colonie italiane
GLI ANNULLI VAGLIA DI BENGASI SUL 50 CENT DI POSTA AEREA DI CIRENAICA CON SOPRASTAMPA LIBIA
Nicola Luciano Cipriani – perito filatelico
1 – Premessa
Come preannunciato nell’articolo precedente (Cipriani 2025), la gran quantità di materiale indagato, che nel frattempo è salito a poco più di 3.000 esemplari, ha fornito altri annulli Bengasi Vaglia che mi hanno aumentato il lavoro ma nello stesso tempo mi hanno permesso di redigere questo articolo dedicato. Mi auguro che questo contributo, che non vuole essere esaustivo, possa essere utile all’aggiornamento della classificazione e descrizione dei timbri utilizzati nella ex colonia libica.
Si ricorda che durante il periodo considerato era in uso il modello vaglia Mod. I del 1926 (figura 1) (Bignami M., 2014) ed il francobollo presente sulle ricevute assolveva un servizio aggiuntivo che, nei casi di cui trattasi, copriva il servizio di posta aerea che corrispondeva a 50 centesimi. Non mi sono noti, per l’arco temporale studiato (1936-42), ricevute vaglia affrancate per altre tipologie di servizi accessori. Tale ricevuta, nota anche come polizzino, veniva consegnata al destinatario come ricevuta della transazione effettuata (IlPostalista).

Figura 1 – Fronte del modulo vaglia tipo del 1926 Mod. I da cent 10; sul fronte si notano le scritturazioni ri-chieste. A sinistra la parte A, al centro la parte B e a destra l’appendice per comunicazioni o polizzino con al retro lo spazio per le eventuali comunicazioni.
In totale gli esemplari da me analizzati del 50 cent di Cirenaica con soprastampa libia emesso nel ’36 sono arrivati a superare, anche se di poco, i 3.000 esemplari e sono rappresentativi del periodo 1936-42, periodo d’uso di questo valore. Tra questi ho classificato 97 [poco più del 3% (3,2)] esemplari con annullo chiaramente riferibile all’Ufficio Vaglia di Bengasi.
Gli annulli per la loro dimensione sbordano oltre la superficie dei francobolli, ma l’aspetto positivo è che i francobolli apposti su ricevute vaglia, per la ridotta dimensione delle stesse ricevute, invitavano inconsciamente gli addetti a posizionarlo centralmente e a centrarlo con il guller; infatti molti di questi mostrano le impronte quasi intere. Dove l’annullo è presente per circa il 50%, o meno della loro superficie, talora l’anno d’uso non è leggibile e la classificazione è stata fatta verificando la sovrapponibilità con quelli già catalogati.
La distribuzione di frequenza dei vari annulli durante il periodo indagato mostra un repentino aumento nel 1938 ed il massimo uso nel 1939. Ho trovato solo tre esemplari annullati dall’Ufficio Vaglia di Bengasi nel 1940 mentre non ne ho rinvenuti nessuno annullati nel 1936 e nel 1941. Ciò non vuol dire che non esistano, anzi sono ben noti, anche se non presenti nel lotto da me analizzato. Nelle elaborazioni statistiche presentate poco oltre, dove necessario, ho utilizzato il valore minimo di 3.000 esemplari per avere una cifra intera in quanto con i rinvenimenti a bassa frequenza, come è il caso degli annulli Vaglia di Bengasi, i risultati non cambiano molto e semmai un’inezia al ribasso.
La minore reperibilità di francobolli con annullo Vaglia di Bengasi nel 1936 può essere correlata con il numero di italiani sul territorio. Infatti bisogna tener conto che i piani di sviluppo rurale degli anni ‘20 non ebbero molto successo e la presenza italiana in Libia era ancora abbastanza ridotta. Solo con l’inizio del governatorato di Italo Balbo (1936) si ebbe una forte spinta, soprattutto politica, ad incentivare l’arrivo di famiglie contadine italiane (Capresi, 2007).
Delle ondate programmate dal Governo Balbo, solo quella del 1938 può essere paragonabile ad un esodo. L’arrivo successivo del 1939 fu molto più in sordina. Il governo parlava di 20.000 coloni che andarono ad occupare i centri agricoli di nuova costruzione sia in Tripolitania che in Cirenaica. Questi arrivi, anche se scaglionati, portarono ad un deciso aumento della popolazione tanto che nel 1939 fu realizzato il primo censimento nazionale in Libia distinguendo i nativi dagli italiani. La guerra ormai vicina interruppe le previsioni del governo che aveva programmi di crescita demografica fino agli anni ’50.
Per quanto riguarda la quasi assenza in questo lotto di francobolli con annullo vaglia di Bengasi durante il 1940 (tre esemplari) ed il 1941 (nessuno), può essere spiegato con una consistente riduzione degli invii civili dovuta alle vicende belliche; si ricorda che tra il dicembre ’40 e marzo ’41 la Cirenaica fu occupata dagli inglesi e il servizio postale subì certamente un periodo di fermo/difficoltà superiore ai 3-4 mesi dell’occupazione.

Figura 2 – Ricevuta vaglia con servizio aggiuntivo di posta aerea annullato a Luigi Razza il 2.10.41 con il timbro di ultima generazione. Invio molto tardivo da questa località che non era munita di timbri vaglia (Coll. privata).
Nei primi due anni di guerra, pur non frequenti, sono noti sia invii civili (figura 2) che quelli inviati attraverso la Posta Militare (figura 3); di certo il periodo bellico non ha solo ridotto gli invii a denaro, ma ha anche ridotto la conservazione del materiale relativo.

