Incatenato n. 217.

Cipriani N. L. (2014) – https://www.peritofilatelico-cipriani.it/tiratura-ristampa-tipo-cerchiamo-di-fare-chiarezza/.

Cipriani N. L. (2016) – I piccoli valori di posta italiana. Ed. Cifo.

Preziosi G. e Mendikovic S. (2016) – Il Prontuario dei Servizi Postali Prepagati 2014-2015, ediz. PreGi, Salerno.

PRIORITARIO 1999 – RISPONDERE O NON RISPONDERE?

Nicola Luciano Cipriani

Non avrei voluto scrivere queste, spero, poche righe perché non mi piace alzare polemiche inutili; non stiamo parlando di cose fondamentali della vita, ma di un hobby e questo è il motivo della mia posizione: evitare situazioni che generano tensioni. Purtroppo più di un amico mi ha spinto a rispondere adducendo la motivazione che, essendo stato chiamato in causa, una mia risposta sarebbe doverosa. Già in altra occasione ho mantenuto con rigidezza la mia posizione, ma riconosco che le situazioni sono molto differenti, come pure differente è l’anima della questione. In questo caso penso che Giovanbattista Spampinato non sia stato stimolato da nessuna intenzione di cercare un conflitto. Noi tutti scriviamo, con la passione e per la passione,  per trasmettere le nostre conoscenze convinti di raccontarle nel modo più corretto possibile e sono convinto che molti lettori in qualche modo apprezzano la spontaneità e la disponibilità di chi, con tutto il proprio animo, cerca di informare divertendosi e per trasmettere spunti di divertimento.

Qualche tempo fa ho pubblicato una ricerca con la quale ho portato a conoscenza dei collezionisti la scoperta di una particolare tiratura del francobollo prioritario del 1999 che sul lato sinistro presenta il fustellatore invertito (figura 1) (Il Francobollo Incatenato, 299 ottobre 2019). Lo stesso articolo è stato pubblicato su Il Postalista e sul mio sito personale: (https://www.ilpostalista.it/varieta/varieta040.htm) (https://www.peritofilatelico-cipriani.it/prioritario-1999-un-fustellatore-invertito/).

.

.

rispondere o non rispondere?

Figura 1 – prioritario emissione 1999 con fustellatura a sinistra invertita.

.

.

Nell’articolo descrivo le caratteristiche della varietà, il periodo d’uso e la sua distribuzione sul territorio nazionale. Non ho mai minimamente pensato che questo francobollo potesse essere falso perché tutte le sue caratteristiche sono originali. È noto un solo falso dell’epoca di questa emissione e fu stampato in offset e senza doratura; inoltre è stato l’unico prioritario ad avere una fustellatura molto simile all’originale (figura 2).

.

.

rispondere o non rispondere?

Figura 2 – imitazione del prioritario emissione 1999. Questa imitazione non ha copertura dorata ed il colore la simula soltanto.

.

.

Tutte le imitazioni successive erano invece caratterizzate proprio da quella orrenda fustellatura che li rendeva facilmente riconoscibili. Solo molto tardi i falsari si sono dotati di fustellatori un po’ più vicini a quelli del Poligrafico. La mia esperienza sui falsi dei francobolli recenti è cresciuta nel tempo grazie alla attenzione posta su questo materiale e allo studio continuo svolto nel corso degli ultimi venti anni agevolato dalla intensa attività dei falsari.

Per coloro che conoscono meglio le emissioni più recenti, meno i prioritari, porto ad esempio i falsi di Posta Italiana che sono molto comuni. Negli originali, ad esclusione dei piccoli valori, è sempre presente un colore di sottofondo al di sotto del colore metallizzato della bustina che vola. In genere tale colore è lo stesso di quello del nome dell’incisore (Ciaburro), quindi ogni valore dovrebbe avere il proprio. Se negli originali venisse a mancare il colore metallizzato, la bustina mostrerà il colore di sottofondo. Nessuna varietà di questo tipo è mai uscita dal Poligrafico. Sono però state trovate casualmente alcune piccole varietà in cui il colore metallizzato è parziale ed in questi casi è visibile la sovrapposizione dei due colori (figura 3).

.

.

rispondere o non rispondere?

Figura 3 – 70 cent Posta Italiana con colore metallizzato sulla bustina parzialmente mancante nella sua parte sinistra.

.

.

Ho visto anche varietà dei falsi senza il colore della bustina ed al suo posto il fondo bianco della carta semplicemente perché il colore di sottofondo non ce l’hanno (figura 4).

.

.

PRIORITARIO 1999 - RISPONDERE O NON RISPONDERE?

Figura 4 – imitazione del 60 c di Posta Italiana con la varietà senza stampa simil metallizzata della bustina.

.

.

Il prioritario del 1999, al di sotto di quella pesante doratura ha un sottofondo di colore giallo (figura 5);

.

.

rispondere o non rispondere?

Figura 5 – prova di cancellazione della doratura sul prioritario con fustellatura sinistra invertita.

.

.

molti ricorderanno le pseudo varietà gialle prodotte cancellando con una semplice gomma da matita la patina dorata superficiale. Coloro che hanno la monografia de Il Servizio Prioritario, edito dal CIFO, potranno verificare l’esistenza di questa varietà procurata. In moltissimi valori del prioritario del 1999 la sovrapposizione doratura/giallo non è perfetta ed un po’ di giallo si intravede sempre almeno lungo un bordo. Ma, anche quando non sussiste assolutamente nessun fuori registro, lungo tutto il perimetro della doratura si intravede una sottilissima riga gialla che la contorna. Questa osservazione naturalmente richiede una lente di ingrandimento. Ricordo anche che il colore oro dei prioritari non è mai stato imitato in modo efficace, probabilmente per una questione di costi.

Recentemente Giovanbattista Spampinato ha pubblicato un articolo su Il Postalista in cui asserisce che il prioritario 1999 con fustellatura invertita è un falso. A supporto di questa idea adduce la forma dei quattro dentoni d’angolo che differiscono da quelli tipo. Giovanbattista ha un ottimo occhio che io ho spesso enfatizzato quando, nei miei scritti, ho parlato di lui; anche in questa occasione ha voluto evidentemente sviscerare la sua attenzione su questa varietà. In effetti tra le due tirature (fustellatore invertito e non) c’è realmente una differente geometria dei quattro dentoni (figura 6), ma la differenza sul lato sinistro è legata alla inversione del fustellatore che taglia gli angoli della vignetta in modo differente rispetto al francobollo tipo.

.

.

rispondere o non rispondere?

Figura 6 – confronto fustellatura: a sinistra un falso di Posta Italiana, al centro il rioritario di fig 5 e a destra un prioritario tipo dell’emissione 1999.

.

.

Per quanto riguarda il lato destro, si potrebbe pensare anche che il fustellatore utilizzato potesse essere anche leggermente differente da quello solitamente usato. Non credo che i fustellatori siano assemblati presso il poligrafico, ritengo più probabile che vengano acquistati già pronti. Probabilmente al Poligrafico si devono essere accorti dell’inconveniente ed hanno sostituito il cilindro fustellatore. Quando ho scritto i miei articoli sui falsi, per agevolare i meno esperti, ho fornito alcuni caratteri distintivi che potessero aiutare i collezionisti a riconoscerli. Orbene, uno di questi caratteri è la rotondità dei quattro dentoni d’angolo prodotti da fustellatori non proprio identici a quelli del Poligrafico. Mi preme far presente però che i fustellatori delle imitazioni hanno anche altri caratteri distintivi e tra questi è anche la forma del taglio degli pseudo denti che hanno una curvatura differente  e gli stessi denti sono più appuntiti. Inoltre i denti del lato destro delle imitazioni sono spesso delle punte triangolari con uno stretto arrotondamento in testa (figura 6).

Insomma, a me è doppiamente spiaciuto rientrare in questo argomento per un rapporto di amicizia che mi ha legato a Giovanbattista, penso che avrebbe fatto meglio a consultarsi direttamente con me, ma non lo ha fatto. Ritengo che in primis dobbiamo rispettare  le informazioni e tutti gli amici che le leggono. Oggi in tempi di internet dove si scrive di tutto e del suo contrario, almeno nel nostro hobby bisognerebbe cercare di tenere sempre aperte le porte del dialogo, ritengo che sia l’unico mezzo per cercare di chiarire e spiegare in modo amichevole qualunque questione possa presentarsi. In altre parole invito ad utilizzare una dialettica costruttiva.

 

1500 LIRE ALTI VALORI – ANCORA NOVITA’? SI

Nicola Luciano Cipriani e Antimo (Nino) D’Aponte

 .

aggiornato il 5.12.2020 con l’aggiunta di una rara affrancatura trovata da Nino

.

L’antefatto

La notizia è fresca, di metà novembre scorso. Come al solito, l’amico Nino mi ha inviato i risultati delle sue ricerche come fa quasi giornalmente. Il giorno fatidico ho ricevuto prima un paio di cosette da poco, ma la terza mi ha lasciato molto incredulo ed a bocca aperta. Pensavo di aver detto tutto o quasi sulle doppie incisioni delle testine degli alti valori, invece …. evidentemente mi sono sbagliato.

.

 .

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

il 1500 lire come appare nel suo aspetto estetico

.

.

Un po’ di storia

Per chi non ha seguito l’argomento sin dalle origini, riassumo velocemente lo stato delle conoscenze andando in ordine cronologico.

La prima scoperta la feci verso la fine agli anni ’80 e ne iniziai a parlare con alcuni amici agli inizi degli anni ’90; era relativa all’acquisto di un mini foglio da 20 francobolli del valore da 2000 lire che avevo fatto nella seconda metà degli anni ‘80 (Cipriani, 2014a). Purtroppo mi accorsi della varietà della doppia incisione con un paio di anni di ritardo. Peccato avrei potuto salvare qualche altro mini foglio allo stato di nuovo. Da quella volta mantenni sotto stretto controllo tutti gli alti valori e non solo; il risultato fu la scoperta del valore da 1500 lire con doppia incisione su alcune missive e mi recai velocemente all’ufficio postale per verificarne il lotto in distribuzione (Cipriani, 2014b). Lo trovai ed acquistai un foglio intero più altri venti francobolli. Notai subito la differenza più eclatante tra questi due valori: il 2000 lire era in mini fogli mentre il 1500 su fogli da 50 esemplari. Ma mentre del primo studiai tutte le posizioni per capirne la causa, del 1500 lire ne controllai solo una parte e, per la costanza dei caratteri, tralasciai il controllo di tutto il foglio. Male feci!

La terza scoperta, quella del 3000 lire, fu segnalata da Aldo di Matteo che contattai velocemente per capire come fosse stata trovata e con quale frequenza. Studiai anche questa terza doppia incisione i cui risultati sono stati oggetto della mia terza pubblicazione su questo particolare argomento (Cipriani, 2018). Nella figura 1 riporto le immagini del riquadro e della nuca della testina nei francobolli da 1500, 2000 e 3000 lire. Come si mette bene in evidenza, le tre doppie incisioni sono differenti tra loro, e non sarebbe potuto essere diversamente.

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 1 – le doppie incisioni negli alti valori da 1500, 2000 e 3000 lire. la caratteristica si nota sui lati verticali della cornice e sul lato posteriore del collo. Nel 3000 lire l’entità dello scostamento rende visibile il raddoppio completo della testa.

.

.

Due sono le evidenze salienti:

  • Le distanze tra le due incisioni sono differenti per ciascun valore, come mette subito in evidenza la distanza tra i due tratti del lato verticale sinistro della cornice che racchiude la testina e lo stemma repubblicano.
  • Mentre nei valori da lire 2000 e 3000 le due incisioni sono perfettamente parallele tra loro, nel valore da 1500 lire, una è leggermente ruotata rispetto all’altra tanto che nell’angolo superiore la cornice di riquadro non appare sdoppiata.

I risultati di queste mie ricerche sono stati pubblicati con un certo ritardo, sia perché, specie per il 2000 lire, questa varietà fu molto minimizzata per il fatto che non fosse visibile ad occhio e quindi non avrebbe attratto nessuno, sia perché sono stato alla ricerca di altro materiale che mi avrebbe potuto consentire di proporre ipotesi plausibili sulla loro genesi. In ambito commerciale, non sono riuscito a trovare mai un francobollo nuovo, solo usati; però, da allora conservo tutti i valori con doppia stampa che mi capita via via di trovare, anche se molto comuni.

.

.

La novità

Questo, un riassunto delle doppie incisioni degli alti valori sino a metà novembre scorso quando il buon amico Nino mi ha inviato le immagini delle figure 2 e 3. Nessuno di voi ha le traveggole, siamo proprio davanti ad una tripla stampa della cornice e dello stemma; in questo francobollo la testina della siracusana non mostra evidenze chiare della stampa tripla.

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 2 – la coppia trovata da Nino, a destra il francobollo con la tripla stampa.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 3 – la tripla incisione nel 1500 lire visibile nel lato destro del riquadro che contiene la testa e lo stemma repubblicano.

.

.

La prima cosa che mi ha colpito è stata proprio questa tripletta, non tanto per la grande scoperta di Nino che, per altro, ci ha messo in uno stato di grande euforia, anche se attenuata dall’aspetto interpretativo, ma ne parleremo più avanti.

Come scritto negli articoli precedenti, inizialmente non ho voluto credere che l’errore fosse stato nella moletta che incide il cilindro, mi era parso un po’ eccessivo; ma con il susseguirsi delle ricerche sia su accumulazioni di usati (alcune migliaia del 2000, un centinaio circa del 1500 e solo sei del 3000) sia sui nuovi (un minifoglio del 2000 e circa due fogli del 1500; del 3000 nuovo, per ora, non si ha alcuna notizia) sono giunto ad attribuire il fenomeno della doppia incisione esclusivamente alla moletta, anche se con una eccezione. Questo vuol dire che era la moletta portatrice del difetto la quale, incidendo il cilindro di stampa, ha prodotto lotti di stampa con fogli tutti uguali caratterizzati dalla particolarità della doppia stampa. Naturalmente le molette che hanno inciso i cilindri incriminati erano differenti per ciascun valore, tant’è che le doppie stampe su questi tre valori hanno caratteristiche differenti e distintive. Viste le tirature per ciascun lotto di stampa degli anni ’90 dobbiamo pensare che di ciascun valore siano stati stampati diversi milioni di francobolli; questa considerazione vale per i due primi valori: il 1500 ed il 2000. Per il 3000 il discorso è diverso perché secondo quanto ho potuto capire (Cipriani, 2018), la moletta era perfetta e la doppia incisione è stata prodotta su una sola posizione del cilindro che doveva contenere 6 foglietti. Siamo quindi di fronte a due differenti situazioni.

Tornando allo specifico del 1500 lire, assodato che per questo valore era la moletta a portare il difetto della doppia incisione, a questo punto sorge spontanea anche un’altra considerazione: come è possibile che una moletta portatrice della doppia incisione ne possa produrre una tripla sul cilindro? Cilindro che è stato usato per produrre un discreto numero di lotti di stampa, come si può dedurre dalle caratteristiche invasioni di colore in aree non competenti le quali risultano distintive per differenti lotti di stampa ed anche la diversa centratura del riquadro superiore rispetto al resto del francobollo. Queste evidenze sono state osservate sui nostri campioni annullati.

Andiamo per ordine ripercorrendo quanto accaduto dopo il ricevimento della immagine di figura 3. Con Nino eravamo ancora al telefono ed io gli dico di attendere qualche minuto per avere il tempo di prendere il foglio intero con la doppia stampa (figura 4) e verificare se tutte le posizioni fossero uguali.

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 4 – le posizioni con la “tripla” stampa nel foglio da 1500 lire del mio archivio.

.

.

Sono stati veramente momenti di una certa apprensione perché non era assolutamente detto che il mio foglio avesse potuto avere una posizione con la tripla stampa. Questo perché non credo che il cilindro fosse portatore della incisione di un solo foglio è molto più probabile che fossero stati due in quanto la macchina da stampa utilizzata dovrebbe essere stata la stessa (Goebel BRM S 300 K) che ha stampato anche i mini fogli (2018, op. cit.).

Bene, dopo aver scorso invano la prima metà del foglio mi ero rassegnato ad avere una delusione, ma …. Alla posizione 25 ecco che appare la tripla stampa. Un sospiro di sollievo e dico a Nino “L’ho trovata!!! … ma aspetta, ormai lo controllo tutto”. Conclusione: le posizioni con la tripla stampa sono risultate tre: 25, 30 e 35. Tutte lungo il bordo destro ed una sopra all’altra. Ricordo che i fogli da 50 di questi valori sono stati stampati in composizioni di 5 x 10. Per quanto riguarda le incisioni sul cilindro di stampa, bisogna considerare che la larghezza dei fogli stampati è leggermente inferiore rispetto a quella dei mini fogli (pochi millimetri, ma la macchina può utilizzare l’intervallo 14-15 cm) ed è quindi presumibile che sia stata utilizzata la stessa Goebel BRM S 300 K con il particolarissimo cilindro a doppio passaggio che poteva stampare i mini fogli da 20 con il sistema calco su calco (figura 5) (2018, op. cit.).

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 5 – il cilindro della Goebel 300 che consente la stampa calco su calco con il quale sono stati stampati gli Alti Valori lire in minifogli da 20 francobolli.

.

.

Come si può vedere in figura 5, Il cilindro presenta le impronte di sei mini fogli; nella parte bassa si notano le incisioni della testina, dello stemma repubblicano e delle linee orizzontali del riquadro inferiore mentre, nella metà superiore, si nota la cornice e tutti gli altri elementi che completano le immagini dei mini fogli. Con questa tipologia di incisione venivano utilizzate bobine larghe 14-15 cm (che è la larghezza dei mini fogli e di quelli da 50 esemplari) mentre l’altezza del cilindro era poco superiore ai 30. In questo modo la bobina, per mezzo di un sistema di inversione all’interno della macchina, veniva fatta passare due volte sul cilindro, una prima nella parte inferiore ed una successiva in quella superiore a completare la stampa dei fogli. Quanto descritto consente di ipotizzare, con alta probabilità che sia reale, che sul cilindro siano state incise le immagini per stampare due fogli da 50 esemplari con un giro completo.

Ripeto anche che, data la costanza dei caratteri della doppia incisione, questo difetto doveva essere presente sulla moletta e non essersi verificato durante l’incisione del cilindro.

.

.

Due domande necessarie

Detto questo, possiamo passare alle domande che certamente vengono spontanee ad un lettore anche poco attento.

  • Se sul cilindro erano incisi due fogli da 50 francobolli, un eventuale errore di incisione si sarebbe potuto avere su un solo foglio o anche su entrambi?
  • Come è possibile che una moletta con il difetto della doppia incisione che trasmette al cilindro e questo possa, a sua volta, dare su carta una stampa tripla?

Alla prima domanda bisogna rispondere chiamando in causa le leggi della probabilità. Non saprei dire perché nel foglio di figura 4 la tripla stampa sia nelle posizione 25, 30 e 35, se non dire che il caso le ha messe in quella posizione; un caso probabilmente legato ad una serie di vibrazioni di un componente del sistema di incisione del cilindro che arrivato alla incisione del quinto francobollo della riga (punto di rotazione del cilindro) abbia toccato due volte il cilindro in tempi molto brevi producendo le due incisioni molto ravvicinate, subito prima di ripartire per l’incisione della riga sottostante. Ma questo sarebbe potuto accadere in uno qualunque delle altre posizioni di bordo foglio? È possibile. E sul secondo foglio inciso? Sempre per le leggi della probabilità, non è detto che sia stato riprodotto il difetto e, in caso affermativo, probabilmente in posizioni differenti. Purtroppo non ho il foglio contiguo al mio, so di un mezzo foglio che ha trovato Aldo Di Matteo che però non ho mai visto;  non so se esistono altri fogli con doppia incisione di questo valore. La visione di un secondo foglio sarebbe molto importante sia per verificare quanto asserito, sia per valutare la frequenza di questa varietà. Il dato di base è che sul foglio si ha il 6% di probabilità di rinvenimento (3 pezzi su 50 francobolli). Per quanto riguarda gli usati, fino ad ora abbiamo analizzato tre lotticini con doppia incisione ed abbiamo calcolato una percentuale del 3,7% nel mio lotto, dello 0,6% (v. nota 1 fine testo) in quello di Stefano Proserpio e minore dell’1% in quello di Nino. Non è stata mai trovata una frequenza superiore al 6%. Il campione analizzato è purtroppo molto piccolo, però se si trovasse qualche lotto con frequenze superiori, potrebbe essere indicativo che anche il secondo foglio possa avere una o più posizioni con la tripla stampa. al momento però questa eventualità non sembra reale.