Figura 3 – Ricevuta vaglia con servizio aggiuntivo di posta aerea inviata da PM 34 il 24.7.41 (Coll. privata).
2 – Le impronte dei timbri “bengasi vaglia” riconosciute
Per procedere al riconoscimento degli annulli, ho iniziato da quelli centrati sui francobolli in modo da ricostruire fedelmente le impronte dei timbri. Poi il lavoro è proseguito per gradi successivi; questa parte della così detta “raccolta dati” è stata abbastanza lunga e di particolare attenzione. Alla fine però la soddisfazione ha avuto il suo giusto compenso.
So benissimo di aver fatto un lavoro che avrebbe scoraggiato già in partenza solo all’idea, ma può capitare facilmente che seguendo un programma organizzato si possano ricevere stimoli paralleli che allargano le previsioni ed in qualche caso diventa necessario indagare e l’argomento può essere inglobato nel programma iniziale. La mia intenzione non era affatto indirizzata verso gli annulli, ma in un certo senso mi ci sono trovato invischiato ed anche con piacere e soddisfazione in quanto ritengo che questo studio può offrire elementi di base per una corretta valutazione del materiale collezionistico; infatti le elaborazioni statistiche effettuate offrono una base scientifica di valutazione supportata dalle frequenze di ritrovamento in questo cospicuo lotto in corso di analisi.
2a – Bengasi Vaglia A
Nel precedente articolo (op. cit.) ho presentato due impronte di timbri Bengasi Vaglia che non comparivano ancora in letteratura, a questi avevo aggiunto anche un terzo tipo presente su una ricevuta vaglia proposta nella vendita on line dell’AICPM. A quel tempo non avevo ancora visto la richiesta di collaborazione della stessa Associazione, di cui faccio parte, che invita i soci a fornire impronte di timbri della città di Bengasi. Al di là di questo disguido, il presente studio offre un ampliamento a quanto già presente nella richiesta dell’Associazione.
I due timbri che avevo ricostruito erano chiaramente differenti tra loro anche se entrambi hanno la dizione Bengasi Vaglia A; il primo ha le parentesi che racchiudono (Vaglia A) e nessun simbolo ai lati del datario (tipo I), il secondo, al contrario, non ha le parentesi ma ha due stellette (tipo II). Di queste due impronte, con l’ampliamento dello studio, ho individuato varianti che hanno aumentato il numero dei corrispondenti timbri presenti presso gli sportelli di Bengasi.
Talora le differenze sono evidenti, talora meno; a contribuire alla corretta interpretazione ci sono alcuni elementi che ritengo essere punti fermi come la posizione/distanza tra le stellette e gli altri elementi dell’impronta, la dimensione delle lunette e la eventuale e leggera rotazione di una di esse, la differente dimensione delle lunette, ecc. Di contro il lavoro ha trovato alcuni ostacoli nelle impronte sbavate, multiple, parziali, inchiostrate in eccesso ecc.; è possibile che qualche imperfezione possa saltare fuori, ma almeno nei casi in cui una data impronta è presente in diversi esemplari, la riprova dovrebbe scaturire da sé. Come si può quindi capire, il lavoro ha richiesto molta attenzione e pazienza infinita.
Data la mole del lavoro, ho numerato le impronte dei timbri seguendo l’ordine cronologico dei ritrovamenti ed è probabile che non corrisponda alla emissione ufficiale di ciascuno di essi, quest’ultimo dato è più facilmente ricavabile analizzando un periodo temporale molto più ampio e ricercando le prime date d’uso. Sull’aspetto cronologico la catalogazione a cura dell’AICPM, grazie alla mole delle impronte ricevute dai soci, potrà essere più precisa in quanto tratta l’intero periodo storico della Libia coloniale e non limitato agli anni 36-41, come nel mio studio.
2a1 – Bengasi Vaglia A del Tipo I (tabella 2 timbri nn. 1 e 2) – nei caratteri generali si nota la mancanza delle stellette ai lati del datario e la presenza delle parentesi che racchiudono (Vaglia A); il diametro è di mm. 28,5 e la distanza tra le lunette di mm 9. Nel tipo Ia le lunette sono parallele mentre nell’Ib quella bassa è leggermente ruotata in senso antiorario pur mantenendo la stessa distanza nella loro parte centrale (figura 4). Il riconoscimento dei due tipi è verificabile dalle dimensioni delle lettere, nel sottotipo Ib sono appena meno alte e le A di vaglia sono uguali mentre nel sottotipo Ia la prima A è più stretta della seconda.

Figura 4 – I timbri BENGASI VAGLIA tipo I, a sinistra il sottotipo Ia, al cen-tro Ib e a destra la loro sovrapposizione Ia su Ib (rosso).
2a2 – Bengasi Vaglia A del II tipo (tabella 2 timbri nn. 3, 4 e 5) – nei caratteri generali i tre sottotipi (IIa, IIb, IIc) hanno tutti le due stellette ai lati del datario e non hanno le parentesi (figura 5). Il sottotipo IIa si distingue molto bene dagli altri due i quali, invece, sono più vicini tra loro; questi ultimi presentano leggere differenze nella distribuzione delle lettere e nella posizione delle stellette. I tre sottotipi hanno le lunette di piccole dimensioni e si notano leggere differenze tra le loro posizioni. Il diametro invece è uguale per tutti: mm 28. La distribuzione delle lettere, distintiva per il IIa, lo è meno per gli altri due per i quali il riconoscimento può essere effettuato solo con la sovrapposizione di maschere predisposte facendo coincidere le due lunette e/o le stellette.