Passiamo alla seconda domanda. Come si può spiegare che una moletta con doppia incisione, dopo aver inciso il cilindro, abbia prodotto una tripla stampa e non una quadrupla? La risposta mi sembra banale osservando al giusto ingrandimento questa varietà.

In figura 6 sono riportati i lati destro e sinistro del riquadro che contiene la testa e lo stemma repubblicano; i numeri indicano le posizioni nel foglio da 50 esemplari. Benché le immagini sembrino molto simili, si possono comunque notare alcuni caratteri distintivi; in particolare le distanze tra i tratti verticali che appaiono omologhe su ciascuna coppia sinistra/destra di ciascuna posizione.

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 6 – i due lati sinistro e destro del riquadro che contiene la testa e lo stemma repubblicano in cui è ben visibile la tripla stampa nelle tre popsizioni del foglio di figura 4.

.

.

Di certo stiamo parlando di distanze dell’ordine del decimo di millimetro e le differenze potrebbero apparire poco significative, soprattutto non abbiamo un grande campione da sottoporre ad analisi.

Pur con tutte queste limitazioni, sembra di poter evidenziare una seppur minima differenza distintiva per le tre posizioni.

In particolare la pos. 25 e 30 hanno le due linee esterne che non sono simmetriche rispetto a quella centrale, carattere meglio visibile sui lati sinistri più che su quelli destri del riquadro. La pos 35 invece mostra una maggiore simmetria e la linea centrale occupa una chiara posizione mediana.

Un altro carattere colpisce: lo spessore notevolmente maggiore della linea centrale. Questa è la chiave di lettura più importante ed è la soluzione alla seconda domanda. La moletta con la doppia incisione, a seguito del sobbalzo, avrebbe dovuto necessariamente dare una quadrupla incisione sul cilindro e quindi una quadrupla stampa sulla carta. Il sobbalzo è stato molto limitato e la sua entità deve essere stata dello stesso ordine di grandezza della doppia incisione sulla moletta, il che è molto plausibile se la macchina aveva sostanzialmente un piccolo problema ripetitivo. Questa situazione ha prodotto la sovrapposizione di due linee producendo una falsa tripla incisione sul cilindro e non una quadrupla; tripla incisione ma con la linea centrale sproporzionatamente inchiostrabile rispetto alle due laterali tanto da produrre una stampa non compatibile con la sottigliezza delle incisioni del resto del disegno.

.

.

Altre evidenze

Come succede sempre per la stampa dei francobolli ordinari, la costanza delle caratteristiche di stampa possono variare da lotto a lotto di produzione. Queste differenze si mettono in evidenza con le invasioni di colore in aree non pertinenti, con la variazione del tono di uno o più colori, dalla maggiore o minore inchiostrazione che possono rendere la stampa molto inchiostrata o meno, ecc.

Prendendo ad esempio il francobollo di figura 3 e i tre con tripla stampa dei francobolli del foglio di figura 6, salta all’occhio di chiunque che la cornice nel primo caso è verde mentre nel secondo è blu (figura 7).

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 7 – confronto del colore della cornice che racchiude la testa e lo stemma repubblicano nei francobolli delle figure 3, a sinistra di colore verde e 6, a destra blu.

.

.

Questo è un classico esempio di invasione cromatica che caratterizza due distinti lotti di stampa. la variazione della intensità dell’inchiostrazione non può essere determinante per l’attribuzione ad uno specifico lotto di stampa, però nel caso di questo studio aiuta a mettere in risalto caratteri che sono coperti dalla maggiore inchiostrazione degli altri francobolli che abbiamo utilizzato per questo studio.

Nella figura 8 riportiamo un secondo esemplare usato trovato tra altri 26 (3,7%). Questo francobollo è caratterizzato da una inchiostrazione non invadente e mostra in molte parti l’evidenza della tripla stampa.

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 8 – usato con tripla stampa trovato in un piccolo lotto di 20-25 francobolli, tutti con doppia stampa.

.

.

Nelle successive figure 9, 10 e 11 riportiamo alcuni particolari significativi ed esplicativi. Nella figura 9 è ben visibile il triplo tratto sia nel mento che nel collo sottostante.

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 9 – particolare di figura 7 il mento ed il collo.

.

.

Nella figura 10 il triplo ciglio presenta le stesse caratteristiche della cornice: i due tratti laterali sono molto più sottili di quello centrale.

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 10 – particolare di figura 7: l’occhio e le tre ciglia inferiori.

.

.

Infine, anche sulla torre si possono notare i tre tratti paralleli (figura 11).

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 11 – particolare di figura 7: la prima torre a destra.

.

.

Fin qui la descrizione di questo che riteniamo uno straordinario ritrovamento, straordinario per più di un motivo. Una apparente tripla stampa su un calcografico non si era mai vista nei francobolli repubblicani; straordinaria perché una varietà di questo tipo era decisamente inaspettata. Ma la cosa più importante è che questa tripla stampa, che in realtà avrebbe dovuto essere quadrupla, è la prova provata, la dimostrazione matematica che è stata indiscutibilmente la moletta ad avere la doppia incisione. La moletta aveva il difetto che ha trasmesso al cilindro e a sua volta il cilindro ha prodotto milioni di francobolli  da 1500 lire con la particolarità della doppia stampa. Stessa considerazione per quello da 2000 lire per il quale siamo al momento fermi, si fa per dire, alla sola doppia stampa.

 .

.

I ritrovamenti su busta della varietà tripla stampa

Gli usati sciolti non sono rarissimi e si possono trovare in accumulazioni e mazzette. Anche su documento, sia viaggiato di vario tipo che documenti interni di Poste Italiane , è possibile incontrare qualche esemplare con la tripla stampa.

Nella figura 12 riproduciamo la busta più bella che abbiamo trovato: busta con quartina nella quale la coppia verticale destra presenta la tripla stampa.

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

figura 12 – assicurata convenzionale inviata da Portogruaro per Tavarnelle Val di Pesa il 26.09.97 ed affrancata per 6400 lire. Primo porto lettera 800 + raccomandazione 4000 + assicurazione convenzionale 1600. I francobolli della coppia verticale destra hanno entrambi la tripla stampa.

.

.

Si tratta decisamente di una bella affrancature in cui le posizioni con la tripla stampa sembrano corrispondere alle 25 e 30 per la mancanza totale di simmetria, come da figura 6. Usiamo volutamente una forma dubitativa a causa della totale mancanza di informazioni relative al secondo foglio inciso sul cilindro di stampa.

.

Aggiornamento del 5.12.2020

recentemente Nino ha trovato una busta mezzo foglio (formato medio) affrancato per 5500 lire, spedita da Massaquano, una frazione collinare di Vico Equense, sui rilievi della penisola Sorrentina, ed indirizzata a Napoli (figura 13).

.

.

1500 lire Alti Valori - Ancora novità? Si

Figura 13 – invio raccomandato a mezzo busta formato medio ed affrancata per 5500 lire corrisponde ad una raccomandata di secondo scaglione di peso in perfetta tariffa. I tre valori da 1500 lire sono le posizioni 25, 30 e 35, tutti e tre con tripla stampa della cornice.

.

.

L’affrancatura è assolta da 10 francobolli da 100 lire Donne nell’Arte con valore in sole lire e tre pezzi del 1500 lire, tutti e tre con la tripla stampa della cornice. La coppia corrisponde alle posizioni 25 e 30, mentre il valore isolato alla posizione 35. E’ superfluo dire che questo ritrovamento è certamente più unico che raro; sarà molto difficile trovare una seconda busta con le tre posizioni precise. Se è lecito esprimere un desiderio, ora bisognerà cercare tra i bustoni nella speranza di trovare grandi affrancature con un blocco almeno di sei pezzi con le tre posizioni; non sarà facile ma non bisogna mai disperare, questo è il bello della filatelia: a volte si trova dell’incredibile. La caccia è aperta e buon divertimento agli appassionati di questa bellissima serie.

.

.

Il periodo d’uso del 1500 lire Alti Valori con la varietà doppia stampa.

Essendo le due varietà doppia e tripla stampa sullo stesso foglio, per valutare il periodo d’uso, abbiamo considerato anche le buste con la varietà semplice essendo il campione in analisi molto più ampio. Come è noto, il periodo di produzione generalmente non coincide con il periodo d’uso in quanto inizialmente assistiamo sempre ad una certa inerzia dovuta alla distribuzione ed anche ai quantitativi della distribuzione precedente ancora in uso. Similmente assistiamo anche ad una inerzia di fine uso dovuta ai quantitativi distribuiti ed alle aree che si differenziano molto per i volumi di vendita.

Ad ogni modo sulla base del materiale a nostra disposizione, cumulando il mio e quello di Nino, abbiamo rilevato un periodo d’uso che va da Novembre 1996 a marzo 2001; intervallo definito sulla base di 56 buste di cui solo tre con varietà tripla stampa, con una frequenza del 5,3%.

.

.

Considerazioni conclusive

A primo impatto, queste varietà potrebbero far pensare che al Poligrafico dello Stato le macchine potessero essere difettose o che le maestranze siano state poco attente alle loro mansioni. Ritengo che nulla di questo si debba pensare e qui mi preme spezzare una lancia a favore delle produzioni dell’IPZS.

Oggi tutti abbiamo la possibilità di accedere a strumentazioni particolarmente sofisticate che possono controllare i decimi di millimetro di qualunque prodotto, ma bisogna considerare il significato di ciascun prodotto e la sua finalità. In particolare il francobollo deve avere le caratteristiche di essere ben riconoscibile ed avere gli elementi salienti tali da poter riconoscere immediatamente il suo valore, il suo uso, la nazione che lo ha emesso; devo aggiungere anche che il suo aspetto estetico non deve produrre repulsioni di alcun tipo oltre al limite mi piace/non mi piace; deve quindi essere di facile e piacevole lettura. Questo vuol dire che il francobollo non è un’opera di cesello e di estrema precisione che debba superare esami microscopici per potersi definire tale. Quelli che abbiamo messo in evidenza in questo articolo, sono piccoli errori di macchine quasi perfette ma anche molto complesse per le quali anche un granellino di polvere può essere causa di un loro funzionamento non idoneo. Certamente il loro uso pluriennale e continuo può essere causa di un anche minimo logorio o di rotture che, quando richiedono interventi di manutenzione vengono fermate. Finché esse vengono usate vuol dire che il loro prodotto è ancora accettabile. Queste macchine, a nostro parere, non hanno incrinato assolutamente la qualità della produzione del Poligrafico tanto che questi francobolli, pur portatori di un difetto, appaiono invece visivamente di ottima fattura. La scoperta di queste varietà diventano importanti solo con lo scopo di informare l’ambiente filatelico; queste sono informazioni importanti esclusivamente per ricercatori, studiosi e collezionisti appassionati di specializzazioni e varietà.

 .

.

 nota 1 – Questo valore (0,6%) è corretto mentre nello stesso testo pubblicato negli Atti del VII Convegno di Studi Filatelici – Salernophil, è riportato erroneamente 6%. Vale quindi come errata corrige per il testo del Convegno Salernitano.

 .

.

Bibliografia

Cipriani N. L. (2014a), varietà inedite degli alti valori parte prima. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/varieta-inedite-degli-alti-valori-parte-prima/

Cipriani N. L. (2014b), La doppia stampa nell’alto valore da 1500 lire.

https://www.peritofilatelico-cipriani.it/la-doppia-stampa-nellalto-valore-da-1500-lire/

Cipriani N. L. (2018), A. V. 3000 lire: la doppia incisione. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/?s=3000+doppia+incisione

PRIORITARIO 1999 – UN FUSTELLATORE INVERTITO

 Nicola Luciano Cipriani, perito filatelico

 

Premessa

Ricordo che questa emissione ha visto la luce il 14 giugno del 1999; i primissimi francobolli furono stampati in fogli da 28 esemplari con etichetta aderente e, praticamente in contemporanea, furono allestiti anche i fogli con 40 francobolli senza etichetta; per questa versione furono stampate etichette in fogli da 76 pezzi, differenti da quelle abbinate ai francobolli nei fogli da 28 (figura 1).

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

figura 1 – le due versioni dei fogli del prioritario da €/lire 0,62/1200, con e senza etichette ed il foglio da 76 etichette.

.

.

La successiva emissione con millesimo 2000 fu distribuita dal 10 gennaio. I francobolli prioritari con il formato dei fogli da 28 pezzi furono stampati con la Gallus R200 (figura 2) a tre colori e sei elementi di stampa presso il Poligrafico (IPZS) dal 1999 al 2004. Nell’autunno del 2003 il poligrafico si dotò di due nuove macchine Goebel che iniziarono a stampare i prioritari dal marzo 2004 con un formato dei fogli diverso da quello della Gallus.

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

figura 2 – La Gallus R200. Si può notare al centro dell’immagine la separazione degli sfridi e l’arrotolamento della bobina con le etichette. Nel caso dei francobolli, la bobina stampata passava attraverso un cutter per il taglio in fogli.

.

.

In questo nuovo articolo (settimo aggiornamento a Il Servizio Prioritario, 2015) presento, come rivela il titolo, una varietà decisamente nuova, molto particolare ed interessante che però non è rarissima allo stato di usato, ma nemmeno comunissima; direi invece raro allo stato di nuovo. Almeno queste sono le informazioni che sono scaturite dopo circa un anno di ricerche seguito alla scoperta fatta dall’amico Giuseppe Kullovitz, noto ricercatore e conosciuto per le sue scoperte in area veronese.

Durante l’estate del 2018, Giuseppe stava riordinando una partita di prioritari della prima emissione (1999) ritagliando le abbondanti e comunissime buste per risparmiare un po’ di spazio; nel mezzo di questo lavoro si accorse della strana fustellatura di due francobolli su una busta e smise di ritagliare. Ricontrollò tutti quelli già lavorati e trovò 700 esemplari ormai ritagliati; continuò sulle buste ancora da lavorare salvandone 130 affrancate con 259 francobolli (una delle buste ha affrancatura singola). Separò quindi tutti, gli ormai sfusi e le poche buste, e mi mostrò il materiale essendogli nota la mia esperienza sulle emissioni dei francobolli prioritari. La particolarità di questi francobolli è che il lato sinistro ha la fustellatura invertita (figura 3). Ho cercato anche nel mio archivio ed ho trovati altri 28 pezzi, sia su busta (18) che ritagliati (10).

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

Figura 3 – prioritario emissione 1999 con fustellatura a sinistra invertita.

.

.

La mia sorpresa fu ovviamente grande e cercai di verificarne l’esistenza allo stato di nuovo. Nulla, sembrava proprio che nuovo fosse introvabile. Ho parlato con alcuni amici sicuri per cercarlo su più fronti ed il lavoro di gruppo ha prodotto un solo ritrovamento (figura 4).

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

Figura 4 – prioritario emissione 1999 con fustellatura a sinistra invertita, il primo ritrovamento allo stato di nuovo, purtroppo con supporto ritagliato.

.

.

Solo recentemente ne è stata ritrovata una coppia (figura 5).

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

Figura 5 – coppia di prioritari nuovi con la varietà menzionata. Si tratta del secondo ed ultimo ritrovamento sino ad ora.

.

.

Come si può vedere, si tratta di esemplari provenienti da fogli da 40 esemplari, di quelli senza etichette. Ciò conferma quanto ipotizzato sin dal primo momento, deduzione che palesai subito notando che le etichette delle 130 buste erano tutte del tipo stampato in fogli da 76. La ricerca del nuovo è ancora in atto perché questa varietà va capita in quanto un fustellatore invertito necessita di spiegazioni tecniche; la situazione migliore sarebbe trovare un foglio intero e verificare quali e quante posizioni presentano la varietà. Ma andiamo per ordine e vediamo di presentare le informazioni note e, dove possibile, dare interpretazioni o porre domande derimenti.

.

.

Cosa vuol dire un fustellatore invertito?

Per come lo conosciamo, il fustellatore che ha impresso la simil dentellatura ai prioritari ha una forma non simmetrica, vale a dire che la parte di carta intrafrancobolli (sfrido) che veniva staccata dal foglio siliconato aveva l’incisione di forma complementare rispetto a quella lasciata (simil dentellatura) sui francobolli. È, in pratica quello che si può notare tra il francobollo e l’etichetta sottostante (nelle emissioni con etichetta) (figura 6).

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

Figura 6 – il fustellatore tra francobollo ed etichetta nell’emissione 1999. Si notino le due forme diffrenti sul francobollo e sull’etichetta, complementari tra loro.

.

.

Il taglio del fustellatore lascia sul francobollo la tipica forma costituita da una serie di dentelli separati da incavi circa semicircolari; sull’etichetta invece lascia una serie di protuberanze semicircolari separati da stretti incavi. Orbene, se si inverte il fustellatore, avremo le protuberanza semicircolari con incisioni strette sul francobollo ed il complementare dentellato sull’etichetta; è in pratica quello che è successo al fustellatore che è stato utilizzato per il lato sinistro del francobollo riprodotto in figura 3.

Per meglio visualizzare il particolare del fustellatore invertito ho elaborato la figura 3 aggiungendo sul lato sinistro l’immagine del bordo destro fustellato normalmente. Come si può notare in figura 7, il bordo destro dentellato aderisce in modo perfetto con la fustellatura del lato sinistro, vale a dire sono complementari tra loro.

.

.

il fustellatore tra francobollo ed etichetta nell’emissione 1999

Figura 7 – rielaborazione di figura 1: il lato destro del francobollo, riportato accanto a quello sinistra, mostra in modo ineluttabile la loro complementarietà.

.

.

Dimostrato e chiarito che la varietà è stata dovuta al posizionamento invertito del fustellatore, viene spontaneo chiedersi come possa essere avvenuto, quale ristampa/tiratura ne è stata interessata e quante posizioni potrebbe occupare sul foglio.

La prima ed ovvia domanda che ci si può porre è: quali erano le caratteristiche del cilindro fustellatore? Per poter rispondere a questa domanda è necessaria la conoscenza della macchina Gallus R200 ed in particolare del cilindro fustellatore. Questo modello è ormai fuori produzione e non è facile trovare le informazioni necessarie; l’unica soluzione è stata quella di rivolgersi direttamente al costruttore nella speranza di ricevere il giusto supporto. La Gallus Group ha sede a San Gallo, Svizzera, e molto gentilmente mi hanno inviato un manuale. Colgo qui l’occasione per ringraziare sentitamente l’Azienda per aver agevolato le mie ricerche.

Il fustellatore è montato su un cilindro che può essere di tre tipi, differenziati in base al diametro. Purtroppo non mi è noto il diametro del cilindro utilizzato per fustellare i francobolli prioritari, però, per analogia con altre macchine ed anche per motivi strettamente geometrici, ritengo che il fustellatore fosse di grande diametro in modo che potesse fustellare uno o due fogli con una rotazione completa. Nella figura 8 il cilindro fustellatore (in questo caso di piccolo diametro) è contrassegnato con il n. 3.

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

figura 8 – esempio di un generico cilindro fustellatore di piccolo diametro montato sulla Gallus R200.