Figura 5 – Sovrapposizione dei tre sottotipi di vaglia A del II tipo. A sinistra Vaglia A IIa su IIb (rosso), al centro Vaglia A IIa su IIc (rosso) e Vaglia A IIb su IIc (rosso).
2a3 – Bengasi Vaglia A del III tipo – è presente nel mio precedente articolo ed è anche presente nella lista predisposta dai soci dell’AICPM; si tratta del timbro coloniale di ultima generazione con diametro di 32 millimetri e con le lunette arrotondate. È caratterizzato dalla presenza sia delle stellette ai lati del datario, sia delle parentesi che racchiudono (VAGLIA A). Secondo la lista dell’AICPM se ne conoscono due tipi che si distinguono a colpo d’occhio dalla diversa dimensione delle stellette (figura 6). I due esemplari del 50 cent che ho rinvenuto hanno le stellette grandi. Dalla sovrapposizione dei due tipi, oltre alle stellette, si osservano leggeri scostamenti delle lettere centrali delle due parole Bengasi e Vaglia.

Figura 6 – A sinistra BENGASI VAGLIA A sottotipo IIIa (da AICPM); al centro BENGASI VAGLIA A sottotipo IIIb ricostruito sulla base di due esemplari del lotto in esame; a destra la sovrapposizione dei due sottotipi, IIIa (nero) su IIIb (rosso).
In particolare dalla sovrapposizione si nota come né le stellette né le lunette coincidono se si sovrappongono le circonferenze; benché le lunette mantengano la stessa distanza (mm 10) il sottotipo IIIa le ha leggermente spostate in basso. Le scritte possono apparire coincidenti, nella realtà si osservano leggeri scostamenti. La differenza più evidente è senz’altro la dimensione delle stellette, ma si nota molto bene anche la parentesi destra che nel sottotipo IIIb non è speculare con l’omologa sinistra.
2b – Bengasi Vaglia B
Questo secondo sportello dell’Ufficio Vaglia di Bengasi è stato molto probabilmente aperto in seguito agli arrivi italiani degli anni ’30 ed è probabile che la sua data di apertura possa essere stata in concomitanza con il grande esodo del 1938. Anche per questa tipologia di timbro ho trovato due tipi che ho definiti I e II i quali presentano le caratteristiche generali degli omologhi due tipi A. Inoltre per il tipo I ho riconosciuto due sottotipi che ho definito Ia e Ib.
2b1 – Bengasi Vaglia B del Tipo I (tabella 2 timbro nn. 6 e 7) – è caratterizzato dall’assenza delle stellette ai lati del datario e dalla presenza delle parentesi che racchiudono (Vaglia B). Il suo diametro è mm 28 e la distanza tra le lunette mm 9,5. Questi caratteri sono costanti nei due sottotipi che si differenziano solo per la disposizione delle lettere (figura 7).

Figura 7 – Sovrapposizione dei due sottotipi di vaglia B del I tipo. Vaglia B Ia (nero) su vaglia B Ib (rosso).
2b2 – Bengasi Vaglia B del tipo II (tabella 2 timbro n. 8) – presenta le due stellette ai lati del datario e quella di destra è leggermente più bassa di quella di sinistra. Le lunette non sono parallele, quella in basso è leggermente ruotata in senso orario di circa 1,5° e la loro distanza a sinistra è mm. 9 mentre a destra 9,5. La circonferenza è di mm 27,5 (figura 8). Il timbro quindi è leggermente più piccolo rispetto al tipo I.
2c – Bengasi (Cassa Vaglia Risp.)
Molto interessante è stato anche il rinvenimento di 13 francobolli annullati BENGASI (CASSA VAGLIA RISP.) (tabella 2 timbri nn. 9 e 10). Da quanto si può dedurre dai dati rilevati, questo sportello potrebbe aver lavorato poco con i vaglia, probabilmente molto di più per altri servizi a denaro. In alcuni francobolli ho riscontrato solo la dizione BENGASI quasi completa e l’attribuzione a questo particolare sportello è stata possibile grazie alle dimensioni delle lettere che sono state utilizzate per il nome della città; esse infatti sono particolarmente grandi e il nome BENGASI posto in alto nel timbro e senza parentesi sono due caratteristiche precipue per questi e solo questi timbri fra i tanti allestiti per Bengasi, almeno fra quelli sino ad ora noti. Di questo timbro ho riconosciuto due sottotipi uguali nelle linee generali ma con disposizione delle lettere evidentemente differenti (figura 9). La caratteristica principale di entrambi i tipi è la differente dimensione delle due lunette, quella inferiore decisamente più piccola.
La differenza sostanziale tra i due tipi è il diametro: il tipo I ha dimensione mm. 27,5 contro i mm. 28 del tipo II, ma è modesta e di non facile percezione, specialmente quando gli annulli non sono molto nitidi (quasi sempre). La differenza è facilmente percepibile con la sovrapposizione attraverso maschere predisposte; in tal modo diventa evidente anche la differente posizione delle lettere, specialmente quelle descrittive del servizio nella metà destra.
Dai dati della tabella 1 si può dedurre che il tipo I sia stato in funzione da tempo, mentre del tipo II ho trovato purtroppo un solo esemplare con la data del 1939. La mancanza di reperimenti nel 1936, 37 e 38 potrebbe essere un buon indizio per ritenere che questo secondo tipo sia stato allestito successivamente e probabilmente sempre a seguito del grande afflusso del 1938.
3 – Presentazione ed elaborazione dei dati
Nella tabella 1 riporto i 97 esemplari trovati con timbro Bengasi Vaglia suddivisi per tipologia di timbro e per anno d’uso; di questi 11 esemplari non riportano l’anno e sono nell’ultima colonna a destra. In percentuale, su 97 esemplari, si ha l’88,7% di francobolli datati e, di conseguenza, l’11,3% senza anno leggibile. Dalla tabella, e relativamente ai dati del lotto studiato, si deduce che nel 1937 dovevano essere già attivi sia lo sportello/ufficio CASSA VAGLIA RISPARMI, sia lo sportello Vaglia A come mette in evidenza la loro continuità di apertura durante gli anni considerati.