.

.

Dal manuale purtroppo non si evince come siano montate le lamelle (cutters) sul cilindro. Sicuramente sono elementi che vengono montati e smontati di routine, visto che la macchina può stampare etichette di vario tipo e forma. Questo potrebbe spiegare l’anomalia del fustellatore invertito.

.

.

Come può essere avvenuto?

La nascita di questa varietà è stata certamente dovuta ad un anomalo montaggio delle lamelle sul cilindro fustellatore, quindi un errore umano. Non potrei trovare spiegazione migliore, né ulteriore.

.

.

Quale tiratura ne è stata interessata?

Come dimostrano le figure 4 e 5, la tipologia di prioritario interessata è quella stampata in fogli da 40 esemplari e senza etichetta; come già detto infatti, sulle buste salvate dall’operazione di ritaglio, si trovano solo le etichette blu stampate in fogli da 76. Ma di questa tipologia di prioritari sono state eseguite varie ristampe e, tra i fogli e gli spezzoni visionati sino ad oggi, nessuno ha mostrato questa varietà. Poco oltre mostrerò alcune elaborazioni statistiche che forniranno indicazione, seppur generiche, ma definite almeno per quanto riguarda il periodo d’uso.

.

.

Quali posizioni del foglio sono interessate da questa varietà?

Come affermato poco sopra, non è stato possibile trovare alcun foglio in cui fossero presenti francobolli con il fustellatore invertito e quindi non mi sono note le loro disposizione sui fogli; penso che possa essere possibile solo proporre ipotesi e, come tali, tutte da verificare. Le 130 buste trovate sono tutte del formato mezzo foglio, come si chiamavano una volta; oggi si definiscono Formato Medio (figura 9). Tutte hanno la doppia affrancatura tranne una che l’ha singola.

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

Figura 9 – busta formato medio affrancata con due prioritari, entrambi con fustellatura invertita lungo il lato sinistro.

.

.

Tutte le buste di formato medio sono dirette alla medesima associazione sportiva lombarda e partono tutte dalle province di Varese, Como e Lecco, anche se non sempre l’annullo è leggibile. Delle 129 buste con affrancatura doppia, nessuna presenta una affrancatura mista costituita dalla varietà + normale. Inoltre del materiale trovato nel mio archivio, le 18 buste sono tutte di formato standard e con affrancatura singola ad eccezione di una che ha due prioritari; tra i frammenti ho trovato una affrancatura doppia ed una tripla (figura 10). Entrambi questi frammenti hanno tutti i francobolli con la varietà.

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

Figura 10 – frammento con tripla affrancatura inviata da Abbadia Lariana (LC) il 3.2.2000.

.

.

Le affrancature multiple mi inducono ad escludere con sicurezza che la varietà possa occupare una sola posizione sul foglio. Quindi posso affermare che potrebbe occuparne almeno una sua parte se non addirittura il foglio intero. Analizzando il campione di 132 affrancature multiple dal punto di vista statistico, non posso non far notare che in tutti i casi si tratta di affrancature monocolore (sempre due/tre francobolli con la varietà), quindi il 100% del campione è monocolore. Non è presente alcuna affrancatura mista pur essendo state spedite da località differenti. Se la varietà avesse occupato una parte del foglio, con un campione più che rappresentativo come queste 132 affrancature, si sarebbe sicuramente verificata la possibilità di una affrancatura mista. Non resta quindi che prendere in considerazione l’ipotesi che la varietà potesse interessare il foglio intero e, in seconda considerazione, una sua parte decisamente prevalente. La mia opinione tende ad accettare la prima ipotesi. É probabile quindi che una partita di fogli da 40 francobolli avesse tutte (o quasi) le posizioni con questa varietà. Potrebbe quindi trattarsi di un intero lotto di stampa, ma potrebbe anche essere stato una sua parte. Normalmente un lotto di stampa era caratterizzato da circa una ventina di milioni di francobolli, talora di più. Il modello Gallus in uso presso il Poligrafico era una macchina particolare, spesso soggetta a fermi macchina per guasti di vario tipo. In effetti è stata una macchina piuttosto complessa che poteva lavorare con differenti procedimenti di stampa (tipografia, serigrafia e flessografia) i quali richiedevano differenti velocità di avanzamento della bobina tanto che questa procedeva in modo alternato avanti e dietro per alcuni centimetri in modo continuativo. I problemi tecnici erano quasi all’ordine del giorno e spesso è stato necessario interrompere la stampa. In molti casi il fermo macchina non interrompeva il lotto di produzione, ma in altri si è dovuto procedere addirittura al rifacimento di un cilindro. Si pensi ad esempio al cilindro che stampava in flessografia il disco interferenziale che è stato rifatto più volte, come si rileva dai differenti diametri del disco sui francobolli. Si tratta, anche se basati sulla logica, sempre di ipotesi che comunque necessitano di maggiore concretezza.

.

.

Un po’ di statistica elementare

Passo ora ad analizzare la distribuzione areale di questo varietà. Come detto nell’introduzione, il bravo Giuseppe ha lavorato un lotto di circa 15.000 pezzi, tra questi, i francobolli già ritagliati con la varietà sono 700 mentre quelli su busta sono 130 affrancature (pari a 259 francobolli) a cui va aggiunta la modesta quantità del mio archivio con 28 francobolli che portano il campione analizzato a 987 francobolli. Già da questi semplici numeri e con un semplice calcolo matematico, è possibile verificare la frequenza di ritrovamento che è risultata essere intorno al 5%.

Certamente il quantitativo analizzato non è molto rispetto ai grandi lotti stampati di questo francobollo, però non è nemmeno da considerarsi piccolo e quindi ritengo che il suo valore statistico possa essere abbastanza veritiero. Come si può facilmente intuire, non si può parlare di rarità, ma di varietà interessante certamente si. Il valore di rarità, come accennato, penso che vada attribuito alla versione nuova su supporto siliconato; sicuramente se ne potranno trovare altri oltre questi tre che siamo riusciti a rintracciare, ma non penso in grandi quantità. Il francobollo di questa prima emissione prioritaria non è mai stato attraente e, specialmente chi aveva alti numeri di spedizione, ha cercato di smaltire le proprie giacenze per eliminare quello che veniva ritenuto un magazzino di francobolli senza valore, tanto che oggi non è facile trovarli in fogli interi.

Tornando alle statistiche, dei 987 francobolli, 251 hanno un annullo indecifrabile, quindi per l’analisi statistica ne sono stati utilizzati 736. Di questi, 79 pezzi consentono di leggere solo la provincia e sono inseriti nei 736 pezzi utilizzati per valutare le località di partenza, mentre per analizzare i periodi d’uso sono stati utilizzati 657 francobolli da cui era possibile dedurre la data.

.

.

Quando è stata utilizzata questa varietà?

Il primo step dell’analisi è la valutazione del suo uso nel tempo. Nel grafico riportato in figura 11 è ben evidente il suo massimo uso nei mesi di dicembre 1999, gennaio e febbraio 2000.

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

Figura 11 – distribuzione temporale dell’uso della varietà con fustellatore invertito della emissione 1999. Dati sporadici sono stati trovati fino a luglio 2003 non riportati nel grafico.

.

.

Sia l’incremento dalla sua comparsa, sia il decremento dopo il mese di febbraio sono stati molto veloci tanto che già con il mese di agosto il suo uso può essere considerato sporadico. Nel grafico non compaiono gli usi molto saltuari trovati fino al mese di luglio del 2003. Da notare che il primo uso appare nel luglio 1999, solo un mese dopo l’emissione. Si deve quindi pensare che questo lotto è stato stampato abbastanza presto e distribuito con leggero ritardo. Si deve infatti tenere presente che in quel periodo Poste Italiane stava profondendo notevoli energie per pubblicizzare il nuovo servizio prioritario ed aveva in distribuzione notevoli quantitativi del primo francobollo dedicato. Tutti gli uffici avevano grandi disponibilità che si erano andati accumulando con il progredire della produzione.

In particolare questo lotto, caratterizzato dal fustellatore invertito, non deve essere stato molto grande e dopo un primo uso intenso per tre mesi si è ridotto notevolmente con un uso molto sporadico dovuto a pochi rimasugli rimasti mescolati ai rifornimenti successivi. Può darsi che, con nuovi ritrovamenti, il grafico possa subire qualche leggera variazione, ma non penso che potrà essere significativa.

.

.

In quali regioni italiane è stata distribuita questa varietà?

Sulla base dei 735 francobolli utili per riconoscere la provincia d’uso, ho esplicitato la distribuzione areale di questi francobolli (figura 12).

.

.

prioritario 1999 un fustellatore invertiro

Figura 12 – distribuzione areale, come ricavato dal campione di 500 pezzi analizzati, della varietà con fustellatore invertito dell’emissione 1999.

.

.

Questo dato non può e non deve essere preso in senso quantitativo in quanto è ragionevole pensare che i contatti con una associazione sportiva, anche se nazionale, ubicata a Milano, siano più frequenti con le regioni del nord piuttosto che con quelle del centro e del sud. Se fosse possibile analizzare grosse accumulazioni messe insieme sia al centro Italia che al sud, sicuramente il grafico della distribuzione per provincia sarebbe suscettibile di consistenti differenze.

.

Quindi nel grafico presentato è possibile solo dedurre due informazioni:

  • La prima è che, solo per quanto riguarda le regioni del nord, la distribuzione provinciale sembra sia stata concentrata in Lombardia nelle province di Varese, Como e Lecco.
  • La seconda è che gran parte del territorio nazionale ha ricevuto fogli con la varietà di fustellatura descritto in questo articolo.

Nel grafico non sono presenti numerose province, sia del nord sia, in modo particolare, del centro-sud; questo non vuol dire affatto che nelle province non menzionate questa varietà non sia stata affatto distribuita. Da questo punto di vista il grafico deve essere considerato parziale.

.

.

Bibliografia

Monografia Il Servizio Prioritari e successivi aggiornamenti.

Cipriani N. L., Manzati C. E., Spampinato G., Il servizio prioritario – storia, francobolli, tariffe ed aspetti collezionistici. CIFO, 2015

Cipriani Nicola Luciano (2015), Addenda al servizio prioritario: l’80 cent. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/addenda-per-il-servizio-prioritario/

Cipriani Nicola Luciano (2015), Numeri di cilindro sull’1,40 e 1,50 prioritario 2007. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/numeri-di-cilindro-sull140-e-sull150-prioritario-emissione-2007/

Cipriani Nicola Luciano (2015), Uno strano foglio di una emissione complessa. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/uno-strano-foglio-di-una-emissione-complessa/

Cipriani Nicola Luciano (2015), Le etichette prioritarie della fase sperimentale.  https://www.peritofilatelico-cipriani.it/le-etichette-prioritarie-della-fase-sperimentale/

Cipriani Nicola Luciano (2014), Prioritario da 1,50 euro (2005): con stampa granulare dell’oro. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/prioritario-da-150-euro-emissione-del-2005-ritrovata-una-strana-stampa-granulare-delloro/

Cipriani Nicola Luciano (2014), Numeri speculari nel bordo di foglio di due prioritari del 2007 e 2008. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/numeri-speculari-nel-bordo-di-foglio-di-due-prioritari-del-2007-e-2008/

 

A. V. 3000 lire: LA DOPPIA INCISIONE

Nicola Luciano Cipriani, perito filatelico

1° aggiornamento del 4 dicembre 2019: inserito settimo ritrovamento

2° aggiornamento del 28 ottobre 2020: aggiunte immagini nel confronto del 7° ritrovamento con i precedenti.

.

Premessa

Quando pubblicai il primo articolo sulle doppie impressioni (o doppia incisione) degli alti valori, ero a conoscenza di questa varietà per il valore da 2000 lire in mini fogli da 20 (figura 1) (Cipriani, 2009, 2014) e da 1500 in fogli da 50 (figura 2) (Cipriani, 2011, 2014).

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 1 – Particolare del 2000 lire con la doppia impressione della testa. Si noti il doppio filetto della cornice a sinistra.

.

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 2 – Particolare del 1500 lire con la doppia impressione della testa. Si noti il doppio filetto della cornice a sinistra, meglio visibile in basso.

.

Pubblicai queste informazioni a distanza di diversi anni dalla scoperta e, mentre stavo per pubblicare il secondo articolo, fui contattato dall’amico Aldo Di Matteo il quale mi fece presente che anche il 3000 lire aveva questa varietà della quale mi inviò l’immagine che riportai nel secondo articolo. Fui molto sorpreso perché tra la fine degli anni ’80 e i primi anni 2000 ho avuto la possibilità di controllare una notevole quantità di buste (diverse centinaia al mese) che mi veniva data da una grande azienda nazionale che riceveva posta da gran parte d’Italia e di questa varietà sul 3000 lire non ne avevo mai visto un esemplare. L’amico Aldo mi inviò i due francobolli da lui trovati e lo ringrazio ancora oggi per avermi dato la possibilità di approfondire questo argomento di ricerca che mi ha attratto per alcuni anni. Ho cercato molto questo francobollo perché non riuscivo a fornire una spiegazione della sua rarità dato che i suoi fratelli da 1500 e 2000 lire presentavano la doppia stampa su tutto il foglio interessando tutti i fogli di una stessa tiratura e quindi non si poteva certamente parlare di rarità, fatta eccezione per il valore da 2000 lire allo stato di nuovo. La doppia stampa del riquadro superiore di questo francobollo si è avuta nell’ultimo periodo di distribuzione dei mini fogli e, molto presumibilmente, ritengo che si tratti dell’ultima produzione sul finire degli anni ’80, quindi dovrebbe essere stato l’ultimo cilindro approntato per questo valore in mini fogli da 20 esemplari. Io ne acquistai casualmente un foglio in Irpinia quando al nord erano già in distribuzione i fogli da 50. Purtroppo, mi resi conto della varietà dopo circa due anni dall’acquisto. Del valore da 2000, comune allo stato di usato, non sono riuscito a trovarne nuovi oltre il mini foglio dell’Irpinia. Del valore da 1500 lire invece, ne trovai traccia su alcune buste nella prima metà degli anni ’90 ed andai subito all’ufficio postale a verificare e ne comperai un foglio più altri pochi esemplari. Si tratta di una tiratura non proprio comunissima usata e meno frequente allo stato di nuovo; complessivamente la sua facilità di reperimento è minore rispetto a quella del 2000 lire usato. Dietro mia segnalazione l’amico Aldo ne trovò mezzo foglio in un mercatino poco dopo la mia seconda pubblicazione. La differente dimensione dei fogli e la distanza temporale tra i due valori descritti rivela che le due varietà, pur avendo una origine comune, sono tra loro indipendenti. In entrambi i fogli tutte le posizioni hanno le stesse caratteristiche, ciò rivela che l’errore debba necessariamente essere stato nella moletta che ha inciso i cilindri di stampa. Penso che si debba scartare subito l’ipotesi che la moletta potesse essere la stessa per entrambi i valori, sia perché tra le due varietà è intercorso comunque qualche anno, sia perché ci sono state tirature intermedie senza la doppia stampa. Inoltre, osservando le figure 1 e 2 si nota facilmente il differente scarto tra le due incisioni, più stretto nel valore da 1500 lire, anche se uno dei due tratti a colore è più largo rispetto a quello del 2000; inoltre nel 1500 lire una impressione ha una inclinazione appena percettibile rispetto all’altra ed è anche più sottile. Nel 2000, invece le due impressioni sono quasi parallele ed hanno all’incirca simile intensità. Nel complesso quindi siamo di fronte a caratteristiche differenti. Il valore da 2000 lire ha una impressione molto sottile che mostra in modo evidente il raddoppio di tutti i tratti, mentre il 1500 ha una stampa molto inchiostrata con evidenza della calcografia che maschera leggermente l’altra incisione più sottile. Le differenze di stampa conducono a pensare che le due molette siano state differenti.

Approfitto di questa occasione per correggere la mia interpretazione riportata nell’articolo sul 1500 lire. In quella occasione ho affermato che sul foglio da 2000 lire si riscontrano differenze infinitesime dell’entità dello spostamento tra alcuni francobolli dello stesso foglio. Con il senno del poi e, dopo aver incrementato il controllato su oltre un migliaio di francobolli usati del 2000 lire con la doppia stampa, direi che le impercettibili differenze evidenziate possono dipendere anche dallo spessore del tratto inchiostrato e quindi propendo per l’ipotesi che fosse la moletta ad avere in sé l’errore.

.

Il 3000 lire

Tornando al 3000 lire, in primis le date d’uso ed anche la tipologia di carta e di stampa mi avevano, sin dall’inizio, indirizzato verso i mini fogli quindi anche per questo valore si può ipotizzare che il difetto sia stato probabilmente nell’ultimo cilindro utilizzato per stamparli. Ho controllato una quantità inaudita di mazzette agevolato dal facile riconoscimento degli esemplari stampati in fogli da 50, purtroppo quasi sempre, senza alcun risultato. In tutti questi anni non ho mai desistito ed ho continuato la mia ricerca anche se non in modo frequente come qualche tempo fa.

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 3 – Particolare dell’Alto Valore da 3000 lire con la doppia impressione della testa. In questo caso il doppio filetto della cornice è molto ben visibile, come pure tutti gli altri elementi della testa.

.

Ho sempre avuto anche l’idea di cercare questa varietà su busta, tentativo che ho fatto più volte, ma senza alcun risultato. Solo recentemente, mentre stavo cercando qualche invio prioritario per l’estero nei soliti scatoloni, mi è tornato in mente il 3000 lire alti valori ed ho posto attenzione anche a questo francobollo. Dopo aver visionato numerose scatole, a circa 10 cm dalle mie dita, mentre sfogliavo le buste, ho visto questo 3000 lire fare capolino al di sopra delle altre, sembrava mi stesse comunicando la sua presenza. Sono sincero, lo avevo riconosciuto subito, e mi sono detto tra me e me in modo ironico e ridacchiando “mi sa che è proprio lui”. Ho continuato a sfogliare pacatamente le buste fino ad avere questa tra le mie dita. L’ho sfilata lentamente dal mazzo e con grande noncuranza ho avuto conferma dalla mia lente.

Quest’ultimo ritrovamento mi ha stimolato a scrivere e a presentare quanto è di mia conoscenza intorno a questo francobollo alquanto misterioso.

Innanzitutto passiamo in rassegna i pezzi noti in ordine temporale di scoperta (figura 4):

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 4 – I sei francobolli, ad oggi noti, con la doppia impressione della testa e dello stemma.

.

Il settimo ritrovamento

Questo ritrovamento è stato realizzato da Stefano Proserpio nel mese di settembre 2019. L’annullo è poco leggibile, ma si può riconoscere (BA) 4.5.88, quindi usato in provincia di Bari. Nella data il 4 è al limite del francobollo è non è dato sapere se il giorno d’uso sia il 4, il 14 o il 24. Ma è cosa da poco, si legge molto bene il mese e l’anno. Il periodo d’uso è quello canonico ed il francobollo appare di bell’aspetto; purtroppo presenta una leggera abrasione dietro il bordo destro all’altezza dello stemma repubblicano. Peccato per questo piccolo difetto!

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 4a – esemplare trovato da Stefano Proserpio nel settembre 2019. Questo francobollo è stato usato in provincia di Bari nel maggio 1988.

.

Per i francobolli riportati nella figura 4, è necessario fare alcune considerazioni, anche se decisamente ovvie. Solo i ritrovamenti su busta forniscono dati completi sulla località di partenza, di arrivo e data, mentre i ritrovamenti fatti attraverso il controllo di mazzette forniscono località e/o data di partenza solo quando l’annullo ne consente l’individuazione. Pertanto è bene precisare che nella figura 4, per il ritrovamento n. 1 è indicata la regione (Marche) in quanto A. Di Matteo vi vive. Lo stesso dicasi per il ritrovamento n. 5 del siciliano Leonardo Cavallaro. Non è detto che questi due francobolli siano stati inviati da località di queste due regioni, anche se può essere plausibile.