Tabella 1 – francobolli da 50 cent con soprastampa LIBIA annullati presso gli sportelli Vaglia di Bengasi tra il 1937 e 1940. L’ultima colonna a destra, totali, incorpora gli annulli senza data all’interno della tipologia di appartenenza.
L’alto numero di guller predisposti per lo sportello Vaglia A, e visibilmente usati nel periodo di indagine, può essere messo in relazione con una probabile attività continuativa connessa ad un alto afflusso di utenti verso questo sportello (figura 10);
da questa continuità operativa può scaturisce facilmente anche il deperimento dei timbri causato da usura, danneggiamenti di vario tipo ecc. In effetti in alcune impronte ho notato malformazioni da urti/cadute, in figura 11 ne mostro un esempio in cui si nota la deformazione del cerchio e della G di Bengasi con leggero spostamento della lettera verso la lunetta (figura 11).

Figura 11 – deformazione di un guller in cui il cerchio esterno arriva in contatto con la lettera G deformandola e spostandola leggermente verso la lunetta.
Il timbro Vaglia A del III tipo, in entrambe le versioni Ia e Ib, per intenderci quello con diametro mm. 32 e gli apici arrotondati delle lunette, è tardivo in quanto allestito per il rinnovo del parco timbri di tutta la Libia.
I dati della tabella 1 supportano anche razionalmente l’ipotesi che lo sportello Vaglia B sia stato aperto nel 1938 in concomitanza con il grande esodo di coloni dall’Italia e, probabilmente, anche per i precedenti flussi migratori prodotti dalla politica di Italo Balbo.
Per quanto riguarda l’uso dei vari timbri, i dati della tabella mostrano che durante il 1938 e il 1939 Il timbro maggiormente utilizzato risulta essere il Vaglia A tipo IIc, Nello stesso biennio si nota anche un consistente uso dei timbri Vaglia A Ib, A IIb, Vaglia B II e CAssa VAGLIA RISP. I (CVR I). Per quest’ultimo in particolare si nota un uso costante nel tempo ma con un apice nel 1939; in questo anno e per questo sportello sembra far capolino la seconda versione del guller (CVR II).
Nelle figure 12, 13 e 14 riporto tre diagrammi relativi, uno alle frequenze di uso dei vari timbri Bengasi Vaglia nell’arco di tempo considerato da questo studio (figura 12), sia per mostrare la frequenza di uso di ciascuno di essi sui bollettini vaglia (figura 13), sia la loro frequenza di ritrovamento in relazione al lotto studiato (3.000 pz) (figura 14). In questi diagrammi i francobolli nei quali non è leggibile l’anno sull’annullo sono classificati con la voce nd (non determinabile) e sono riportati separatamente nel diagramma di sviluppo temporale (figura 12) mentre sono incorporati nella tipologia del timbro di attribuzione per i diagrammi di frequenza di uso di ciascun timbro (figure 13 e 14).

Figura 12 – frequenza percentua-le d’uso del 50 cent. Con sopra-stampa LIBIA annullati nel pe-riodo 1936-41 presso gli Uffici Vaglia di Bengasi. Dati relativi al solo lotto analizzato. Nd = non determinabile
Nella successiva figura 13 è riportata la frequenza d’uso dei vari tipi di timbri vaglia utilizzati dall’Ufficio Vaglia di Bengasi apposti su ricevute (polizzino) affrancate. Il diagramma evidenzia la facilità di reperire l’annullo Bengasi vaglia A IIa con circa il 30% delle probabilità. Da notare che quasi la metà degli annulli ha una frequenza relativa inferiore al 5% e, per alcuni di questi, il valore si approssima allo zero. Benché il campione analizzato non sia elevatissimo (3.000 pz), cionondimeno esso può essere considerato sufficiente per una valutazione attendibile dei risultati statistici che fornisce. C’è anche da dire che moltissimi esemplari di questa emissione sono andati dispersi nel mazzettame che veniva ulteriormente ridistribuito nelle composizioni. Essere riuscito oggi a ricomporre un lotto di 3.000 pezzi, in realtà qualcuno di più, non è cosa da poco.

Figura 13 – frequenza d’uso dei timbri che hanno annullato i 97 francobolli da 50 cent di Cirenaica su bollettini vaglia. (non sono considerati in questa ricerca gli annulli su bollettini non affrancati).
Il diagramma di figura 14 è apparentemente molto simile a quello di figura 13, lo è solo nella forma, la sostanza è decisamente diversa. In questo caso gli esemplari con annullo Bengasi Vaglia sono messi in relazione al numero totale di esemplari analizzati e questa volta le difficoltà di reperimento di questi esemplari si mostrano nella loro migliore evidenza.