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 5 – L’unica busta attualmente nota con il valore da 3000 lire varietà doppia impressione della testa e dello stemma repubblicano. La busta è stata inviata per espresso da Torino il 16.8.88 per Novara; l’affrancatura è in perfetta tariffa di 3050 (650 lettera + 2400 diritto espresso) in vigore dall’1.3.1988 al 31.12.1989.

.

Da quanto si può notare dalla figura 3, lo scostamento tra le due stampe nel valore da 3000 lire è maggiore rispetto a quello riscontrato per gli altri due valori ed esse sono anche perfettamente parallele. In questa immagine la doppia stampa è veramente ben evidente e lo è anche nello stemma della repubblica. Come già anticipato negli altri articoli, la testa, lo stemma e le righe orizzontali del rettangolo sottostante, fanno parte della stessa incisione ed è questa parte del cilindro la prima ad entrare in attività nelle operazioni di stampa (figura 6).

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 6 – L’immagine del primo passaggio calcografico per il 2000 (da Manzati, 2010).

.

Sulla seconda parte del cilindro sono incisi tutti gli altri elementi che vengono sovrapposti alla stampa del primo per completare il francobollo (figura 7).

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 7 – L’immagine del secondo passaggio calcografico per il 3000 (da Manzati, 2010).

.

Tra l’altro questa è la spiegazione tecnica di molti sfasamenti/mancanze di stampa che hanno fatto la gioia degli appassionati di varietà e le figure 6 e 7 ne sono due esempi. Per quanto detto, la doppia impressione deve interessare necessariamente anche le righe orizzontali presenti nella prima parte del cilindro, però, come evidente dalle figure 1, 2 e 3, lo spostamento tra le due impressioni è slittato orizzontalmente e quindi le righe in basso non mostrano alcun raddoppio, caso mai dovrebbero essere leggermente più lunghe, ma la dimensione da misurare è molto piccola e, con la sovrapposizione degli altri elementi stampati con la seconda parte del cilindro, tale misura diventa ardua. Lo slittamento in orizzontale evidentemente deve essere legato alla direzione del movimento della moletta rispetto al cilindro che riceve l’incisione.

Nella figura 8 è riportato il particolare del rettangolo superiore che contiene la testa e lo stemma; si può notare il raddoppio di tutte le linee non orizzontali e, particolarmente evidente, a parte la cornice, è la curvatura del mento che nella parte bassa è quasi orizzontale e diventa una sola linea. Allo stesso modo si comportano altri tratti che da obliqui passano ad essere orizzontali.

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 8 – Particolare del francobollo n. 1 che ben evidenzia il raddoppio della incisione della testa e dello stemma repubblicano. Si noti come lo slittamento tra le due impronte sia perfettamente orizzontale.

.

Ragionando sul come possa essersi verificata questa varietà, bisogna prendere in considerazione più di un punto.

  1. Come si può evincere, la distribuzione dei ritrovamenti del 3000 lire sembra interessare l’intero territorio nazionale.
  2. Tutti i francobolli sono singoli ad eccezione di quello usato a Martinsicuro che occupa la posizione destra di una striscia di tre esemplari.
  3. Cercare di spiegare come mai i valori da 1500 e 2000 presentano la varietà, sempre uguale su tutto il foglio, da 50 il primo e da 20 il secondo, mentre il valore da 3000 sicuramente non interessa tutto il foglio da 20.

La distribuzione sull’intero territorio nazionale indica che la varietà, seppur decisamente molto poco frequente, è ripetitiva all’interno di una tiratura.

Per quanto riguarda il suo uso, bisogna dire che questi francobolli sono stati utilizzati prevalentemente singoli su registrate, ma anche in multipli su plichi voluminosi da cui spesso i francobolli venivano ritagliati e scollati. Questo potrebbe essere il caso della striscia di tre annullata a Martinsicuro.

Per quanto riguarda invece il terzo punto, l’unica risposta plausibile è che nei primi due valori doveva essere la moletta ad avere la doppia incisione, la quale trasferiva l’immagine incidendo il cilindro; in questo modo, tutte le posizioni sul cilindro erano portatrici della varietà e, a sua volta, il cilindro ha trasmesso la doppia impressione su tutti i fogli stampati. Nel caso del 3000 lire, invece, appare chiaro che la moletta, che ha inciso il cilindro, era normale e per spiegare l’origine della varietà, non si può che pensare ad un sobbalzo della moletta che potrebbe aver prodotto la doppia incisione sul cilindro in una data posizione. Il sobbalzo potrebbe essere stato prodotto da una vibrazione, diretta o indiretta, della macchina durante la fase di incisione del cilindro. È difficile pensare che un sobbalzo possa ripetersi per più di una volta, avrebbe voluto dire che la macchina doveva essere difettosa ed avrebbe sicuramente richiamato l’attenzione delle maestranze. Se questa è stata la causa, è difficile pensare che sul cilindro ci possa essere stata più di una posizione con la doppia incisione della testa e dello stemma repubblicano. D’altronde certezza di questa ipotesi si potrà avere solo dopo il ritrovamento di un foglietto intero con la varietà.

Tra i sei ritrovamenti di questa varietà, la striscia di tre francobolli annullata a Martinsicuro è quella che fornisce le informazioni più preziose; infatti la presenza di due francobolli normali ed uno solo con la varietà conferma che la moletta era portatrice di una sola incisione e che la doppia immagine non può che essere spiegabile con quanto detto sopra. Per molto tempo ho visionato mini fogli, sia nuovi che usati, con lo scopo di verificare questa mia ipotesi ed individuare la posizione incognita. Purtroppo la ricerca è sempre stata vana. La difficoltà di reperimento, però, è comunque un indizio, insieme alla striscia di tre, che l’ipotesi che la doppia impressione occupi una sola posizione sul cilindro e quindi di un solo mini foglio, sia molto vicina alla realtà. D’altronde, se così non fosse, questo francobollo sarebbe stato ritrovato in numero maggiore di esemplari.

.

Il cilindro e la macchina da stampa

Sulla base delle considerazioni appena fatte, è stato necessario cercare informazioni sulle caratteristiche del cilindro di stampa e della macchina che lo ha utilizzato. Le ricerche bibliografiche hanno portato ad un articolo di Danilo Bogoni (Cronaca Filatelica, 1983) in cui l’autore descrive la Goebel BRM S 300 K (figura 9) che ha stampato gli Alti Valori lire con un particolarissimo cilindro a doppio passaggio, vale a dire con il metodo calco su calco.

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 9 – La Goebel BRM S 300 K che ha stampato gli alti valori lire dal 1978. Nella foto al lavoro con una bobina di carta da cm 28.

.

La macchina poteva stampare con due differenti settaggi, uno fino a tre colori ed uno fino a sei; nel primo caso la bobina di carta aveva larghezza di 28-30 cm e lavorava su tutta la larghezza del cilindro di stampa; nel secondo caso invece la bobina aveva larghezza di 14-15 cm ed il cilindro era diviso in due settori con due differenti incisioni (figura 10).

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 10 – La struttura del cilindro che ha stampato gli alti valori. Si noti in basso le incisioni che stampavano la testa, lo stemma e le righe orizzontali, in alto la parte che stampava la cornice la cifra ecc., a completare la stampa (da Cronaca Filatelica, ridisegnato).

.

La bobina di carta in questo caso passava la prima volta su una metà del cilindro e poi sull’altra metà, che aveva l’incisione differente, attraverso un particolare dispositivo meccanico che permetteva il ritorno della parte stampata nuovamente sul cilindro.

La figura 10 evidenzia le due metà di un generico cilindro che ha stampato una parte della grande tiratura degli alti valori; naturalmente ogni valore aveva il proprio cilindro in quanto entrambe le parti riportavano il valore facciale. Bisogna anche ricordare che, quasi sempre per la stampa degli ordinari l’usura di un cilindro è più veloce della vita della stessa ordinaria. Tale situazione porta all’allestimento di più cilindri con gli stessi disegni. Normalmente cilindri uguali non sono distinguibili tra loro, ma talvolta possono riportare piccoli particolari che ne consentono la caratterizzazione; questo sembra essere il caso del cilindro che ha stampato i francobolli trattati in questo articolo.

Dalla figura 10 si può evincere, anche se la foto non è particolarmente chiara, come il cilindro abbia nelle due metà due differenti serie di impronte. la parte bassa riporta le incisioni della testa della siracusana, dello stemma della repubblica, il riquadro che le contiene ed i segmenti orizzontali del riquadro inferiore, mentre la parte superiore del cilindro riporta le incisioni di tutte le altre parti che completano l’immagine del francobollo e gli ornati del foglio. Si noti infine la disposizione delle incisioni in gruppi da 20.

Altro dato che si può ricavare dalla figura 10 è il numero dei mini fogli incisi: decisamente 6, con un piccolo sfrido (fascia scura più larga visibile nella metà sinistra sul cilindro) dovuto alla circonferenza del cilindro (mm. 990), leggermente maggiore rispetto alla dimensione dei sei foglietti (mm. 900 circa). La particolare struttura del cilindro è dovuta al fatto che gli alti valori sono stati stampati a quattro colori e di conseguenza è stato necessario utilizzare la seconda opzione offerta dalla Goebel, vale a dire l’uso di un cilindro diviso in due metà ed utilizzando una bobina di carta da 14,5 cm di larghezza che è appunto la larghezza dei mini fogli. La bobina per la stampa veniva prima fatta passare sulla metà del cilindro con le siracusane incise stampando i primi due colori e poi, con il ritorno, sulla seconda parte del cilindro a completare la stampa dei mini fogli con gli altri due colori. In tal modo sono state realizzate due stampe calcografiche una sopra l’altra (calco su calco).

.

Quanti lotti di stampa sono stati prodotti con il cilindro difettato?

Tutti i francobolli ordinari, per loro caratteristica, vengono ristampati a più riprese a seconda delle richieste da parte di Poste Italiane, di conseguenza ciascun cilindro allestito presso il Poligrafico, viene riutilizzato più volte finché non necessita di essere ripristinato (scromato e ricromato) o rifatto ex-novo. Generalmente un cilindro, salvo imprevisti, ha una vita media di circa 2-3 anni, a volte di più, altre di meno a seconda della velocità della sua usura. Inoltre ciascun lotto di stampa doveva avere una tiratura minima di circa 10 milioni di pezzi e poteva raggiungere anche i 20-25 milioni.

L’esperienza ci dice che spesso è possibile riconoscere i vari lotti di stampa in base ad alcuni caratteri che però non sono sempre dirimenti. Accoppiandone però almeno due o più, qualche deduzione potrebbe assumere valore più realistico.

Nelle figure 11 e 12 viene messo a confronto il profilo della siracusana dei sei valori ordinati e descritti in figura 4 e la larghezza e posizione della fascia rossa verticale. Questa fascia colorata ha poco valore se presa singolarmente in quanto tende a non essere molto costante in larghezza all’interno dello stesso lotto, invece, le invasioni di colore su aree non di pertinenza tendono ad avere maggiore regolarità. Utilizzando quindi in parallelo questi due dati, si può avere una discreta probabilità di suddividere i francobolli secondo i lotti di stampa originari. A questi due caratteri si può aggiungere anche la tonalità dei colori utilizzati in quanto anche questo dato è quasi sempre costante all’interno di un lotto di stampa. La tonalità dei colori mantiene il suo valore diagnostico quando i francobolli da analizzare sono osservati direttamente o quando la scansione è fatta in unica soluzione su tutti gli esemplari da analizzare. Quando invece le scansioni sono fatte separatamente, il colore tende a mostrare tonalità leggermente diverse a causa delle variazioni di luminosità dello scanner e/o dalla sua tipologia. I sei francobolli sono stati riprodotti con due distinti scanner professionali, ma stessa marca e stesso modello, con una alta risoluzione ottica (3600 e 4200 dpi).

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 11 – Il profilo della siracusana variamente invaso dal colore verde dello stemma repubblicano.

.

Dalla visione della figura 11 è possibile notare che il n. 2 non ha alcuna invasione di colore, in parallelo nella figura 12 si nota che la relativa fascia rossa è la più stretta in assoluto.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 12 – Larghezza e posizione della fascia rossa verticale.

.

Ancora, i n.n. 1 e 5 – forse anche il 3 – hanno il naso verde chiaro e fascia rossa abbastanza larga. Il n. 3, come si può notare ha una scansione meno luminosa e questo potrebbe essere la causa della leggera differenza del tono di verde rispetto all’1 e al 5. Anche la fascia rossa ha delle similitudini con le altre due, ma è un po’ più larga. I n.n. 4 e 6 invece hanno un tono di verde decisamente differente e caratteristico rispetto agli ultimi tre. In questo caso non c’entra assolutamente l’influenza dello scanner; il tono verde scuro del profilo dei n.n. 4 e 6 è anche supportato dalla larghezza della fascia rossa e dal suo sdoppiamento a sinistra.

.

Il settimo ritrovamento presenta il profilo verde abbastanza chiaro e la fascia rossa con larghezza simile al gruppo 1-5. Ritengo quindi che questo settimo esemplare possa essere inserito a pieno titolo in questo gruppo che diventa 1-5-7 con, forse, anche il n. 3. Questo esemplare è stato individuato tra altri 3138 francobolli, esso rivela una frequenza di ritrovamento molto bassa ed è quindi una ulteriore conferma della sua rarità. Nel lotto analizzato rappresenta appena lo 0,031% del campione.

In particolare, l’esemplare trovato da Proserpio ha le caratteristiche cromatiche del n 1 ritrovato da Aldo Di Matteo. infatti i toni dei due colori rosso (valore in lettere) e verde chiaro ( dello stemma e l’invasione sul profilo del viso) sono praticamente identici. Diverso invece è il registro dei colori, molto differente tra i due (figura 11a).

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 11a – confronto cromatico del profilo del viso tra i n. 1 e 7.

.

Non è questo l’unico elemento di similitudine come mostrerò poco oltre. La cosa che salta all’occhio è il differente grado di registro dei colori. nel n. 7 (di Proserpio) l’evidente fuori registro tra le immaggini dei due passaggi sul cilindro ha portato ad avere il naso in contatto con l’apice sinistro della M di MILA. Questo, molto probabilmente è indicativo di un momentaneo fermo macchina con successiva ripresa della stampa, oppure di un vero e proprio differente lotto ma fatto con la stessa partita di colori. Sono più propenso per la prima ipotesi.

altro carattere di similitudine è la fascia rossa, sia per quanto riguarda la sua geometria, sia per una particolare falla di stampa in alto a sinistra (figure 12a e 12b).

la larghezza della fascia rossa investe le lettereT ed M per intero e parzialmente la R e la I. (figura 12a).

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 12a – la dimensione e posizione della fascia rossa è identico nei due francobolli e investe con le stesse modalità le lettere T-m e R-I della scritta TREMILA.

.

Anche la sbavatura a destra della fascia rossa è esattamente identica a quella dell’esemplare n.1 (figura 12b), ma la similitudine è maggiormente chiara nella figura 12c dove la freccia verde indica la sbavatura e le due frecce rosse indicano una leggera infossatura della fascia rossa all’estremo alto sinistro.

.

La doppia incisione nell’alto valore da 3000 lire

Figura 12b – la fascia rossa del n. 7 ha ulteriori similitudini con quella del n. 1: la freccia verde indica la sbavatura a destra identica nei due francobolli e una piccola mancanza di colore in alto a sinistra indicata dalle frecce rosse.

.

Come detto sopra questi dati forniscono solo indicazioni di massima, non la certezza della risposta; ad ogni modo è possibile avanzare una proposta sulla possibile suddivisione di questi francobolli in almeno tre distinti lotti di stampa, forse quattro. Se questa interpretazione può essere accettabile, resta comunque ignoto il numero totale dei lotti di stampa fatti con questo cilindro. Le date di uso indicherebbero che questo cilindro possa essere stato l’ultimo che ha stampato i mini fogli del 3000 lire, di conseguenza diventa determinante sapere se sia stato accantonato anzitempo per dare spazio alla stampa dei fogli da 50 oppure se è stato utilizzato fino al suo esaurimento.

.

Le probabilità di ritrovamento

 Dopo aver descritto i francobolli e la macchina che li ha stampati, non rimane che tentare di proporre un’ipotesi plausibile per la valutazione della difficoltà di ritrovamento di questa rara varietà. Come esposto poco sopra, la possibilità che sul cilindro ci fosse una sola posizione con la varietà (doppia stampa della testa della siracusana, dello stemma e del riquadro che li contiene), è abbastanza vicina alla realtà, se così fosse, la sua frequenza sul cilindro sarebbe dello 0,83%. Tale frequenza, quindi, risulterebbe inferiore all’1%, ma non di tutta la tiratura dei mini fogli, bensì soltanto delle ristampe effettuate con il solo cilindro “difettato”. Sarebbe diabolico ed anche quasi impossibile dal punto di vista delle probabilità, che il difetto si possa essere ripetuto su cilindri differenti, vista la qualità delle macchine del Poligrafico.

Ancora un altro “purtroppo” ci fa notare che non è noto quante volte è stato utilizzato il cilindro con il difetto, non solo, ma non è noto nemmeno il numero dei cilindri incisi (ripristinati o ex-novo) allestiti per stampare la tiratura complessiva di tutti i mini fogli del 3000 lire. Se avessimo la possibilità di conoscere anche questo dato, potremmo definire in assoluto la percentuale relativa ai cilindri della frequenza di questo francobollo; ad ogni modo, anche senza numeri reali e considerando tutti i 3000 lire stampati, possiamo affermare che globalmente la sua frequenza di ritrovamento si abbassa notevolmente e diventa prossima allo zero.

Questa valutazione ben giustifica i risultati del ritrovamento di questa varietà nei lunghi anni in cui è stata cercata. Altra considerazione da fare è che la quantità di francobolli che normalmente vanno persi/distrutti sono nettamente la maggioranza rispetto a quelli che restano in ambito filatelico. Sicuramente in qualche accumulazione ancora da controllare e quasi dimenticata se ne potranno scoprire altri, ma di certo il loro numero resterà comunque molto esiguo.

Spero di aver dato un’idea, seppur limitata, della rarità di questo francobollo. Purtroppo questa bella e rara varietà non è tra quelle appariscenti, non è un Gronchi rosa per intendersi, resta comunque ed in ogni caso una delle varietà più rare dei francobolli repubblicani recenti e non solo.

.

.

Bibliografia

Bogoni D., 1983 – Una sofisticata tedesca per il Poligrafico-Zecca Cronaca Filatelica n. 78,

Cipriani N. L., 2009 – La doppia stampa della testa nell’alto valore da 2000 Lire. Il francobollo Incatenato n. 189

Cipriani N. L., 2009 – La doppia stampa della testa nell’alto valore da 2000 Lire. La Ruota Alata n. 69

Cipriani N. L., 2011 – La doppia stampa nell’alto valore da 1500 lire. Il francobollo Incatenato n. 205.

Cipriani N. L., 2014 – La doppia stampa della testa nell’alto valore da 2000 Lire. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/varieta-inedite-degli-alti-valori-parte-prima/

Cipriani N. L., 2014 – La doppia stampa nell’alto valore da 1500 lire. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/la-doppia-stampa-nellalto-valore-da-1500-lire/

Manzati C.E. , 2010 – Siracusana cifre, la serie degli alti valori. In Serie Ordinarie d’Italia – Note Storico Postali e di Specializzazione, Autori Vari; CIFO.

Per contattarmi

e-mail:
luciano@demoskratos.it

cellulare: 333.797.78.99

Social
Rss Feed & Privacy
Segui i miei feed


Privacy Policy
Certificazioni e perizie Carte TCG
certificazioni carte TCG gradazioni valutazioni pokemon magic yugioh