Figura 14 – Frequenza di rinvenimento di esemplari con annullo Bengasi Vaglia nel lotto di 3.000 esemplari analizzati.
Mettendo in relazione i ritrovamenti degli annulli Bengasi Vaglia sul totale del lotto analizzato, si evince in modo molto chiaro che, anche solo il tipo più facile da reperire, ha una probabilità di appena l’1%. Tra i meno difficili si passa a tipi di annullo con circa lo 0,5% di probabilità; ma la metà circa di questi annulli sarà veramente molto difficile da trovarsi, a meno del classico colpo di fortuna in quanto hanno una probabilità decisamente prossima allo zero. C’è anche da dire che la facilità di trovare ricevute di bollettini vaglia con francobollo aggiunto non ha la frequenza che hanno le buste viaggiate. Qui faccio solo considerazioni di frequenza e non di valore commerciale e tra l’altro è un modello postale non molto appetito se non da pochi specialisti.
4 – I timbri ricostruiti
Il lavoro di ricostruzione degli annulli e del loro confronto e classificazione non è stato affatto semplice ed è stata la parte più impegnativa di questo studio. Bisogna dire che, anche se il campione relativo è piccolo, nondimeno i circa 100 esemplari con annullo Bengasi Vaglia sono un buon numero per fare un po’ di statistica credibile. Inoltre, come accennato in precedenza, gli annulli vaglia sono spesso centrati sul francobollo e la percentuale degli annulli a superficie ridotta sul francobollo sono stati molto pochi.
Nei casi in cui l’impronta è parziale sul francobollo è stato comunque possibile ricostruire gli elementi determinanti alla classificazione; in altri casi l’impronta è mancante della lettera dello sportello (A o B), ma l’attribuzione è stata facilitata proprio dai particolari tecnici peculiari di ciascun timbro. Ho curato molto il dettaglio dei particolari proprio per agevolarne la ricostruzione e nello stesso tempo limitare al massimo gli errori, ma si sa che maggiore è la difficoltà e maggiori sono la possibilità di sviste ed altri inconvenienti, la ricerca è così. Spero di averli limitati al massimo e ringrazio in anticipo coloro che vorranno segnalarmi loro note in modo che possa apportare le dovute correzioni. Personalmente ho ricontrollato più volte sia la ricostruzione delle impronte sia la loro classificazione sia le elaborazioni statistiche, ma come è ben noto all’autore possono sfuggire alcuni particolari anche se la rilettura è stata ripetuta più volte.
Nella tabella 2 riassumo i caratteri salienti di ciascun timbro ricostruito. Nella prima colonna di sinistra, riporto l’impronta ricostruita per ciascun tipo o sottotipo riconosciuto, nella seconda i dati tecnici di ciascuna impronta e nella terza riporto alcune descrizioni utili e di corredo per il riconoscimento del timbro annullatore. In questa ultima ho inserito l’immagine dell’esemplare dal quale è stato estratto l’annullo e la ricostruzione della sua impronta.

Tabella 2 – tabella delle caratteristiche tecniche dei timbri Bengasi Vaglia riportati nella tabella 1.
Ringraziamenti
Desidero ringraziare per la fattiva collaborazione prestata Roberto Monticini, Luigi Ruggero Cataldi, Carlo Grossheim, Antonino Trapani, Mario Cucuzzella, Antonio Lunardi, Franco Moscadelli, Alessandro Ballantini e Luigi Caponi.
Bibliografia
AICPM, Associazione Italiana Collezionisti di Posta Militare – sito internet: https://www.aicpm.net/
Bignami M., 2014 – Alcune note sul vaglia ordinario, in Storia postale, IlPostalista, https://www.ilpostalista.it/sommario_172.htm.
Capresi V., 2007 – I centri rurali libici – L’architettura dei centri rurali di fondazione costruiti in Libia – colonia italiana – durante il fascismo (1934-1940). https://www.academia.edu/2065312/I_centri_rurali_libici_di_fondazione_architettura_e_urbanistica_1934_1940_proceedings_of_the_conference_Citt%C3%A0_di_fondazione_Politiche_per_la_citt%C3%A0_e_antropizzazione_tra_fascismi_e_democrazie_IUAV_Venice_2009.
Cipriani N.L., 2025 – La ricostruzione di alcuni timbri di Libia degli anni ’30 e ’40.
https://www.peritofilatelico-cipriani.it/la-ricostruzione-di-alcuni-timbri-di-libia-degli-anni-30-40/, https://www.ilpostalista.it/sommario/sommario_083.htm
Di Vita C., (2013) – Libia 1911/1943 – Storia postale della Colonia di Libia e non solo. Volume II. Tasporti Grafici, Trezzano sul Naviglio, MI.
IlPostalista, Storia Postale – Servizio a Denaro – Vaglia Ordinario. http://www.postaesocieta.it/magazzino_totale/pagine_htm/serv_denaro/vaglia.htm
Macrelli P., (1996) – I bolli degli Uffici Civili della Libia. Fil-Italia Vol. XXII, n. 3, giugno 1996.
LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40
Nicola Luciano Cipriani – Perito Filatelico
Questo articolo mi è stato ispirato dallo studio in corso che sto scrivendo sul valore da 50 cent violetto della serie di posta aerea di Cirenaica con soprastampa LIBIA emesso l’8 luglio 1936. Si tratta del ben noto e comunissimo valore la cui vignetta mostra un arabo su dromedario sovrastato da un aereo in volo stilizzato con una fascia bianca, valore che fa parte della serie emessa l’8 agosto 1932. Nello studio più ampio che sto portando avanti da qualche tempo, ho avuto la necessità di dover ricostruire alcuni timbri per aumentare i dati da utilizzare per l’analisi statistica degli usi postali. Questo argomento mi ha posto davanti al tentativo di attribuzione di alcuni annulli dei quali ho dovuto ricostruire la data o addirittura la località di annullamento. Questo aspetto, decisamente molto interessante e speculativo ai fini della ricerca, mi ha portato a notare alcuni annulli non ancora pubblicati e probabilmente già noti ad alcuni specialisti del settore. Tra l’altro consultando una discreta quantità di materiale mi sono imbattuto anche in annulli più o meno completi ed anche questi non ancora pubblicati.
Benché le caratteristiche dei timbri siano ben note agli esperti, penso possano essere utili a coloro che desiderano approfondire l’argomento.
In figura 1 sono evidenziate con differenti colori le parti salienti di un guller:
- la corona circolare (celeste),
- le due lunette (verde),
- la parte con il datario a caratteri mobili (bianca).

Figura 1 – le tre parti salienti di un guller, in particolare di quelli utilizzati in Libia durante l’occu-pazione italiana.
Sulla corona circolare si riportano le dizioni che caratterizzano la località ed il tipo del servizio oppure la provincia oppure l’ufficio postale che detiene il timbro. Nel caso di figura 1 compare il nome del servizio in alto e la località in basso e tra parentesi, si tratta di una impostazione antiquata che nel tempo è stata cambiata invertendo le due dizioni ponendo la località in alto. Spesso la scritta superiore è separata da quella inferiore da una coppia di simboli posta ai due lati del datario. Tra quelli più comuni si riscontra una coppia di stellette, oppure una coppia di quattro puntini o quattro quadratini ecc. Ciascuna coppia di simboli può caratterizzare un periodo storico.
Le due lunette hanno dimensioni molto variabili ma sono comunque porzioni di circonferenza geometricamente chiamati segmenti circolari. Spesso, nei timbri più vecchi, la loro posizione può essere leggermente sfalsata sia in orizzontale che rotazionale rispetto al loro centro geometrico. La loro variabilità dimensionale condiziona ovviamente l’altezza della fascia bianca che contiene il datario, quindi la distanza tra le due lunette può essere diagnostica per la distinzione di due timbri apparentemente uguali.
La fascia centrale che contiene il datario è costituita da una finestra che mostra i numeri in successione da sinistra a destra e, nei timbri più antichi, si legge il giorno, il mese e l’anno (con due o quattro cifre); nelle versioni successive fu aggiunta anche l’ora di timbratura (ultimi numeri a destra) e durante l’era fascista fu aggiunto, interposto tra l’anno e le ore, l’anno dalla sua fondazione in caratteri romani. L’era fascista, come noto, è contata dalla presa del potere il 29 ottobre del 1922 ed è applicata con numeri romani; come si evince, l’anno fascista era parzialmente sfasato rispetto a quello solare di circa due mesi. Sui timbri postali l’anno fascista è stato applicato solo dal 1927 e compare a destra del datario; esso può essere l’ultimo numero o il penultimo seguito dall’ora di bollatura quando presente.
Altro dato importante è il diametro della circonferenza esterna e, come è noto, questo valore è tendenzialmente aumentato nel tempo. fino a raggiungere i 33 millimetri nei timbri di ultima generazione della fine degli anni ‘30. Oltre alla dimensione maggiore, l’ultima versione dei timbri postali coloniali era caratterizzata dalle lunette con i due estremi arrotondati anziché a punta (figura 2).

Figura 2 – la foggia dei timbri di ultima generazione in distribuzione in Libia dal 1937-38. Il diametro della circonferenza esterna è di 33 millimetri e le lunette hanno i vertici arrotondati.
I numeri del datario sono saldati su una serie di rotelline che consentono di cambiare numerazione giornalmente. Mentre, le lettere riportate lungo la corona circolare vengono distribuite in modo da occupare lo spazio disponibile e con una certa simmetria rispetto alle lunette per consentire una certa facilità di lettura.
A seconda della lunghezza delle singole parole inserite, le lettere hanno uno specifico corpo (dimensione) e vengono applicate in modo che la parola abbia una precisa posizione relativamente a:
- dimensione delle lunette,
- distanza tra le singole lettere
- altre caratteristiche tecniche
per “caratteristiche tecniche” si intende la presenza o meno di altri simboli quali stelline che dividono la parte alta del timbro da quella bassa. Generalmente due timbri esattamente uguali non potevano esistere in quanto erano costruiti in modo artigianale, c’è quasi sempre qualche piccolo particolare che ne consente la distinzione. Per intenderci, i timbri dell’epoca somigliano per certi versi alle soprastampe che, per piccoli particolari ne consentono la plattatura sui fogli interi.
Alberto Diena nel suo compendio per il 50° della Libia Italiana ha pubblicato una serie di articoli su Il Collezionista (1962) e in due ha descritto alcuni timbri; taccio autori precedenti in quanto non esaustivi. Invece la prima catalogazione organica dei timbri di Libia con numerazione progressiva delle singole impronte e loro valutazione in punti è stata impostata da Piero Macrelli (1996) e ripresa e aggiornata con nuove impronte da Claudio Di Vita (2013) mantenendo la stessa scala dei punteggi. In entrambe le pubblicazioni sono riprodotte molte impronte le quali sono state decisamente preziose per la ricostruzione dei timbri parziali presenti sui francobolli usati.
Detto questo passo alla descrizione di alcuni timbri iniziando dal comune BENGASI (POSTA AEREA).
Inizialmente questo primo annullo l’ho analizzato per ricostruire una data d’uso nella quale non compariva il secondo numero dell’anno, decisivo per la sua attribuzione (figura 3); elemento importante per avere il maggior numero possibile di dati per le elaborazioni statistiche utili per la mia ricerca in corso. La ricostruzione del timbro di figura 3 è stata possibile grazie alla differente distanza delle due cifre che indicano l’anno, infatti tale distanza è minima per lo 0 ed il 2 (anni 40 e 42) e leggermente maggiore per l’anno 41 a causa della larghezza esigua del numero 1. Questo dato, insieme ad una piccola macchiolina sul dente del francobollo ha consentito di posizionare il numero 1 all’estremo lembo dei denti.

Figura 3 – la cifra determinante per identificare l’anno è stata ricavata grazie alle distanze tra i due numeri.
Nel tentativo di ricostruire le date su altri esemplari del francobollo in esame, mi sono imbattuto in alcune impronte nelle quali non osservavo la giusta corrispondenza tra la posizione delle lettere rispetto alla prima impronta ridisegnata. Ho francamente avuto il sospetto di aver commesso qualche piccolo errore pertanto sono passato ad analizzare documenti viaggiati con annulli completi e chiari. Questi confronti mi hanno portato ad individuare una seconda impronta del timbro caratterizzata da una differente distribuzione delle lettere presenti nella corona circolare (figura 4). A questa impronta, non presente in bibliografia, ho attribuito il numero 10 bis.

con il numero 10 (in basso a sinistra) è rappresentato il ben no-to timbro di Bengasi, a destra un secondo timbro individuato durante questo studio nel quale la distanza tra le lettere è maggiore tanto da produrre una maggiore lunghezza delle pa-role.
Nella successiva figura 5 mostro in sovrapposizione le due impronte della figura precedente, in questo caso l’impronta 10 bis è rossa. Lo sfasamento delle scritte, appena accennato per BENGASI, è invece più visibile per la scritta (POSTA AEREA). L’elemento più appariscente è la parentesi a sinistra che risulta in corrispondenza della base del primo numero del datario.

Figura 5 – sovrapposizione delle impronte 10 (nero) e 10bis (rosso) della figura 4. Si noti il leggero sfasamento tra le scritte della corona circolare.
Altro aspetto interessante ed importante, come accennato, è che quasi sempre è possibile ricostruire il timbro anche se parziale purché la parte presente sia sufficientemente leggibile. È questo il caso abbastanza frequente delle impronte presenti su francobolli con la sola parte bassa del timbro nella quale è possibile leggere solo la parola “CIRENAICA”, non sempre tra parentesi, ma anche questo particolare aiuta molto.
Un esempio interessante è il timbro con data errata (10 anziché 40) trovato per Tobruch che non è ancora stato descritto da alcuno (figura 6). Ricordo che questa data in realtà non è errata, fu un escamotage in quanto alcuni timbri distribuiti agli inizi del secolo erano predisposti con la prima cifra dell’annualità composta da soli tre numeri e validi quindi fino al ‘39. L’avvicinarsi del conflitto molto probabilmente rallentò la distribuzione dei nuovi timbri e fu consigliato agli uffici periferici di utilizzare la cifra 1 al posto del 4. I casi furono decisamente pochi tanto che impronte con data “errata” non sono molto comuni.

Figura 6 – francobollo con annullo datato 1.5.10 con la de-nominazione regionale leggibile ma senza il nome della località. La distanza tra le singole lettere di “CIRENAICA” hanno consentito l’attri-buzione di questa impronta a Tobruch (v. testo e figure seguenti).
L’annullo riportato sul 50 centesimi di figura 6 lo avevo inizialmente attribuito a Derna in quanto per questa località sono stati ritrovati due differenti timbri con la data errata: 6 bis con la dizione “CIRENAICA” senza parentesi ed il 10 bis con la dizione “CORRISPONDENZE”. L’altra località nella quale sono stati utilizzati tali timbri è stata Porto Bardia, sempre in provincia di Derna. Per questa seconda località sono stati trovati tre timbri con data “errata”: i nn. 1, 2 e 3, tutti con la dizione “CIRENAICA”, ma nessuno con le due stellette ai lati del datario, al loro posto ci sono quattro puntini disposti a quadrato. Il timbro n. 4 ha le stellette ma ha struttura totalmente differente.
L’unica impronta di Derna che riporta le stellette e la dizione “CIRENAICA” senza parentesi è il n. 6 bis, purtroppo in tale impronta non si osserva la perfetta sovrapposizione della parola “CIRENAICA” in quanto le dimensioni e forma delle singole lettere sono differenti rispetto a quelle presenti sul francobollo in questione (figura 7).

Figura 7 – annullo 6 bis di Derna in rosso con la data 1.5.10 riportata sul francobollo i cui si nota la differente forma della C di Cirenaica e la non sovrapposizione dell’intera parola.
Nell’annullo del francobollo la prima C non è ben visibile, ma la seconda è abbastanza chiara ed ha forma allungata in altezza. Al contrario le due C nel timbro di Derna hanno forma arrotondata. Il timbro è stato centrato con le due lunette presenti sul francobollo e rinforzate con il tratto nero interno a quelle rosse per evidenziarne la posizione.
Un altro timbro di Derna possibile è il n. 5, ma anche questo ha le lettere di “CIRENAICA” arrotondate e si distingue dal n. 6 per una lieve maggiore lunghezza della scritta che non aiuta affatto.
Per poter individuare la località da cui fu spedito questo francobollo bisogna valutare la struttura del timbro e l’aiuto viene considerando lo spazio bianco in cui si trovano le stellette. Dall’ampio spazio bianco il nome della località deve necessariamente essere abbastanza corto e molto probabilmente costituito da una sola parola.
- Battisti ha lo spazio intorno alla stelletta molto piccolo, come pure Apollonia,
- Cirene ha un timbro possibile, ma ha le lettere arrotondate come quelli di Derna,
- Giovanni Berta ha un solo timbro con la sola dizione Berta ma è il nuovo tipo con le lunette arrotondate, stessa considerazione per le località Luigi di Savoia e Luigi Razza,
Tra le località con nome breve in provincia di Derna resta solo Tobruch, per la quale località si conoscono numerosi timbri e con una discreta distanza intorno alle stellette. Non sono segnalati timbri con datario “errato” in provincia di Bengasi. Tale anomalia, come accennato, può essere messa in relazione con le difficoltà prebelliche che hanno certamente interrotto la distribuzione dei nuovi timbri con le lunette arrotondate in tutta la Cirenaica.
La ricerca di un possibile annullo di Tobruch che potesse essere stato usato con l’annualità 1910 mi ha portato ad individuare l’impronta 15 alla quale ho aggiunto il termine “bis” (figura 8).

Figura 8 – annullo 15 bis di Tobruch in rosso nel quale la parola “CIRENAICA” trova giusta sovrapposizione con quella sul francobollo e vengono rispettate tutte le altre geometrie.
Come si può notare nel particolare ingrandito la sovrapposizione delle stellette e quella della dizione “CIRENAICA” sono perfette e lo sono anche le singole lettere che la compongono rispettandone anche la forma. Si osserva anche la coincidenza delle due gambe della R di TOBRUCH.
Oltre ai due timbri sopra esposti, ne ho individuati altri, sicuramente noti, ma dei quali non ho trovato impronte in bibliografia: BENGASI (VAGLIA A) in due versioni le cui impronte sono ben leggibili direttamente sui francobolli. Entrambe le versioni sono state trovate su alcuni esemplari in una parte della gran massa di francobolli usati che sto analizzando e probabilmente ne usciranno altri.
Nella figura 9 sono riportati due esemplari che accoppiati hanno consentito la ricostruzione del timbro del primo tipo. In questo timbro le stellette sono assenti, le lettere sono di grandi dimensioni e le lunette, relativamente piccole, distano tra loro 9 millimetri mentre il diametro è di mm. 28,5. La parola bengasi occupa tutto l’arco della lunetta superiore e in basso (VAGLIA A) ha le due parentesi che sbordano al di sopra della linea orizzontale della lunetta, quella di destra in modo più accentuato. Al centro della figura il timbro ricostruito.
Il secondo tipo è presente quasi per intero all’interno di un solo francobollo (figura 10) e la sua ricostruzione è stata facilissima.

Figura 10 – impronta BENGASI VAGLIA A tipo II con le stellette e con caratteri piccoli e maggiormente distanziati.
In questo caso il timbro ha le stellette ai lati del datario, le scritte con caratteri leggermente più piccoli e le lunette molto piccole tanto che la loro distanza è 11,5 millimetri, molto ampia rispetto a quella dell’impronta precedente, il diametro invece è di mm. 28. La dizione BENGASI fuoriesce abbondantemente dall’arco della lunetta e VAGLIA A è senza le parentesi e gli apici delle due lettere agli estremi coincidono con i due vertici del segmento circolare.
La differenza più evidente è la dimensione delle lunette e la loro distanza.
L’ordine di classificazione in I e II tipo è stato casuale e legato all’ordine di rinvenimento, le date indicano la coesistenza di questi timbri, solo un mese di differenza, e al momento non ho ulteriori elementi discriminatori.
Nella ricerca che ho potuto fare ho trovato anche il vaglia di figura 11, in questo caso si tratterebbe di un III tipo in quanto ha le stellette e le parentesi, ma ha anche le lunette arrotondate ed è quindi da ricondurre all’ultima tipologia in corso di distribuzione.

Figura 11 – impronta BENGASI (VAGLIA A) un ulteriore tipo (III) con le stellette e le parentesi ma con le lunette arro-tondate e caratteri ton-deggianti differenti dai primi due tipi.
La ricevuta vaglia riprodotta è stata ripresa dal sito delle vendite on line dell’AICPM, quindi più che nota agli specialisti di Libia. Stando alle mie conoscenze, non ho ancora avuto modo di vedere annulli Vaglia su buste viaggiate.
Altra impronta non trovata in bibliografia è BENGASI n° 1 (BERKA) con le lunette arrotondate al quale ho attribuito il n. 6 (figura 12).

Figura 12 – impronta BENGASI № 1 (BERKA) su cartolina di Tripoli spedita da Bengasi. Tale timbro, con le lunette arrotondate, fu l’ultima tipologia distribuita in Libia prima del conflitto. L’anno è di fantasia anche se congruo con il periodo d’uso.
Il ritrovamento di quest’ultimo, fatto da Nino D’Aponte, è stato del tutto casuale su una cartolina dalla quale era stato staccato il francobollo facendo perdere un quarto dell’impronta che però ho potuto comunque ricostruire abbastanza bene nei caratteri generali, ma con qualche incertezza nei particolari. Tale timbro è caratterizzato dalle lunette arrotondate ed ha diametro di 33 millimetri. Non è presente nell’elenco riportato da Di Vita. Ho fatto una ricerca in rete ed ho constato che non sono frequenti le offerte con annulli di Berka in generale, infatti nella scala di valutazione hanno buoni punteggi. Ad ogni modo l’annullo di figura 12 non è reperibile. Non l’ho notato nemmeno tra le immagini del forum dell’AICPM. Da uno scambio di opinioni con Samuel Rimoldi è emerso che il timbro è noto ma decisamente raro. Ne deriva quindi che l’uso di questo timbro non sia stato molto frequente. La ricostruzione della parte mancante segnata in rosso è stata fatta sulla base dei caratteri del timbro n. 4, sussistono solo due indecisioni: la presenza o meno dei due segmenti sotto l’apice del simbolo N° e, per quanto noto a Samuel Rimoldi, l’ora di timbratura non dovrebbe essere presente.
Ringraziamenti
Desidero ringraziare per la fattiva collaborazione prestata Piero Macrelli, Roberto Monticini, Samuel Rimoldi e Nino D’Aponte.
Bibliografia
Di Vita C., (2013) – Libia 1911/1943 – Storia postale della Colonia di Libia e non solo. Volume II. Tasporti Grafici, Trezzano sul Naviglio, MI.
Diena A., (1962) – La storia postale e filatelica dell’ex colonia italiana a 50 dall’occupazione. Parte 7, Uffici postali e bolli: notizie generali. Il Collezionista – Italia Filatelica. N. 8.
Diena A., (1962) – La storia postale e filatelica dell’ex colonia italiana a 50 dall’occupazione. Parte 8, Elenco dei bolli circolari a date. Il Collezionista – Italia Filatelica. N. 10.
Macrelli P., (1996) – I bolli degli Uffici Civili della Libia. Fil-Italia Vol XXII, n. 3, giugno 1996.